Domani, giovedì 10 aprile, a Tavernole sul Mella in alta val Trompia l’Associazione Diritti per tutti ed il Comitato provinciale contro gli sfratti fronteggeranno un presidio promosso da Lega Nord e Giovani padani. Quel giorno l’ufficiale giudiziario si recherà a casa di Brahim per sfrattare la sua famiglia che vive in valle da tantissimi anni: il padre è in Italia da 22 anni ed ha sempre lavorato in aziende della zona, l’ultimo impiego alla Galvano Technik di Gardone Valtrompia per 12 anni, fino al licenziamento causato dalla chiusura del suo reparto, la cromatura. I suoi figli più piccoli sono nati, cresciuti e scolarizzati in valle, che considerano il loro paese. La famiglia aveva sempre pagato regolarmente l’affitto prima del licenziamento del padre, pagando anche tasse locali e contributi, anche quelli per l’edilizia popolare. Ora questa famiglia chiede solo di poter avere una alternativa abitativa a canone sociale, in un alloggio popolare o d’emergenza, fino a quando non troverà una fonte di reddito. Il comune si è sempre mostrato indifferente, anche nei confronti del proprietario bresciano, visto che non ha mai aiutato la famiglia, come fanno molte amministrazioni, a pagare l’affitto. Se ci fosse lo sfratto, tra l’altro, il comune sarebbe tenuto per legge a prendersi cura della madre e dei minori, ospitandoli in strutture di accoglienza che mediamente costano al mese il triplo di quanto ammonta
l’affitto. Ma non è una questione economica: il fatto è che sulla pelle di queste persone oneste e bisognose, l’amministrazione e la Lega intendono fare una squallida propaganda politica, alimentando una guerra tra poveri ed una
contrapposizione nei confronti dei lavoratori di origine immigrata, per cercare di recuperare un po’ di consenso nel proprio elettorato deluso dopo gli scandali delle mutande verdi di Cota, dei diamanti e degli investimenti in
Tanzania, della laurea in Albania di Bossi Junior; dopo che anni di governo della Lega, a livello nazionale, regionale, provinciale e locale, non hanno prodotto risultati e non hanno dato risposte ai bisogni delle persone vittime
della crisi, sia italiane che migranti, ma hanno solo favorito i privilegiati, i ricchi, le banche, aumentando le diseguaglianze sociali. Per questi motivi consideriamo il presidio leghista una vera e propria strumentalizzazione
provocatoria che sarà respinta con una grande mobilitazione. Appuntamento al picchetto di massa giovedì 10 aprile alle ore 8,30 davanti a casa della famiglia di Brahim, in via Amadini a Tavernole, di fronte al distretto ASL.