Katuar frequenta la quinta superiore all’Istituto Primo Levi di Sarezzo e quando l’avvocato dei proprietari ha chiesto provocatoriamente a lei e ai suoi famigliari: “Se non avete più lavoro perchè non tornate nel vostro paese?”, ha risposto senza esitazione: “Perchè è questo il mio paese!”. Suo papà è arrivato in Italia venti anni fa, ha fatto il muratore e poi l’operaio edile asfaltatore fino a quando è stato operato al cuore; sua sorella e suo fratello prima lavoravano come operai, poi con la crisi, circa due anni fa, sono stati licenziati e la famiglia non ha più avuto il reddito per pagare l’affitto. Ora stanno facendo una causa sindacale assistiti dalla CGIL perchè l’ultima azienda dove hanno lavorato entrambi per molti mesi non li ha pagati. Vivono da anni a Villa Carcina e questa mattina è stato un folto gruppo territoriale di sfrattati e di attivisti della Valtrompia, dell’Associazione Diritti per tutti e del Comitato provinciale , circa quaranta persone, che ha picchettato l’abitazione di Via Fontane per impedire che l’ufficiale giudiziario eseguisse lo sfratto, che è stato rinviato al 6 marzo. In questo caso l’obiettivo è evitare la contrapposizione col piccolo proprietario dell’appartamento dove abitano ma aprire una trattativa col comune per ottenere un alloggio di emergenza.