11 DICEMBRE, BRESCIA: CI SIAMO E CI SAREMO!

Le associazioni antirazziste, le comunità degli immigrati e i molti cittadini, italiani e migranti, uomini e donne, che hanno dato sostegno attivo ai ragazzi della gru di via San Faustino e che ora danno continuità alla vertenza per i permessi di soggiorno, chiamano ad una nuova grande e importantissima manifestazione a Brescia per sabato 11 dicembre.

La manifestazione viene convocata perché la lotta per la regolarizzazione continua, dal momento che finora nessuna soluzione, nessuna risposta positiva reale, è stata data ai migranti che sono stati 17 giorni sospesi sulla gru di via San Faustino a 35 metri da terra per sentire ascoltata la loro richiesta di uscire dalla clandestinità, dalla condizione del più totale sfruttamento, dalla negazione del futuro.

Nessuna risposta positiva è stata data ai migranti che a migliaia nel settembre 2009, dopo anni di attesa, dopo anni di vita e di lavoro a Brescia, avevano presentato domanda di sanatoria pagando almeno 500€, e che invece di ottenere il permesso di soggiorno sono stati truffati, oltre che da datori di lavoro senza scrupolo, anche dallo Stato (che ha cambiato in senso restrittivo i requisiti necessari per la regolarizzazione quando le domande erano già state presentate).

NON C’E’ SOLUZIONE E NON C’E’ GIUSTIZIA perché non sono tali la chiusura e l’arroganza del Comune, della Prefettura, del ministro degli Interni Maroni,  di chi ha affrontato una questione sociale pensando di poterla cancellare attraverso la criminalizzazione della protesta della gru e dei suoi protagonisti; attraverso le violenze, gli arresti, la detenzione nei CIE e la deportazione nei Paesi di provenienza; attraverso il divieto posto persino sulle più semplici iniziative di presidio; attraverso l’occupazione per molti giorni da parte delle forze dell’ordine di intere zone del centro storico di Brescia.

Dopo le giornate della gru di via San Faustino, i portavoce del razzismo istituzionale rivendicano di aver tenuto la linea della fermezza. Ma la realtà dice che al di qua di quella linea i problemi posti dalla negazione di diritti fondamentali per la dignità di chiunque rimangono aperti e che la sordità di chi dovrebbe dare soluzioni politiche è destinata a farli esplodere.

NON C’E’ SOLUZIONE perché non possono esserlo le due concessioni che per conto del cosiddetto “tavolo dei volonterosi” la Diocesi e la Cisl, con al seguito la Cgil, hanno ottenuto dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. A dire il vero, nemmeno è possibile capire per chi le abbiano ottenute queste concessioni, visto che prima di richiederle non hanno nemmeno consultato i migranti protagonisti della lotta.
In ogni caso, non sono una soluzione reale e sufficiente gli incontri con la popolazione programmati in alcune zone della città, incontri che per comodità i promotori hanno chiamato “presidio itinerante”: a tali incontri, per prescrizione dalla Prefettura, non possono partecipare proprio i migranti irregolari. Inoltre, per loro natura, tali incontri, per i migranti, non possono svolgere con continuità quella funzione aggregativa e di iniziativa pubblica molto importante per proseguire la vertenza.
Non può essere una risposta seria alla domanda di regolarizzazione nemmeno la seconda concessione concordata con la Prefettura: la riesumazione del Consiglio territoriale per l’immigrazione, organo consultivo che da anni si era estinto per manifesta inutilità. Tale organo non ha alcuna competenza concreta, tanto meno sulle domande di sanatoria presentate nel 2009.

PER QUESTE RAGIONI LA MANIFESTAZIONE DELL’11 DICEMBRE E’ UN APPUNTAMENTO IMPORTANTISSIMO PER PROSEGUIRE LA LOTTA.
Per la liberazione dalla clandestinità, per la regolarizzazione e contro la sanatoria truffa.
Per la chiusura dei CIE e le fine delle rappresaglie verso i migranti in lotta.
Contro la legge Bossi–Fini.
Perché per i migranti la crisi non voglia dire anche perdita del permesso di soggiorno, oltre che della casa e/o del lavoro. Perché la crisi non deve essere strumento per scatenare dall’alto guerre fra poveri mentre vengono colpiti i diritti e la vita di tutte e tutti. Perché la crisi deve pagarsela chi l’ha creata.
Perché Brescia e l’Italia sono sicure se sono sicuri i diritti e la dignità di tutte le persone che vi abitano e vi lavorano.
Perchè l’agibilità democratica delle nostre città, l’espressione del dissenso, la legittimità del conflitto sociale per l’avanzamento dei diritti, sono beni comuni inalienabili.

La MANIFESTAZIONE DELL’11 DICEMBRE E’ AUTORIZZATA, quindi tutti possono partecipare senza rischio di nuove aggressioni, magari ordinate da qualche improponibile vicequestore vicari(c)o.
La manifestazione si svolgerà dal luogo di concentramento (via San Faustino) fino al piazzale della stazione dei treni dopo aver attraversato il Carmine e i viali del ring. Sarà sicuramente una grande manifestazione, pacifica e determinata nell’affermare le ragioni della lotta che continua.

Peraltro va denunciato che la Questura e il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica hanno imposto significative limitazioni al percorso del corteo che i promotori della manifestazione avevano indicato nella comunicazione dovuta alla Questura. In particolare, le prescrizioni formalizzate dalla Questura la sera di martedì 7 dicembre non solo confermano quel che i funzionari di polizia già avevano preannunciato nei giorni precedenti, e cioè il divieto per il corteo dei migranti e degli antirazzisti di proseguire fin sotto il carcere di Canton Mombello dopo aver raggiunto la stazione ferroviaria. Esse danno risposta negativa anche a un’ulteriore indicazione espressa dagli organizzatori della manifestazione: far transitare il corteo in via delle Battaglie e corso Garibaldi. Il diniego posto senza alcuna spiegazione persino su questa richiesta è, oltre che pura arroganza, un vero controsenso, dal momento che fra l’altro rende inevitabile un allungamento del percorso della manifestazione sul ring e quindi maggiori disagi per gli stessi commercianti del centro storico e per gli automobilisti. Di questo l’intera città può già ringraziare i responsabili diretti: la Questura, la Prefettura e il Comune di Brescia, in particolar modo il vicesceriffo Fabio Rolfi, che grazie al filo diretto con il suo protettore personale a Roma, il ministro Maroni, non perde mai occasione per far pesare il proprio odio verso i migranti e gli antirazzisti bresciani.

Inoltre, sappiamo con certezza che la questura sta esercitando pressioni indebite sui rappresentanti delle comunità dei migranti e sui responsabili dei luoghi di culto religioso (e non è difficile immaginare quanto possa diventare labile il confine che distingue il dare consigli non richiesti dal fare ricatti e vere e proprie minacce) per ottenere che non promuovano o che boicottino la partecipazione alla manifestazione stessa.
La questura sa che il successo della manifestazione dell’11 dicembre proporrebbe di nuovo, con forza, al ministro Maroni la richiesta di una soluzione politica e non più repressiva per la lotta dei migranti contro la clandestinità. Per questo la polizia è al lavoro, per evitare che il capo supremo, Maroni, si ritrovi in difficoltà.

Insomma, i motivi per la piena riuscita della manifestazione dell’11 dicembre e per una grande partecipazione sono tanti e ottimi.
Ma non è tutto qui. Perché dopo sabato 11 dicembre è già martedì 14, la possibilità di vivere alcune soddisfazioni irrinunciabili. Quel giorno anche da Brescia saremo in tanti a Roma, davanti a Montecitorio. Ci saremo per dare la sfiducia sociale al governo e anche per avere il particolare piacere – lo speriamo – di mandare a casa Maroni e di lasciare senza protettore personale il luogotenente bresciano Rolfi.