Ieri pomeriggio, 5 febbraio, una cinquantina di migranti, profughi, rifugiati e attiviste/i dell’Associazione Diritti per Tutti hanno tenuto un presidio di protesta davanti alla Prefettura di Brescia, in concomitanza con la riunione periodica del Tavolo richiedenti asilo. Questi i motivi della protesta:iniziare a reclamare il diritto finora negato alla residenza (di fatto necessaria per poter cercare lavoro) per le persone rimaste senza casa e soprattutto ottenere risultati concreti su una grave situazione, denunciata nella conferenza stampa del giorno prima, che richiedeva interventi immediati ed urgenti: la salute e la cura per un giovane profugo da tempo entrato in uno stato di grave prostrazione psicofisica.
Dopo un periodo di alcune settimane di ricovero ospedaliero, questa persona da alcuni giorni era tornata nell’unico luogo a Brescia dove da mesi aveva trovato ospitalità, la casa occupata di via Marsala. Un luogo però ormai del tutto inadatto a rispondere alle sue evidenti necessità di cura e assistenza quotidiana. E infatti, subito dopo il ritorno nella casa di via Marsala, le sue condizioni di salute hanno ricominciato a peggiorare.
La situazione del giovane era nota da settimane ai funzionari della Prefettura che hanno, oltre che il dovere, la possibilità di erogare le risorse, le competenze, gli strumenti necessari a prestare aiuto e protezione a questa persona. Eppure anche nella giornata di ieri persisteva da parte della Prefettura un atteggiamento dilatorio e di sostanziale chiusura nei confronti dell’assunzione delle responsabilità che loro competono nel riconoscimento dei più elementari diritti umani di questa persona, oltretutto titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari perché costretta dalla guerra a scappare dal Paese di provenienza.
Mentre il presidio ed il Tavolo erano in corso, un’attivista dell’Associazione ha illustrato le richieste ad un dirigente della Prefettura. Nonostante l’urgenza, dopo oltre due ore di presidio senza risposte positive, le persone partecipanti alla protesta, per ottenere quanto richiesto, hanno preso l’iniziativa di entrare fin dentro le sale del palazzo della Prefettura pur senza essere state invitate. Solo a questo punto sono riuscite ad ottenere che il giovane profugo malato fosse nuovamente ricoverato in ospedale, cosa che è avvenuta nella serata di ieri grazie all’intervento di una volontaria che l’ha accompagnato.
Si è inoltre ottenuto, per voce del dirigente della Prefettura di Brescia dottor Pasquariello, l’impegno affinché il giovane profugo non appena verrà dimesso dall’ospedale venga accolto in una struttura di assistenza idonea a consentire il proseguimento del suo percorso di guarigione.
L’Associazione Diritti per Tutti per parte sua ha fatto presente con la massima chiarezza al dirigente della Prefettura che alle prossime dimissioni ospedaliere il ragazzo non dovrà tornare nella casa occupata: farsi carico della sua situazione spetta al dovere e rientra nelle possibilità delle istituzioni.
Ci aspettiamo che la Prefettura mantenga gli impegni presi e che operi affinché il trasferimento in una struttura non ospedaliera avvenga al più presto, senza che il ricovero in reparto psichiatrico diventi sostitutivo di altre forme di assistenza che, per il bene del ragazzo, presto saranno più adeguate della permanenza in ospedale.
Anche nella giornata di ieri abbiamo rilevato in questa vicenda, come già in quella ben nota del pessimo funzionamento dello Sportello Unico per l’Immigrazione e degli intollerabili e persistenti ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno, il ruolo di fatto gravemente discriminatorio esercitato dalla Prefettura di Brescia nei confronti dei migranti, siano essi profughi, rifugiati o migranti cosiddetti economici.
Siamo convinti che se non fossimo intervenuti anche il giovane profugo in grave difficoltà sarebbe stato lasciato ancora una volta senza risposte e in stato di abbandono da parte della Prefettura.
In particolare è davvero ora che la dottoressa Narcisa Brassesco Pace liberi questa città dalla sua incompetenza, inettitudine e arroganza.
In ogni caso, non daremo tregua a lei ne’ a chiunque si renda responsabile di forme più o meno esplicite di razzismo istituzionale.
Non bastano a fermarci le ritorsioni della polizia, che ieri sera, quando la protesta era ormai terminata, all’esterno della Prefettura ha voluto procedere, con un fare minaccioso e con un intento chiaramente intimidatorio, all’identificazione di tutti i migranti che avevano partecipato ad un’iniziativa che è stata assolutamente giusta, legittima, necessaria.
La salute e la libertà di movimento sono beni comuni, sono diritti sacri e inviolabili. Non saremo mai indifferenti di fronte alla negazione dei diritti umani, della dignità e dei diritti più elementari di tutte e tutti.
Associazione Diritti per Tutti, Brescia
la narrazione della giornata di ieri su Radio Onda urto
il servizio di Ctv
le foto dal presidio su fb