Trenta attivisti asserragliati nelle strettissime scale di una vecchia casa del quartiere popolare ed interculturale del Carmine di Brescia pronti a resistere a tutti i costi, il portoncino di legno dello stabile barricato con assi di legno e caloriferi rotti: in questo modo è stato bloccato stamattina lo sfratto della famiglia di Safiu, ex operaio licenziato per crisi, in vicolo Fenarolo nr 8. Fuori, in strada, una ventina di poliziotti e carabinieri attendevano l’ufficiale giudiziario per intervenire; poi, all’improvviso, il contrordine: la proprietà aveva accettato la proposta di accordo in cambio di 380 euro al mese messi a disposizione dal fondo contenimento sfratti e quindi l’esecuzione veniva sospesa per 5 mesi. La famiglia non perderà così un tetto e le tre bambine e la madre non saranno separate dal papà. Ma cosa sarebbe accaduto se il proprietario avesse mantenuto la posizione di rifiuto del progetto contenimento sfratti? Avremmo assistito ad un tentativo di irruzione delle forze dell’ordine su delle ripide e strette scale mettendo nuovamente a rischio l’incolumità dei presenti, a soli 3 giorni dgli scontri di Manerbio? E’ ORA CHE LE AUTORITA’ SI SVEGLINO: L’EMERGENZA SFRATTI E’ GRAVE E SERVONO PROVVEDIMENTI SERI ED URGENTI. Perchè ad esempio non si crea subito un centro temporaneo per l’emergenza abitativa nei prefabbricati dove alloggiavano gli operai della metropolitana in via Gatti a S. Polo? Perchè non si requisiscono, o si acquisiscono temporaneamente attraverso convenzioni, gli stabili sfitti delle grandi proprietà, delle banche, delle immobiliari? Moratoria degli sfratti per morosità incolpevole, a livello nazionale o locale come accaduto a Firenze.