A Montichiari o a Milano, un C.P.R. è sempre un lager di Stato

Nei giorni scorsi Salvini ha dichiarato di voler mettere in funzione il CPR per la Lombardia non a Montichiari, come deciso circa un anno fa dal governo PD, ma a Milano, in via Corelli. Vedremo se i fatti, al netto dei giochi di potere e dei calcoli di convenienza in corso, confermeranno l’annuncio del ministro degli Interni leghista.
Ma già ora, nella cortina fumogena di reticenze, chiacchiere e mistificazioni stesa sulla questione CPR, sono proprio i fatti a fare chiarezza.

Il primo: un CPR è un CPR, a Milano o a Montichiari. Un CPR non è un generico “centro per immigrati”, men che meno è un centro di accoglienza. Un CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio), come i predenti CIE (e prima ancora i CPT), è invece un centro di detenzione. Serve a recludere e quando possibile a deportare persone che non hanno commesso alcun reato. È un non-luogo edificato con muri e sbarre, in cui per mesi o anche anni viene privato della libertà senza processo chi è stato dichiarato migrante irregolare, “colpevole” di aver attraversato deserti, mari e frontiere alla ricerca di un’esistenza vivibile e degna. Nei CPR le garanzie dello stato di diritto sono sospese: non è possibile uscire, non è possibile ricevere visite dai familiari e gli stessi colloqui con gli avvocati sono resi più complicati di quanto non lo siano in qualsiasi carcere di massima sicurezza. read more

La primavera di lotta contro gli sfratti: 43 picchetti da metà marzo a Brescia e provincia.

12 luglio – Giornata di mobilitazione contro gli sfratti questa mattina in diversi comuni della provincia di Brescia. Diritti per tutti è stata presente con un picchetto a Rudiano a difesa di una famiglia con tre figlie vittima della morosità incolpevole e a Ghedi in via della Vittoria dove l’abitazione di un ex operaio di origine indiana è stata pignorata dalle banche e venduta all’asta. Singh ha perso il lavoro e non ha più potuto pagare il mutuo; ora è invalido certificato per gravi problemi cardiaci. L’amministrazione destro-leghista di Ghedi non intende garantire alcuna assistenza nonostante la fragilità per la precaria condizione di salute. Sul Lago di Garda a Desenzano è entrato in azione il Collettivo gardesano autonomo per impedire lo sfratto di Madiha, che lavorava come interprete ed attualmente è disoccupata. In tutti e tre i casi sono stati ottenuti rinvii a settembre e ottobre. Sospensione dello sfratto, previsto per oggi, anche in via Benco 6 a Brescia in attesa del Tavolo in Prefettura e vittoria definitiva in via Cremona 64: dopo i picchetti oggi la signora Torkhani col figlio invece dello sfratto ha ottenuto la casa popolare a San Polo. read more

#apriteiporti

Brescia, 12 giugno 2018, presidio davanti alla Prefettura. Per l’apertura dei porti ai e alle migranti, per la libertà di movimento. Per l’accoglienza degna, la solidarietà, i diritti universali e il mutuo soccorso tra esseri umani. Contro il razzismo istituzionale e di governo. Proposto nell’arco di poche ore da Rete NO CPR, CS Magazzino 47 e Associazione Diritti per Tutti il presidio, poi diventato corteo per le vie cittadine, ha visto la partecipazione di centinaia di persone, di migranti, di varie realtà politiche e associative del territorio.

Il ministro della Paura Matteo Salvini e i suoi complici a 5stelle chiudono i porti italiani alle navi delle ONG con a bordo le persone soccorse nel Mediterraneo. Il governo, a quanto sembra, ha deciso che solo le navi militari possano di quando in quando portare a terra in Italia una parte dell’umanità in mare sfuggita al controllo della guardia costiera libica. Non le ONG, perché per i ministri pentaleghisti le azioni di solidarietà delle ONG verso i migranti alla deriva sono eccessive, un abuso, una sorta di reato.
Del resto, per lo stesso motivo, anche il governo Gentiloni e l’ex ministro degli Interni Minniti la scorsa estate avevano imposto il noto codice di condotta alle ONG, proprio per limitarne l’operatività nel Mediterraneo. read more

Sfratti bloccati a Brescia e Roncadelle. L’emergenza non è finita!

15 marzo – Altri due sfratti bloccati questa mattina da Diritti per tutti: a Brescia in via Oberdan un picchetto ha ottenuto un ulteriore rinvio dell’esecuzione contro James che, dopo aver lavorato per 17 anni come addetto alla sicurezza con una cooperativa, ha perso il lavoro e non ha più potuto pagare l’affitto. A Roncadelle invece due mesi di tempo per traslocare in una nuova casa per Vivian e suo fratello: la donna, che lavorava solo due ore al giorno facendo le pulizie in una casa di riposo, ha trovato una nuova occupazione a stipendio pieno come assistente famigliare di un’anziana read more

Conclusa l’occupazione dell’Albergo Alabarda: ottenute sistemazioni alternative per tutti gli occupanti

Si è conclusa l’occupazione dell’Albergo Alabarda ma per tutti è stata ottenuta una sistemazione non peggiorativa rispetto alle condizioni esistenti nell’ex hotel e per alcuni nuclei si apre la strada dell’assegnazione di una casa popolare. Anche in questo caso, dopo due anni e 9 mesi di occupazione, la lotta ha pagato!

L’hotel Alabarda che nel corso degli anni ha iniziato anche a presentare gravi problematiche di degrado della struttura era stato liberato da persone ed effetti personali dal pomeriggio di martedì 6 marzo. Tutte e tutti hanno già quindi un nuovo tetto e sono stati già ricollocati.  Il movimento di lotta per la casa di aveva dichiarato che non avrebbe accettato alcuno sgombero in assenza di sistemazioni abitative alternative almeno non peggiorative rispetto a quelle garantite dall’occupazione; l’assessore , e lo staff dell’ufficio casa, avevano annunciato che nessuno sarebbe finito in strada e così è stato. Nella mattina del 7 marzo le forze dell’ordine hanno accompagnato la proprietà a riprendere il possesso dell’immobile ponendo i sigilli allo stabile come disposto dal magistrato. read more

Già 4 picchetti dall’inizio del mese: stop sfratti e pignoramenti

1 marzo – Douha resta in casa con suo figlio di 4 anni in attesa dell’ assegnazione di una casa popolare. Dopo la separazione e con un lavoro di addetta alle pulizie per tre ore al giorno (busta paga di 350 euro al mese) non può più sostenere un affitto di 430 euro. Diritti per tutti ha bloccato l’esecuzione rinviata al 12 luglio

6 marzo – Due iniziative contro gli sfratti stamattina nel bresciano di Diritti per tutti e Magazzino 47: a Nave picchetto contro lo sfratto per morosità a una donna con figlio minorenne e studente. Rahma, questo il suo nome, lavora poche ore come addetta alle pulizie e non riesce più a pagare l’affitto. Esecuzione bloccata e rinviata al 24 maggio. A Brescia invece è stata impedita la visita dell’Istituto vendite giudiziarie ad una casa in via dei Mille che è stata pignorata e destinata ad essere venduta all’ asta. read more

Gli attentati fascisti non fermano la lotta per la casa!

Dopo aver partecipato alle due giornate di mobilitazione antifascista e antirazzista come risposta immediata all’incendio della Libreria del Centro sociale Magazzino 47 nella notte tra giovedì e venerdì 23 febbraio, gli attivisti del Movimento di lotta per la casa di Brescia  proseguono la loro attività praticamente quotidiana in difesa delle famiglie sotto sfratto, delle vittime dei pignoramento e degli occupanti per necessità.

26  febbraio – Gli attentati fascisti non fermano la lotta per la casa: anche stamattina, insieme e uniti, attivisti italiani e di origine migrante di Diritti per tutti e Magazzino 47 hanno bloccato uno sfratto in via Milano a qualche centinaio di metri dal centro sociale attaccato pochi giorni fa. Resta in casa una famiglia con papà di provenienza marocchina, la mamma rumena ed il bimbo di 6 anni nato a Brescia, purtroppo con alcuni problemi di salute. read more

Grande giornata di lotta: 5 picchetti con circa 80 persone

Un’ altra campale mobilitazione contro gli sfratti si è svolta questa mattina in provincia di Brescia con cinque picchetti e molte decine di attivisti e attiviste del Movimento di lotta per la casa di Brescia in azione. La situazione più tesa a Castelcovati dove sono intervenuti i carabinieri per eseguire lo sfratto, sventato dalla numerosa presenza al picchetto: la famiglia composta da 7 persone tornerà in Prefettura per una difficile trattativa con la sindaca leghista; l’ex muratore (che ha perso lavoro per la crisi e si è visto pignorare la casa conprata col mutuo), ha un’ottima posizione per l’assegnazione di un alloggio Aler ma gli viene detto che non ci sono appartamenti grandi per la sua famiglia numerosa. Altri due picchetti a Brescia in via Oberdan, un uomo solo rimasto disoccupato, e in via Rovigo dove c’è un’ altra famiglia con 4 bambini; infine gli ultimi due blocchi a Odolo, una donna abbandonata dal marito, e a Orzinuovi dove c’è invece una famiglia con una ragazza neomaggiorenne. I picchetti si sono sciolti dandosi l’appuntamento alla mobilitazione antifascista e antirazzista di sabato, al mattino al Carmine contro Forza nuova e al pomeriggio al corteo contro gli attacchi al campo sinti e alle Casette occupate. read more

Le bombe carta razziste non fermano la lotta: continuano i picchetti

14 febbraio – Due anziani coniugi italiani di 83 anni, Arcangelo e Maria, la moglie invalida al 100%: la casa dove vivono, intestata al figlio è stata pignorata dalle banche e venduta all’asta dopo che la sua piccola attività imprenditoriale è andata male per la crisi e non ha più potuto pagare il mutuo. Castel Mella, comune della provincia bresciana governato dalla Lega Nord.
Chi c’ era stamattina a difendere questa anziana coppia dall’ufficiale giudiziario arrivato per sbatterli fuori? Le formazioni politiche che sostengono il principio “Prima gli italiani”? Gli amministratori leghisti? Brescia ai bresciani? No, c’erano uomini e donne, italiani e migranti, sfrattati e attivisti dell’Associazione Diritti per tutti; c’erano gli occupanti delle Casette colpiti sabato sera dall’ attacco razzista. C’erano le persone che difendono un diritto universale, quello alla casa, che deve essere affermato per tutti, indipendentemente dal colore della pelle. Questa è la risposta a chi vuole dividere, a chi vuole la guerra tra poveri, a chi vuole seminare odio, a chi cerca di spaventare con le bombe carta.
Lo sfratto è stato bloccato e rinviato al 3 maggio. Anche in quell’occasione Arcangelo e Maria non saranno lasciati soli.
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