PERMESSI SUBITO

l’inverno è finito…

MANIFESTAZIONE – PRESIDIO

SABATO 21 MARZO – ORE 16 – PIAZZA LOGGIA – BRESCIA
Permesso subito per tutti e tutte!
Basta razzismo e legge Bossi-Fini. Basta precarietà e austerità!
Le donne e gli uomini immigrati non sono schiavi da sfruttare nella clandestinità e nel lavoro nero.
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I dati sono ora definitivi: la Prefettura di Brescia ha respinto quasi l’80% delle oltre 5mila domande di permesso di soggiorno presentate con la sanatoria del 2012. Al contrario, nel resto d’Italia il 70-80% dei richiedenti ha ottenuto il permesso.
Persino il Ministero dell’Interno ha ammesso che a Brescia la Prefettura ha lavorato male e contro gli immigrati.

Intanto da mesi la Questura applica la legge Bossi-Fini togliendo il permesso a migliaia di immigrati che hanno perso il lavoro e sono diventati più poveri. Come se la crisi fosse colpa loro.

Così, senza permesso, molte migliaia di immigrati, che spesso vivono a Brescia da tanti anni con le loro famiglie, sono costretti a lavorare senza contratto, rischiano in qualsiasi momento l’espulsione, non possono avere una casa in affitto, la residenza, l’iscrizione al servizio sanitario.

Per tutte e tutti gli immigrati e gli antirazzisti è venuto il momento di unirsi e di lottare. Aspettare ancora vuole dire perdere la possibilità di cambiare questa situazione gravissima. Gli avvocati e i costosissimi ricorsi in tribunale non bastano. Non basta un grande corteo di poche ore. Bisogna lottare con coraggio e continuità: così è possibile ottenere i diritti umani e sociali negati.

La causa vera dell’insicurezza sociale che colpisce milioni di italiani e di immigrati è la precarietà del reddito e del lavoro, sono gli sfratti (2mila all’anno a Brescia), è la mancanza di tutele sociali. Ad alimentare l’insicurezza sono le leggi contro i diritti e i salari dei lavoratori, sono i tagli ai servizi sociali, sono le leggi razziste come la Bossi-Fini. Ad imporre l’insicurezza sono le oligarchie al potere che con le politiche di austerità mettono al sicuro solo i loro privilegi, impadronendosi dell’enorme ricchezza che tutti, italiani e immigrati, produciamo. Banche, società finanziarie, grandi industriali, casta politica al loro servizio: sono loro il vero problema sociale, non gli immigrati!

SENZA DIRITTI NON C’E’ SICUREZZA PER NESSUNO

Promuovono: Associazione Diritti per Tutti, Coordinamento immigrati CGIL, Associazione dei senegalesi di Brescia e provincia, Associazione culturale islamica Muhammadiah

Le richieste della mobilitazione di sabato 21 marzo

La Questura vieta Piazza Loggia alla manifestazione dei migranti e degli antirazzisti di sabato 21 marzo: comunicato Associazione Diritti per Tutti

La Questura dà i numeri per negare la realtà (da radio onda d’urto il commento dell’avvocato Manlio Vicini)
Ben 3.486 risposte negative (rigetti) per le domande di rinnovo del permesso di soggiorno presentate presso la questura di Brescia tra il primo ottobre 2014 e il 13 marzo 2015.
915 dinieghi dei rinnovi dei titoli di soggiorno soltanto nel periodo dal primo gennaio al 13 marzo 2015; il che significa, in proiezione, 4.600 dinieghi nell’arco dell’anno.
Inoltre: 9mila richieste di rinnovo a fortissimo rischio di rigetto che presto avranno risposta e che a tutt’oggi sono in giacenza in Questura in buona parte per via del problema non risolto dell’insufficienza del reddito e della mancanza dell’attestazione di un contratto di lavoro.
Il 90% dei rigetti degli ultimi 5-6 mesi motivato o dall’insufficienza del reddito e dalla mancanza del contratto di lavoro (42%), o dal fatto che i richiedenti non si sono presentati all’appuntamento in questura per avere la risposta (48%), con ogni probabilità perché in gran parte erano già consapevoli che, non essendo ancora riusciti a risollevarsi dalla perdita del contratto di lavoro e del reddito causata dalla crisi economica, sarebbe stato loro consegnato nient’altro che il decreto di rigetto.
Infine: un aumento dal 3% al 10% dal 2013 all’inizio del 2015 della percentuale dei rigetti fatti dalla Questura di Brescia. Una percentuale del 10% di rigetti, se rapportata al numero degli immigrati che vivono a Brescia e provincia (quasi 200mila), a quali numeri potenziali di donne e uomini immigrati ricacciati nella clandestinità porta con il persistere della crisi economica? Siamo anche qui nell’ordine delle molte migliaia di persone (e famiglie) che, come prevede la legge Bossi-Fini applicata in modo rigoroso dalla Questura di Brescia, perdono il permesso di soggiorno se perdono il contratto di lavoro regolare e stabile e diventano più povere.

Quelli qui richiamati non sono altro che i numeri tutt’altro che tranquillizzanti resi pubblici giovedì 19 marzo proprio dalla Questura di Brescia nel corso di una conferenza stampa tenuta dal solito vicequestore Emanuele Ricifari. Eppure, è proprio sulla base di un’interpretazione a piacere dei numeri sopra riportati (e sulla cui piena correttezza peraltro è necessario compiere un atto fede, vista l’impossibilità di verificarli direttamente) che la Questura ha preteso di dimostrare la tesi secondo la quale l’emergenza sociale permessi di soggiorno non esiste, sarebbe solo un’invenzione allarmistica di tutte le associazioni dei migranti, delle organizzazioni sindacali o religiose che da mesi la stanno denunciando per chiedere una soluzione alle istituzioni politiche, non una risposta senza serietà da un funzionario che si occupa di ordine pubblico.
In realtà è abbastanza semplice da comprendere, se si vuole, che anche i dati della Questura dicono l’esatto contrario della verità di comodo propagandata dalla Questura e prontamente avvalorata in modo del tutto acritico e con ampio risalto dai media mainstream locali.

Sono numeri che si aggiungono ai quasi 4mila rigetti delle circa 5300 domande di regolarizzazione presentate presso la Prefettura di Brescia con la sanatoria 2012 (l’80%!!).

Con questi numeri del tutto anomali nel quadro nazionale, Brescia si candida ad essere la capitale della negazione dei permessi di soggiorno, della clandestinità messa al lavoro per sfruttare meglio gli immigrati e non solo. E i responsabili di tutto questo pretendono persino che nessuno protesti.

Ci vediamo in piazza sabato 21 marzo.