Non ci saranno altri scontri il prossimo 4 gennaio a Manerbio quando l’ufficiale giudiziario tornerà per la quarta volta a casa di Allal Barturi per eseguire lo sfratto dopo il blocco ed il rinvio dello scorso 26 ottobre, giorno in cui, nel corso della resistenza, un attivista dell’Associazione Diritti per tutti rimase ferito ad una gamba con una prognosi di 30 giorni; non ci saranno perchè a tutta la sua famiglia (moglie, un figlio invalido per un infortunio sul lavoro in fabbrica che gli ha fatto quasi perdere un braccio, un altro sedicenne che frequente l’ITIS, una sorella che va alle medie ed un piccolino di 3 anni) sarà garantito il passaggio da casa a casa. Il commissario prefettizio che amministra il comune dopo la crisi della giunta PDL-Lega ha infatti proposto a canone sociale un alloggio comunale inutilizzato, che ha bisogno solo di una imbiancata e di altre piccole manutenzioni, per un periodo di 6 mesi, in attesa che venga loro assegnata una casa popolare considerando che hanno una buona posizione in graduatoria. Ma allora era una menzogna quanto più volte dichiarato dai precedenti amministratori, cioè che non vi erano assolutamente alloggi pubblici sfitti a Manerbio! Era una menzogna figlia di un atteggiamento discriminatorio, che avrebbe portato ad altre tensioni ed anche a dilapidare risorse pubbliche perchè il comune, in caso di sfratto, avrebbe dovuto collocare moglie e figli minorenni in una struttura di accoglienza pagando quasi mille euro al mese! Gli amministratori destro-leghisti sono disposti a sprecare soldi pubblici pur di non dare le case vuote a chi ne ha bisogno e a chi ne ha diritto; Allal ha lavorato 12 anni in Italia come operaio, assunto dalle cooperative del lavoro interinale, e con la crisi è stato licenziato senza tanti complimenti; un suo figlio ha subìto una grave menomazione in una fabbrica italiana e i suoi bambini sono nati in provincia di Brescia: sfidiamo chiunque a sostenere che non abbia il diritto ad una casa, anche se è un immigrato! Questo importante risultato è il prodotto dei nostri picchetti e del buon senso, ciò che mancava alla precedente amministrazione. La lotta continua.