VENERDI’ 21 FEBBRAIO H 18 INCONTRO SULLA CARTA DI LAMPEDUSA: DALLA TRE GIORNI SULL’ISOLA ALLE MOBILITAZIONI NEL TERRITORIO BRESCIANO

“Benvenuti a Lampedusa”, con queste parole Giusi Nicolini, la  combattiva sindaca dell’isola, ha salutato l’avvio dei lavori per la Carta di Lampedusa il 31 gennaio scorso, quando numerose associazioni e collettivi antirazzisti si sono ritrovati per disegnare insieme la geografia di un’Europa fondata su una nuova mappa dei diritti.                                  

Il senso della Carta sta nel ribaltare l’immaginario sulla migrazione e le politiche securitarie che i governi mettono in atto. Ma non solo, pensare un modo altro affinché le persone possano spostarsi e scegliere i luoghi dove attuare i loro progetti di vita.

Giusi Nicolini ha sottolineato l’importanza di politiche che tengano conto della popolazione tutta, di chi arriva e di chi nell’isola abita, affinché Lampedusa possa diventare un modello per le politiche mediterranee di sviluppo e cooperazione.

Angelo Mandracchia, presidente dell’Associazione imprenditori delle isole Pelagie, ha narrato le problematiche di un isola troppo spesso dimenticata, quando non viene spettacolarizzata come approdo di barche che giungono speranzose dal mare. A Lampedusa diverse criticità rendono precaria la quotidianità: dalla mancanza di un ospedale attrezzato per partorire o per fare la tac, ai costi eccessivi degli spostamenti in aereo; dalle strutture fatiscenti in cui i giovani fanno scuola alla costante incertezza con cui le navi portano le merci dall’isola madre, la Sicilia. Diventata suo malgrado simbolo dell’accoglienza, Lampedusa, luogo di frontiera abitato da difficoltà e contraddizioni, può costituire un modello mediterraneo per la definizione di diritti per chi vi nasce e per chi vi approda, esempio cui l’Europa può guardare, dismettendo il suo ruolo di fortezza.

E’ stato importante costruire il dibattito intorno alla Carta incontrando le narrazioni di chi l’isola la abita ogni giorno, come studenti e studentesse dei licei che hanno ricordato la necessità di un linguaggio semplice ed accessibile, come le mamme che hanno chiesto l’attuazione del diritto all’istruzione  ed alla salute in nome di un senso civico europeo da costruire. Questo perché la Carta di Lampedusa è una carta che riguarda le libertà di tutte le persone affinché possano dignitosamente realizzare i loro progetti di vita: dal lasciare il luogo d’origine senza rischiare la vita al costruire una vita degna là dove si vive, avendo garantiti un’abitazione adeguata, l’istruzione, la partecipazione alla vita culturale e sociale, ed ancora l’accesso ad un lavoro  privo di sfruttamento e discriminazione, la tutela della salute.

Chi abita a Lampedusa ha vissuto direttamente le stragi dello scorso ottobre, quando il mare si è tramutato in una distesa di cadaveri. L’idea di un incontro sull’isola è nata proprio per dire basta a queste stragi i cui mandanti sono le leggi sull’immigrazione italiane ed europee. Per questo la Carta esprime una forte radicalità politica: farla finita con la legge Bossi/Fini, col trattato di Dublino che regola il diritto di asilo, con la militarizzazione del mar Mediterraneo, con i lager per stranieri.

La Carta di Lampedusa osa l’utopia nel tentativo di concretizzandola. A partire dal linguaggio scelto e ricercato per non usare più quei termini cha creano divisioni tra l’umanità, come “migranti” e “cittadini”, “rifugiati” e “clandestini”. La Carta mette al centro le libertà di ogni persona, tenendo conto delle diverse esperienze che si vivono a partire dal genere che si incarna. La Carta parla di desideri attuabili, di intenti costituenti, di strade percorribili.

Durante la tre giorni a Lampedusa, centinaia di associazioni e realtà mediterranee si sono confrontate nelle differenze in nome di obiettivi comuni e radicali ed hanno dato vita alla Carta come strumento pratico in nome del quale mobilitarsi sui territori per rendere concrete le libertà che vogliamo vivere.

A Brescia tutto ciò si traduce nella pratica delle lotte quotidiane per il diritto all’abitare, per l’ottenimento della residenza, per la libertà di movimento, per i permessi di soggiorno subito (dopo anni di attesa), per i diritti legati al lavoro, per il reddito garantito, per il diritto a vivere in una città sana.

Vi invitiamo all’incontro “Dopo la Carta di Lampedusa: prospettive e mobilitazioni” che si terrà venerdì 21 febbraio alle ore 18 presso il centro sociale Magazzino 47

adottate la Carta di Lampedusa sottoscrivendola a questo link