ALLA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO DI BRESCIA
La lettera aperta di artisti e intellettuali ospitata dal 2 aprile scorso sul sito internet dell’Associazione Diritti per Tutti è un chiaro e importante contributo affinché venga garantita l’apertura in città degli spazi di agibilità democratica necessari all’espressione della legittima protesta dei/delle migranti per i permessi di soggiorno.
E’ altrettanto chiaro che la chiusura definitiva proprio degli spazi di agibilità in città, in faccia agli immigrati in lotta e alla democrazia reale che essi stanno praticando, è il solo vero effetto che può sortire l’inattesa presa di posizione della Segreteria della Camera del Lavoro di Brescia, che il 3 aprile ha diffuso un comunicato stampa (vedi allegato a questo testo) per squalificare proprio la lettera aperta, giudicata gioco strumentale di chi – l’Associazione Diritti per Tutti che l’ha resa pubblica – a quanto pare non è idoneo alla patente di democraticità che le donne e gli uomini della segreteria della Cgil si sono autorizzate/i a concedere o negare.
La sostanza di questa misera polemica – anche al di là delle intenzioni di chi l’ha sollevata a freddo – è che il bersaglio vero che essa può colpire è quello più esposto. Dunque non l’Associazione Diritti per Tutti, bensì il cuore della lotta dei/delle immigrati/e, vale a dire il presidio quotidiano da loro voluto, che proprio Diritti per Tutti sostiene con più convinzione e senza ambiguità. La sostanza è quella che viene in evidenza a Brescia soprattutto ogniqualvolta gli/le immigrati/e osano proporsi come soggetto protagonista di proteste non addomesticate per i diritti sociali: varie istituzioni e corpi intermedi si coalizzano e ricorrono ad ogni strumento, dal più violento al più meschino, per costringere e convincere le/gli immigrati a lasciar perdere, ad accontentarsi semmai dell’unica concessione tollerata: affidarsi esclusivamente a chi elargisce vaghe promesse solo dopo che la protesta ha reso non più ignorabili problemi noti a tutti da molto tempo; delegare chi si candida a fare da tutore a condizione che proprio la protesta termini preventivamente, ancor prima che qualsiasi risultato concreto sia stato raggiunto.
E’ questo il vero gioco strumentale, al quale si presta e contribuisce il comunicato della Segreteria Cgil di Brescia del 3 aprile scorso. Segreteria cui rivolgiamo alcune domande:
1. Da quando e perché è un problema se una lettera aperta firmata da esponenti della società civile bresciana non ha la vostra condivisione e approvazione preventiva? La vostra approvazione dovevamo chiederla soltanto noi di Diritti per Tutti per la pubblicazione online o anche i singoli firmatari prima di aderire alla lettera? Inoltre, se il contenuto – la richiesta dell’agibilità democratica degli spazi necessari all’espressione della protesta dei migranti – non vi fa problema, perché non prendete la lettera per quello che è, una preziosa risorsa in più per la lotta e per le giuste rivendicazioni degli immigrati, e perché non contribuite a diffonderla e a farla sottoscrivere, visto che non è una lettera di Diritti per Tutti bensì di chi la vuole firmare?
2. Quando scrivete che “in gioco non sono il protagonismo, la visibilità o la paternità esclusiva delle iniziative ma la soluzione dei problemi per superare l’offesa e la sofferenza di migranti e nuovi abitanti”, state per caso facendo autocritica? Non sembra, perché se così fosse non si spiegherebbe come mai poi fate intendere di nuovo che il successo della grande manifestazione per i diritti dei/delle migranti del 28 marzo scorso è merito vostro. Insistete pur sapendo bene che invece al risultato hanno contribuito prima e durante il corteo tutti i promotori, anzitutto i/le migranti, con apporti che quanto meno non sono stati certo inferiori al vostro: democrazia non significa forse anche riconoscere alle altre associazioni coinvolte nella lotta la parte di impegno agito?
3. Sempre a proposito della manifestazione del 28 marzo scorso: pretendere di porsi in 8 con 5 bandiere e con un furgone con il logo Cgil (come voi avete fatto prima di essere convinti che non era il caso) davanti ad un corteo di migliaia di persone in piazza non per partecipare ad una manifestazione della Cgil, secondo voi rappresenta un limpido esercizio di democrazia? Davvero pensate che il solo fatto che avete firmato con i vostri nomi, una volta tanto, la comunicazione alla Questura del percorso di una manifestazione delle/degli immigrate/i in lotta sia sufficiente a giustificare la vostra pretesa di intestare a voi soltanto l’intera manifestazione e il suo risultato politico?
4. L’insopportabile transennamento di Piazza della Loggia è venuto meno in occasione della manifestazione del 28 marzo grazie al lavoro politico di tutti i promotori, certamente anche di chi – l’Associazione Diritti per Tutti – di fronte a nuove assurde e provocatorie prescrizioni della Questura, aveva fatto anche la scelta, infine fruttuosa, di ritirare la comunicazione formale del percorso del corteo già presentata, richiamando tutti con questo alla piena assunzione, finalmente, delle rispettive responsabilità. Ma anche riguardo ai giorni precedenti, a chi va addebitata la blindatura di Piazza della Loggia trasformata in una sorta di acquartieramento militare delle forze dell’ordine? Alla Questura e alle altre istituzioni che ne hanno avallato i metodi di intervento o agli immigrati colpevoli di aver dato inizio ad una protesta per i diritti e alle associazioni che li sostengono? Accettare, come voi avevate fatto per vostra esclusiva iniziativa, il divieto imposto dalla Questura all’ingresso in Piazza Loggia del furgone con l’impianto di amplificazione persino nel giorno della manifestazione del 28 marzo, è un atto che rafforza la democrazia o è il segno, in quel momento, di un cedimento non proprio insignificante, che di certo non fa bene alla libertà di espressione democratica? Quel divieto è poi caduto comunque, prima dell’inizio del corteo, insieme ad un’altra prescrizione della Questura, anch’essa da voi accettata unilateralmente al di sopra di tutti, quella che imponeva ad un corteo di migliaia di persone di passare da corsetto Sant’Agata invece che da Piazza della Loggia per raggiungere Largo Formentone. E’ un fatto che quei divieti sono venuti meno grazie all’impegno e alla determinazione di molti altri promotori e garanti del corteo, tra i quali noi, non per la vostra sapiente opera di mediazione.
5. Quando parlate di “esclusione, riduzione, liquidazione nel favorire separazioni da sempre ambite da chi aspira ad imporre il proprio potere” a cosa vi riferite nel concreto? Forse agli accordi sottoscritti anche dalla Cgil sulle regole della rappresentanza sindacale, ad accordi che, in barba allo stesso dettato costituzionale, garantiscono soltanto l’autoconservazione degli apparati burocratici delle grandi Confederazioni concertative ed escludono la stessa possibilità del dissenso verso i contratti firmati (anche da voi) e del conflitto sindacale da parte, oltre che del sindacalismo di base, dei lavoratori e delle lavoratrici? O vi riferite ai molti accordi contrattuali peggiorativi delle condizioni di lavoro (ultimo in ordine di tempo quello del commercio) che anche le segreterie cgil sottoscrivono spesso senza nemmeno consultare le lavoratrici e i lavoratori?
6. Sostenere con chiarezza il protagonismo e le giuste richieste di chi (in questa vicenda i/le migranti) sceglie di lottare in prima persona per i propri diritti sociali, per diritti che in realtà sono di tutti; parteggiare fino in fondo per questi tentativi, certo difficili e complessi, di far cadere la falsa alternativa tra i diritti e la dignità delle persone da un lato e il sacro e un po’ razzista “decoro urbano” (che viene considerato oltraggiato ogni volta che c’è in giro gente che protesta, tanto più se è gente povera e immigrata): è questa la pratica politica – che in effetti per noi è anche convinzione irrinunciabile, refrattaria ai “se” e ai “ma” – che giudicate antidemocratica? O il vostro problema è che è troppo democratica, in senso letterale e radicale?
Infine, ci permettiamo di rivolgervi un consiglio: prima di diffondere un comunicato stampa – che purtroppo, lo ripetiamo, non è solo un altro tentativo di delegittimare Diritti per Tutti, ma è anche una scelta che può avere l’effetto di sabotare i presidi e la lotta delle/degli immigrati – la prossima volta sarebbe importante informare, se non anche consultare, almeno i responsabili del Coordinamento immigrati della cgil, gli unici tra voi che in queste settimane dal 21 marzo abbiamo visto ai presidi al fianco degli immigrati. Almeno questo gesto elementare, prima di mettervi in cattedra ad impartire improbabili e pretestuose lezioni di democrazia utili soltanto a chi ha interesse a indebolire la lotta, come la Questura e i razzisti.
Noi comunque continuiamo a fare quel che sappiamo: restiamo al fianco dei e delle migranti in lotta per i diritti sociali.
Brescia, 6 aprile 2015
Associazione Diritti per Tutti