A soli 3 giorni dal picchetto e dagli scontri di Manerbio, lunedì mattina un altro sfratto molto delicato a Brescia, nel cuore del quartiere popolare del carmine: ci sarà infatti il quarto accesso dell’ufficiale giudiziario per sbattere fuori di casa una famiglia con 3 bambini piccoli di 8,6 e 2 anni.
Il proprietario non ha accettato il piano contenimento sfratti del Comune che, sulla base della linea di intervento 2 del protocollo, aveva garantito il pagamento di 380 euro al mese per almeno 5 mesi in cambio della sospensione, non annullamento, dello sfratto; un periodo che darebbe la possibilità all’inquilino di maturare altri punti per l’assegnazione di una casa popolare o di trovare un lavoro. Così l’unica altra soluzione prospettata dal Comune resta quella di farsi carico della madre e dei tre figli, separandoli dal padre e collocandoli in qualche struttura dove costerebbero alla collettività circa 1000 euro al mese. Ma quest’ultima è una proposta che oltre ad essere disumana (distruggerebbe l’integrità della famiglia) è costosissima e rappresenta uno sperpero di risorse pubbliche del comune. Il padre, arrivato in Italia nel 1997 dal Ghana per scappare dalla fame, è stato metalmeccanico e poi fino al 2011 ha fatto l’ operaio presso una ditta di autodemolizione; è stato licenziato e da allora non ha più trovato lavoro e non è riuscito a pagare i 500 euro di affitto per il bilocale al quarto piano senza ascensore di un vetusto edificio del centro storico di Brescia, nel quartiere del Carmine. La proprietà, peraltro, ha diversi altri appartamenti in zona.
Per questo motivo lunedì mattina bloccheremo lo sfratto, per ottenere una soluzione improntata sul principio da casa a casa o per convincere la proprietà ad accettare l’accordo offerto dal comune.
Appuntamento lunedì 29 ottobre alle ore 8 in via Fenarolo