Giovedì sera abbiamo avuto una bella notizia: è stato rilasciato Nourredine, uno dei protagonisti della lotta dei migranti per il permesso di soggiorno a Brescia. Oggi, venerdì, la seconda novità positiva: anche Andrej è libero!
Nourredine era stato fermato lunedì 13 dicembre sotto casa dalla polizia e spedito in poche ore nel C.I.E. di Modena. Un centro di detenzione quello di Modena che viene definito da Nourredine stesso “la Guantanamo italiana”. Ecco l’intervista realizzata con lui da radio onda d’urto.
Dal pomeriggio di mercoledì 15 dicembre, dopo essere stato fermato dalla polizia che lo attendeva sotto casa, era stato rinchiuso nello stesso C.I.E. anche Andrej, migrante indiano a sua volta attivissimo nella lotta per la regolarizzazione.
Ora entrambi sono tornati in libertà. Ma sia per Noureddine che per Andrej la scarcerazione è stata determinata non da decisioni di merito sulla legittimità della detenzione e della successiva espulsione, bensì soltanto da vizi di forma che due diversi giudici di pace di Modena, competenti nell’autorizzare l’espulsione, hanno individuato e valutato sufficientemente rilevanti da invalidare il provvedimento di detenzione nel C.I.E. . Il vizio formale che riguarda il caso di Nourredine è un difetto nella notifica del rigetto della richiesta di sanatoria da parte della questura di Brescia. Nel caso di Andrej è invece la mancanza di una delega scritta dal prefetto di Brescia necessaria ad autorizzare il viceprefetto a firmare il provvedimento di espulsione di Andrej.
Insomma, le stesse circostanze e motivazioni della scarcerazione confermano che Andrej e Nourredine sono tornati liberi nonostante Maroni, il prefetto, il questore e il comune di Brescia volessero e continuino a volere l’esatto contrario. Maroni e i suoi esecutori a Brescia hanno talmente voglia di mettere in atto la rappresaglia dell’espulsione contro i migranti protagonisti della lotta contro la clandestinità, che finiscono per fare le cose troppo di fretta, saltando passaggi formali e forzando le procedure legali. E’ questa, nella sostanza, l’anomalia rilevata su Brescia da un’istituto di garanzia di un altro territorio (i giudici di pace di Modena).
I migranti e gli antirazzisti di Brescia confermano tutte le iniziative pubbliche indette per questi giorni.