Sanatoria subito e per tutti: con questo slogan e’ partita questa mattina a Brescia una protesta ad oltranza per richiedere la regolarizzazione di tutte le persone migranti che hanno presentato la domanda di sanatoria nel settembre del 2009. Ad un anno di distanza si registrano ritardi clamorosi oltre a rigetti delle domande e si configura una vera e propria truffa ai danni dei migranti. A livello nazionale su 300mila domande, solo 170mila sono state esaminate e 130mila restano inevase; i rigetti sono stati oltre 20mila. A Brescia, secondo i dati forniti oggi dalla Prefettura, le domande sono state 11200, circa 7000 hanno avuto risposta e circa 4000 sono ancora in attesa; i rigetti sarebbero circa 1000 anche se per l’ufficio immigrati della CGIL e per gli avvocati dell’associazione Diritti per tutti sono molti di piu’.
La motivazione principale per i rigetti e’ la condanna per clandestinita’ che molti immigrati hanno subito negli anni scorsi, cioe’ la condanna senza aver commesso reati ma solo per il fatto di essere stati fermati senza permesso di soggiorno. Al momento della presentazione delle domande, i patronati e i sindacati avevano chiesto al ministero se la condanna per clandestinita’ fosse un motivo ostativo per la regolarizzazione e avevano ricevuto risposta negativa, ovvero che avrebbero potuto presentare domanda anche gli immigrati che si trovavano in quella situazione. Successivamente una circolare del Viminale aveva dato indicazione alle prefetture di applicare una interpretazione restrittiva e di rigettare le domande di chi aveva condanne anche solo per clandestinita’, insomma una vera e propria truffa verso persone che vogliono regolarizzare la propria posizione in Italia. A questo punto ci sono stati alcuni ricorsi al TAR che sono stati accolti, come in Veneto, Toscana, Sardegna ed altri che sono stati respinti come a Brescia ed in Umbria. La contradditorieta’ di questi pronunciamenti doveva essere risolta dal consiglio di Stato che invece ha aumentato la confusione, pronunciandosi il 18 agosto contro i ricorsi dei migranti e poco dopo, il 2 settembre, a favore. Dentro questa situazione caotica, con interpretazioni differenti da parte dei TAR e del consiglio di Stato, chi ci rimette sono i migranti che da oltre un anno sperano di uscire dalla condizione di clandestinita’ che significa non criminalita’ ma totale precarieta’ di vita e assoluta mancanza di diritti.
La protesta e’ cominciata in Piazza Loggia verso le ore 10 poi dopo un breve corteo che si e’ ingrossato man mano arrivando a contare diverse centinaia di persone ci si e’ spostati sotto il Palazzo della Prefettura dove una delegazione e’ stata ricevuta dal viceprefetto Dottoressa Spena; la dirigente ha detto che riferira’ al governo le motivazioni della protesta e che attende direttive da Roma. Il corteo e’ poi ripartito lungo le vie del “ring” cittadino, arrivando sotto la sede del TAR per un presidio di protesta e ripartendo in seguito per concludersi verso le 16,30 davanti all’ufficio unico della Prefettura di via Lupi di Toscana (ex caserma Randaccio) dove si e’ insediato il presidio permanente ed e’ iniziato lo sciopero della fame: la protesta proseguira’ ad oltranza, 24 ore su 24 e davanti all’ufficio delle Prefettura sono state montate tende dove trascorrere la notte. Presenti fin dall’inizio gli attivisti dell’Associazione Diritti per tutti, del CSA MAgazzino 47 e del comitato contro gli sfratti; anche l’ufficio immigrati della CGIL appoggia la protesta. L’Associazione invita tutti a recarsi al presidio permanente per manifestare solidarieta’, anche portando coperte, tende e materassi.