Esine, Valcamonica: la famiglia di Ahmed resta in casa nonostante la boria dell’avvocato e dell’u.g.

Ahmed è cittadino italiano; è arrivato in Italia nel lontano 1989 e dal ’92 risiede in media Valcamonica, ad Esine, dove ha lavorato come operaio metalmeccanico. Quando la crisi ha morso anche in questa valle industriale è stato licenziato e non ha più potuto pagare l’affitto. Vive con l’anziana madre, la moglie e 5 figli: due ragazze che frequentano ragioneria a Edolo e tre bambini, alunni delle elementari del paese. Sono tutti cresciuti in valle, tre ci sono pure nati. Oggi l’ufficiale giudiziario, la dott.ssa Vogini, è arrivata con piglio deciso per eseguire lo sfratto, d’altra parte l’aveva promesso agli attivisti del Collettivo provincialotta della valle quando la settimana scorsa aveva buttato in strada una famiglia con 3 bambini:” Al secondo accesso qui si sfratti si eseguono, non siamo a Brescia”. Accompagnata dal baldanzoso avvocato della proprietà, arrivato addirittura da Pavia dove la figlia del proprietario fa la magistrata, l’ufficiale giudiziario ha subito dovuto cambiare atteggiamento quando si è trovata di fronte non solo gli attivisti del Collettivo locale insieme a qualche giovane del Collettivo studentesco camuno, ma anche una folta delegazione dell’Associazione Diritti per tutti di Brescia che non li ha nemmeno fatti avvicinare alla casa, sbarrando loro il passo. Anche la boria dell’avvocato, che ha pateticamente cercato di sfondare la linea del picchetto, è immediatamente venuta meno di fronte alla reazione degli attivisti. Insieme, ufficiale giudiziario e legale, si sono trovati in un angolo circondati e protetti da un cordone di carabinieri ed hanno firmato il rinvio al 6 novembre. Per quella data Ahmed e la sua famiglia saranno in un alloggio ALER essendo primi in graduatoria e con l’assegnazione in corso di un appartamento vuoto e già disponibile, come ha garantito lo stesso Comune di Esine. La soluzione col passaggio da casa a casa è quindi a portata di mano, solo una stolida tracotanza ha prodotto la tensione che si è creata in paese, con l’arrivo di tre jeep dei carabinieri, una macchina della polizia municipale e la strada parzialmente bloccata. Il 22 ottobre c’è un nuovo sfratto in valcamonica,  a Darfo: speriamo che la lezione di filosofia del diritto sia stata appresa.