Ieri a Nuvolera in provincia, oggi a Brescia: due sfratti sventati all’ultimo minuto quando gli ufficiali giudiziari stavano cercando di sbattere le famiglie in strada. A Nuvolera però si era al quinto accesso dell’ufficiale giudiziario e la trattativa in Prefettura non aveva portato a nulla: la famiglia con due bambini di 4 anni e di 4 mesi non aveva alternative abitative; nonostante la presenza di due minori in tenerissima età si stava eseguendo lo sfratto e solo l’arrivo di rinforzi al picchetto organizzato dall’Associazione Diritti per tutti ha costretto al rinvio, in attesa che il Comune faccia la sua parte trovando un alloggio di emergenza. Oggi pomeriggio a Brescia, in via Ondei, il fatto gravissimo è stato che al primo accesso l”ufficiale giudiziario, la dottoressa Salzano, stava eseguendo lo sfratto, senza nemmeno accertarsi della presenza in casa di un minore di 16 anni che vive insieme alla madre, ex colf di origine moldava, impossibilitata a pagare l’affitto dopo aver perso il lavoro. L’arrivo degli attivisti, mentre già si stava forzando la porta, ha bloccato lo sfratto che è stato rinviato al 22 ottobre. Alle proteste dell’Associazione che le ricordava come al primo accesso fosse prassi che non si procedesse con l’esecuzione ma con un rinvio dello sfratto, la dottoressa Salzano replicava dicendo che lei applicava la legge e non la prassi. Forse ora avrà capito come funziona le legge dell’umanità e la prassi dell’affermazione dei diritti.