L’ufficiale giudiziario non passa neanche oggi il muro popolare a Orzinuovi e a Brescia.

Le urla della moglie di Bachir sono arrivate all’improvviso, quando dalla finestra ha visto arrivare il maggiore dei carabinieri di Verolanuova: a stento le altre donne presenti in casa sono riuscite a calmarla. Secondo lei e’ stato quell’ufficiale a chiedere al tribunale dei minori un controllo sui figli della famiglia di origine marocchina, in Italia da quasi 20 anni, che abita in una casa Aler a Coniolo di Orzinuovi. La psicologa incaricata dal Tribunale non ha trovato nulla di anomalo: i bambini, dai 12 ai 3 anni, stanno bene, frequentano regolarmente la scuola media, elementare e dell’infanzia e non presentano alcun disagio. La colpa dei genitori è solo quella di essere vittima della crisi: Bachir è un muratore e nell’edilizia sono centinaia le imprese fallite nella nostra provincia che hano licenziato. Senza lavoro è impossibile pagare un canone “moderato” di 400 euro, in una palazzina degradata in aperta campagna, dove tra l’altro quattro appartamenti sono sfitti da tempo. I carabinieri e la polizia locale (14 in tutto) più volte hanno intimato al muro popolare di Diritti per tutti e del Magazzino 47 di farsi da parte per permettere l’esecuzione. Alla risposta negativa hanno minacciato denunce e altri provvedimenti repressivi. Alla fine hanno dovuto lasciare il campo: rinvio al 14 febbraio 2017. Sarà così possibile fare una domanda di assegnazione di un appartamento Aler ma a canone sociale. Contemporaneamente a Brescia, altre decine di attivisti ed attiviste bloccavano 3 sfratti in viale Piave e a Sant’Eufemia.