L’Associazione Diritti per Tutti partecipa alla Marcia per l’accoglienza di sabato 31 ottobre alle ore 14,30 in Piazza Loggia, non sottoscrivendo l’appello che la indice, e scendendo in piazza coi seguenti contenuti politici.
WELCOME! PER LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO, PER I DIRITTI SOCIALI
Le migrazioni sono un dato di realtà consolidato e irreversibile. Le persone che vivono in Paesi poveri o in crisi umanitaria si spostano per raggiungere luoghi con più possibilità e più sicuri, per sfuggire a guerre o disastri ambientali, per allontanarsi dagli effetti peggiori del cambiamento climatico, del neoliberismo, della crisi capitalistica. Fuggono dalla morte e cercano una vita degna. È inevitabile ed è giusto. Tutti lo faremmo, l’abbiamo fatto, lo facciamo.
Fermare queste moltitudini umane, oltre che ignobile, è impossibile. Non serve – come fa l’Europa – sigillare le frontiere, aumentare i controlli, erigere muri, mobilitare eserciti di terra e di mare. Non serve rendere le leggi più restrittive contrapponendo, sulla base di criteri “oggettivi” centrati sulla provenienza e l’appartenenza etnica, i profughi di guerra da accogliere, ai migranti dichiarati “economici”, le cui domande di asilo vengono respinte. Migranti economici ai quali contemporaneamente le leggi in vigore nei Paesi europei – come la Bossi-Fini in Italia, che lega il permesso di soggiorno al contratto di lavoro a tempo indeterminato – rendono di fatto impraticabile l’ingresso regolare e alquanto precaria la permanenza.
Certo, i dispositivi di chiusura che l’Unione Europea e l’Italia stanno continuando a rafforzare danno comunque dei risultati: producono clandestinità. Impongono discriminazioni, precarietà e sfruttamento estremi, anzitutto contro chi si vede negato un permesso di soggiorno. Generano allarme e contrapposizioni ai piani bassi della piramide sociale. Sono la causa prima delle stragi di donne, uomini, bambini lasciati senza altra possibilità per muoversi ed arrivare che affidarsi a scafisti e trafficanti di vite umane.
La libertà di circolazione, di scegliere dove andare e dove restare, deve essere un diritto universale. Non si contrappone, non si riduce e non si sacrifica al sacrosanto diritto di fuga dalla guerra, al quale invece si aggiunge e si accompagna.
Le persone che arrivano non sono solo nuda vita, naufraghi disperati, vittime. Non ci portano soltanto un dovere di accoglienza. Di un’accoglienza che sia davvero degna, che sia gestita con operatori e luoghi idonei a fare mediazione e formazione reali e che, fra l’altro, non può comportare l’imposizione di lavoro “volontario” gratuito. Le persone che arrivano non sono nemmeno soltanto un’occasione economica, da cogliere per le cooperative del terzo settore e da sottrarre agli appetiti speculativi dei molti pescecani del business umanitario.
Sono anche soggetti protagonisti delle proprie scelte. La scelta di arrivare fino a qui, per ottenere diritti e futuro, sfidando insieme ai pericoli del viaggio le leggi ingiuste della politica europea sull’immigrazione, va riconosciuta e sostenuta fino in fondo, come una possibilità e un’esortazione anche per tutt* noi che nell’Italia e nell’Europa dell’austerità già viviamo.
Non sono le risorse economiche a mancare per poter praticare il linguaggio universale della solidarietà e per sconfiggere il solito ordine del discorso razzista che punta a contrapporre italiani, profughi e immigrati. I fondi europei per i richiedenti asilo sono a ben guardare solo una piccola parte delle risorse possibili. Ci sono anche altre risorse, la cui disponibilità riguarda tutti, compresi i rifugiati, soprattutto quando il periodo di accoglienza in strutture e percorsi protetti è terminato. Si tratta della ricchezza enorme che tutte e tutti, italiani e immigrati, regolari e irregolari, produciamo. La ricchezza che però le politiche di austerità sottraggono sempre più al welfare e ai diritti sociali per trasferirla a banche, società finanziarie, grandi industriali, casta politica al loro servizio.
È all’austerità, al neoliberismo, alle oligarchie al potere che vanno imputati il diffondersi dell’insicurezza sociale e l’impoverimento per milioni di persone, la precarietà del reddito e del lavoro, gli sfratti, i tagli e i costi crescenti nell’accesso a servizi e prestazioni pubbliche fondamentali, come la sanità. Non agli immigrati!
Va detto forte e chiaro, senza ambiguità, senza che la complessità venga ridotta ad un alibi: sono queste la realtà e le responsabilità che vengono nascoste e messe al riparo dall’allarme ripetuto ogni giorno dai fascio- leghisti e dagli imprenditori politici dell’odio razziale contro un’invasione inesistente di profughi e immigrati.
L’alternativa al razzismo istituzionale e a quello sociale, alle stragi, alle guerre fra poveri e all’invenzione di capri espiatori passa dalla riappropriazione dal basso della ricchezza comune e dei diritti.
Anche in questi territori da anni sono spesso migranti e rifugiati i soggetti protagonisti delle lotte, oltre che per i permessi di soggiorno, contro gli sfratti e per il diritto all’abitare, per il welfare pubblico, contro lo sfruttamento lavorativo, come nel settore della logistica.
Da tempo abbiamo cominciato a marciare insieme lungo lo stesso percorso di liberazione, contro il razzismo e per i diritti sociali. Bisogna proseguire. In tante e tanti, l’orizzonte è lo stesso per tutt*.
NO AL RAZZISMO ISTITUZIONALE; NO AL FASCISMO; LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI SOGGIORNO
Per l’apertura di canali d’ingresso umanitari verso l’Italia e l’Europa; Contro il Regolamento Dublino, per un diritto d’asilo e permessi di soggiorno europei svincolati da contratti di lavoro e reddito; Basta legge Bossi-Fini; Basta Cie; Casa, reddito, diritti, permesso, dignità per tutt*. PRIMA I POVERI!!
MANIFESTAZIONE SABATO 31 OTTOBRE ORE 14.30 P.zza della LOGGIA BRESCIA