La chiamano “accoglienza”…

Dal portale del Progetto Meltingpot Europa un reportage su un C.A.S. di Nuvolera, gestito da una delle maggiori imprese appaltatrici del sistema emergenziale di accoglienza dei e delle migranti in provincia di Brescia: la cooperativa Olinda di Mantova.
Un esempio che descrive cosa sia spesso, nell’ordinaria concretezza, il sistema di governo e di gestione della cosiddetta emergenza profughi. Improntato, in molti casi specifici e nel suo complesso, a logiche securitarie e di business, di cattura e selezione, di inclusione differenziale e respingimento, di compressione delle soggettività e della libertà di movimento.
Il caso di Nuvolera rende evidente, inoltre, che se le persone riuscite ad arrivare su questa sponda del Mediterraneo sono donne, una volta inserite nel sistema della malaccoglienza, vengono ancora più esposte alla discriminazione, al paternalismo, all’abuso.
Buona lettura: La libertà personale è inviolabile? Non per le donne richiedenti asilo accolte a Nuvolera (Bs)

Ascolta l’intervista di Radio Onda d’Urto ai due giornalisti e ad un ex operatore