Due blindati del reparto mobile dei carabinieri di Milano con altri militi della compagnia di Chiari: in tutto una cinquantina di uomini in divisa ed in assetto antisommossa e strada chiusa dalle forze dell’ordine per eseguire lo sfratto della famiglia di un muratore in via Marconi a Castelcovati, in una delle capitali bresciane dell’edilizia e del cottimismo dove la crisi ha seminato disoccupazione e miseria (secondo i dati forniti dal sindaco del paese Camilla Gritti della Lega nord al recente convegno dei Lions di Orzinuovi sul disagio sociale nella bassa, ci sono nel suo comune 1200 disoccupati su meno di 7000 abitanti come riportato dai giornale locali del 20 ottobre 2012). Chegdani è uno di questi e dopo 15 anni di lavoro duro in Italia non è più riuscito a pagare l’affitto. Alla sua famiglia l’amministrazione offre solo il rimpatrio assistito o un mese di permanenza in una casa-famiglia per la moglie e per le due bambine di 3 e 5 anni, separandole dal padre. Poi per tutti la sola prospettiva sarebbe quella di finire in strada. La presenza di una trentina di attivisti dell’Associazione Diritti per tutti e del comitato provinciale contro gli sfratti barricati nell’appartamento e a difesa del portoncino di ingresso dello stabile ha però sventato lo sfratto: per gravi motivi di ordine pubblico e rischio di scontri il comandante dei carabinieri di Chiari ha deciso di soprassedere e l’ufficiale giudiziario ha rinviato l’esecuzione al prossimo 14 gennaio. Una delegazione dell’Associazione e l’inquilino, insieme al proprietario si è poi recata in comune per incontrare il sindaco che ha però mantenuto la propria posizione anche se si è prospettata una soluzione diversa: il proprietario infatti sarebbe disponibile a sospendere lo sfratto per 6 mesi se il comune decidesse di corrispondere a lui la somma di circa 360-400 euro anzichè pagare la retta alla casa-famiglia.Domani un altro picchetto a Trenzano per un secondo accesso dell’ufficiale giudiziario e mercoledì una mobilitazione generale per impedire uno sfratto a Borgosatollo; azioni di lotta sempre all’insegna delle stesse parole d’ordine: stop agli sfratti, moratoria almeno a livello locale e istituzione di un centro temporaneo per l’emergenza abitativa nei prefabbricati dove alloggiavano gli operai della metropolitana a S Polo che verrebbero messi a disposizione GRATUITAMENTE dalle ditte proprietarie. La Prefettura può decidere in tal senso. Cosa si aspetta? Chi vuole gli scontri? Chi non vuole una soluzione politica per evitare che qualcuno si faccia male?