28 maggio 1974 – 2016

BASTA STRAGI E RAZZISMO. WELCOME!noborder2

SABATO 28 MAGGIO, ORE 9, PIAZZA GARIBALDI, BRESCIA

MANIFESTAZIONE

Per canali umanitari d’ingresso in Italia ed Europa, per un’accoglienza degna. Contro l’Europa fortezza e la chiusura delle frontiere. Per il diritto d’asilo e per permessi di soggiorno europei svincolati da contratti di lavoro e reddito. Nessuno è illegale! Basta Regolamento Dublino, legge Bossi-Fini, Cie. Casa, reddito, welfare, sicurezza sociale, permesso, dignità, libertà per tutt*. Prima i poveri!

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Sono più di 4.200 nel 2015, oltre 1.300 nei primi 4 mesi del 2016 le persone migranti morte nel  Mediterraneo: è una strage continua. Non una casualità disgraziata ma conseguenza diretta della chiusura delle frontiere e dei dispositivi per respingere messi in atto dalle istituzioni europee e italiane, che invece di aprire un ingresso legale e sicuro, lasciano donne, bambin*, uomini alla tratta gestita da organizzazioni criminali.
La strage colpisce chi vuole liberarsi da violenza, povertà e sfruttamento, esercitando il diritto a muoversi per cercare una vita degna lontano dagli effetti peggiori della crisi economica e sociale capitalistica, dalle guerre per il comando e il profitto alimentate anzitutto dai Paesi occidentali.
Ancora una volta per chi sta al potere il prezzo troppo alto da pagare non sono le stragi, ma l’apertura alle richieste di riscatto e giustizia sociale. Per questo le frontiere restano chiuse e si moltiplicano.
La bomba di piazza Loggia contro donne e uomini, lavoratori, insegnanti, studenti, antifascist* è anche memoria dell’oggi. Perché 42 anni dopo il 28 maggio 1974 la strage di Stato continua, contro i bisogni, le speranze, le istanze autodeterminazione e resistenza del presente.

Per deportare e tenere fuori i migranti, l’Unione Europea appalta al regime oscurantista e sanguinario del sultano Erdogan la creazione di campi di concentramento in Turchia. Anzi, su proposta del governo Renzi, fa del patto con la Turchia un modello da replicare altrove: al più presto in Libia, se conviene con un intervento militare diretto.
Intanto l’apertura delle frontiere interne alla UE (come Brennero e Ventimiglia) diviene selettiva lungo le linee del colore e della razza. Viene vincolata dagli Stati membri ad una rigida applicazione degli accordi per il confinamento dei richiedenti asilo (a partire dal Regolamento Dublino) e per il respingimento dei tanti che vengono classificati come “migranti economici”, esclusi dal diritto di cercare in Europa una vita migliore perché in fuga non da una guerra ma “solo” da povertà, fame, miseria, effetti devastanti della crisi climatica.

I confini e i check point, oltre che a tenere fuori, servono a dividere, subordinare, ricattare chi entra o è già dentro. Non sono solo lungo le frontiere chiuse, ma anche nell’ordinaria amministrazione di leggi ingiuste che, a partire dal diniego del permesso di soggiorno, possono condannare migliaia di persone a vivere in condizione di clandestinità, di precarietà e sfruttamento lavorativo, anche anni dopo l’attraversamento della frontiera d’ingresso in Italia ed Europa.

Così a Brescia, più della metà dei richiedenti della sanatoria 2012, dopo quasi 4 anni, sono ancora senza regolarizzazione, ostaggi delle plateali discriminazioni dello Sportello Unico Immigrazione della Prefettura.

Così migliaia di migranti, spesso radicati in questi territori da molti anni con le loro famiglie, perduto il lavoro a causa della crisi, perdono anche il permesso di soggiorno, grazie alla legge Bossi-Fini.

Così i richiedenti asilo che, dopo molti mesi di attesa, si vedono respingere le domande  dalle Commissioni Territoriali (da quella di Brescia non meno del 60%) e vengono catalogati come migranti economici, perdono anche ogni possibilità di avere il permesso e uscire dalla clandestinità, grazie agli accordi europei e alla solita legge Bossi-Fini.

Così i profughi vengono abbandonati a se stessi non appena avuta la risposta alla richiesta di asilo: nella gran parte dei casi anche quando la risposta è positiva restano senza più nemmeno un tetto sotto il quale ripararsi, consegnati all’emarginazione sociale da un sistema organizzato, ben più che per l’accoglienza, per il controllo e il respingimento delle persone. Un sistema con gravi carenze strutturali nel dare adeguato supporto (formativo, psicologico, legale…) a chi è riuscito ad arrivare fin qui per provare a rendere realtà un nuovo progetto di vita. Un sistema emergenziale appaltato in gran parte a chi offre il minor costo economico, spesso operatori privati interessati anzitutto al business (mentre nel bresciano i profughi inseriti nei progetti Sprar sono solo il 10%).
Anche questi sono muri di ordinario razzismo istituzionale, che le proteste dei migranti per i permessi di soggiorno, contro i dinieghi e per una vera accoglienza vogliono almeno rendere visibili e oltrepassare.

Siamo per la libertà di ciascuno di poter scegliere dove andare e restare, per il diritto di tutti e tutte ad una vita degna. Siamo per l’universalità dei diritti sociali e di cittadinanza, per la riappropriazione dal basso della ricchezza comune, che tutte e tutti, italiani e immigrati, regolari e irregolari, produciamo. Siamo contro il sistema capitalista dell’austerità, della crisi, del debito, che impone precarietà, insicurezza e impoverimento a milioni di persone colpendone i diritti sociali e il reddito. Siamo contro l’ideologia fascista e razzista della contrapposizione fra nativi e migranti, che alimentando la guerra dei poveri contro i più poveri mette al sicuro solo i profitti e i privilegi delle oligarchie politiche, imprenditoriali e finanziarie neoliberiste al governo in Italia e in Europa.
Lottiamo per i diritti e la solidarietà tra oppress* e sfruttat*. Come gli 8 compagni e compagne per questo uccisi/e in piazza Loggia da una bomba fascista e di Stato.

noborder3Associazione Diritti per Tutti, Brescia
Collettivo Gardesano Autonomo
Spazio sociale la Boje, Mantova
Rete antirazzista mantovana