Sei avvisi di garanzia a carico di 4 attivisti, immigrati e italiani, del “Comitato Provinciale Contro gli Sfratti” di Brescia e provincia e dell’Associazione Diritti per tutti e di due cittadini solidali di Manerbio. Le accuse sono resistenza e lesioni a Pubblico ufficiale, danneggiamento, rifiuto di indicazione sulla propria identità e riunione non autorizzata. Le denunce si riferiscono ai fatti del 26 ottobre scorso quando ci fu un picchetto a Manerbio per contrastare lo sfratto di una famiglia con 4 figli ( il più grande di 19 anni invalido di lavoro per una menomazione conseguenza di un grave infortunio subito in officina, gli altri 3 minorenni che vanno a scuola); il padre è un operaio che ha perso il lavoro a causa della crisi. vedi la ricostruzione http://dirittipertutti.gnumerica.org/2012/10/26/picchetto-e-scontri-a-manerbio-per-impedire-uno-sfratto/
L’intervento dei carabinieri e soprattutto della polizia locale di Manerbio ( allora a guida destro-leghista) causò il ferimento di due attivisti antisfratto, uno dei quali ebbe una prognosi di 30 giorni per una seria distorsione della gamba; oggi anche questo nostro fratello e compagno è stato denunciato; l’avviso di garanzia è arrivato anche ad un pensionato di Manerbio di 73 anni (settantatre non è un errore!), ex capo Lega dello SPI-CGIL ed a sua figlia che si erano portati sul posto per esprimere solidarietà alla famiglia e per chiedere una soluzione negoziata. La resistenza di quel giorno portò poi alla conquista di un importantissimo risultato: il passaggio da casa a casa dell’intera famiglia. Il commissario prefettizio che arrivò a governare la cittadina della Bassa dopo la crisi della giunta di destra trovò infatti un alloggio comunale di emergenza sfitto, bisognoso solo di un po’ di manutenzione, nonostante i precedenti amministratori avessero sempre dichiarato che non c’erano case disponibili.