Una bambina di dieci anni ricoverata in ospedale in stato di shock, la mamma con i figli barricati in camera da letto, sette persone trascinate in manette alla stazione dei carabinieri ed in seguito rilasciate, colluttazioni con i carabinieri.
Tutto questo e’ avvenuto questa mattina a Castrezzato, in provincia di Brescia, a causa della posizione assunta dal sindaco della Lega Nord, Gabriella Lupatini, che, rifiutando ogni dialogo, intendeva affidare i 4 figli della famiglia sotto sfratto (dai 6 ai 16 anni) a comunita’ protette, separandoli dai genitori e dividendoli tra loro in due strutture diverse. Una soluzione disumana e punitiva nei confronti di una famiglia di cittadini italiani di origine marocchina, “rea” solamente di aver perso il lavoro a causa della crisi e di essere stata sfrattata per morosita’ incolpevole; una soluzione assurda anche dal punto di vista economico perche’ avrebbe comportato un costo di circa 10mila euro al mese per le rette di 4 minori in strutture protette. La resistenza di oltre una sessantina di attivisti del Comitato contro gli sfratti e dell’Associazione Diritti per tutti ha costretto l’Amministrazione alla trattativa, ottenendo la sistemazione provvisoria in un agriturismo della famiglia per 15 giorni, in attesa di definire e di reperire una soluzione definitiva. Prima di arrivare a questa parziale e temporanea soluzione pero’ c’e’ stata una mattinata di fortissima tensione: ore 8,15: i carabinieri, con l’ufficiale giudiziario e agenti della polizia locale, fanno irruzione nell’appartamento dove, in quel momento, con la famiglia si trovano una decina di attivisti del Comitato; nasce una prima colluttazione per il tentativo dei carabinieri di sgomberare l’appartamento: 7 persone, tra le quali il padre, vengono ammanettate e portate in caserma; la mamma ed i 4 figli riescono a chiudersi nella camera da letto e barricano la porta con l’armadio ed il cassettone, i carabinieri tentano di sfondare la porta ma non ci riescono e decidono a quel punto di far arrivare una sega elettrica per distruggere la porta e la barricata; ore 8,45: arrivano decine di attivisti del comitato e di immigrati, anche a seguito degli appelli lanciati da Radio onda d’urto e si apre una trattativa dopo un ulteriore momento di forte tensione sulle scale quando alcuni carabinieri cercano di non far entrare nell’appartamento altri manifestanti. Ore 10,30 circa: una delle figlie, di dieci anni, si sente male, ha una crisi nervosa, colpita da tremito e piento irrefrenabile: si rende necessario l’intervento di una dottoressa di base che poi ritiene di chiamare il 118 e di predisporre un ricovero all’ospedale di Chiari per lo stato di shock. Verso le 11,30 l’accordo, ma al momento di formalizzarlo in Comune, il sindaco propone 10 giorni di ospitalita’ in una struttura di Lecco, perche’, dice, non hanno trovato posto in tutta la provincia di Brescia; immediatamente decine di immigrati entrano nell’atrio del municipio minacciando una occupazione ad oltranza fino a quando non si fosse trovata una soluzione dignitosa. Dopo mezzogiorno la situazione si e’ sbloccata con la sistemazione provvisoria in un appartamentino dentro un agriturismo della zona di Iseo; vengono garantiti anche buoni benzina per portare i bambini a scuola e buoni alimentari per le spese. Il presidio si scioglie, ma la lotta non finisce qui!
Lunedi’ 28 febbraio alle ore 20,30 al centro sociale Magazzino 47 assemblea generale, con la partecipazione di diverse forze politiche, sociali e sindacali per discutere dell’emergenza sfratti e decidere nuove iniziative di mobilitazioni.
Servizi audio sul sito di Radio www.radiondadurto.org