“Se non mi date la casa popolare che mi spetta mi do fuoco” con queste parole, urlate con voce disperata, un uomo si è cosparso di benzina questa mattina all’interno dell’ufficio casa del Comune di Brescia, rovesciando il contenuto della tanica anche sul mobilio. L’intero edificio, il Palazzo comunale di Piazza repubblica dove hanno sede anche altri assessorati, è stato evacuato e sono intervenuti pompieri e polizia. Il protagonista di questo atto di esasperazione è Khalid, un immigrato che ha attraversato il percorso di lotta contro gli sfratti dell’Associazione Diritti per tutti. Sfrattato l’anno scorso a Borgosatollo, Khalid che ora vive a Brescia in un vecchio e insalubre appartamento di Via Milano, era in attesa dell’assegnazione di una casa popolare dell’Aler; il fatto che ha scatenato la sua disperazione è un disguido burocratico che ha determinato la perdita della posizione in graduatoria: il nuovo indirizzo e il suo numero di telefono non sono stati trasmessi dall’Aler, dove khalid aveva portato gli aggiornamenti dei suoi dato anagrafici, all’ufficio casa; quando i funzionari del comune l’hanno chiamato e cercato al vecchio indirizzo non l’hanno trovato e Khalid, sua moglie ed il suo bambino piccolo hanno perso l’assegnazione e sono finiti in fondo alla graduatoria. Però una multa stradale , secondo quanto ha dichiarato, è regolarmente arrivata al nuovo indirizzo. Da qui la protesta disperata di oggi. Khalid si è poi consegnato alle forze dell’ordine che l’hanno portato in questura dove si trova ancora. Non si sa per il momento se verrà rilasciato o arrestato e con quali capi di imputazione. Una vicenda che è spia di una grave situazione di emergenza abitativa: oltre all’impressionante numero di sfratti, 2303 nella provincia di Brescia l’anno scorso, ci sono solo nella città capoluogo 3000 famiglie in graduatoria in attesa di una casa popolare e l’ALER assegna solo duecento appartamenti all’anno.