Martedì 10 maggio – Con due partecipati picchetti attivisti-e dell’Associazione Diritti per tutti, Magazzino 47, inquilini resistenti ed occupanti hanno bloccato questa mattina due sfratti a Brescia e ad Orzinuovi. In città in corso Garibaldi avrebbe dovuto uscire da casa Larysa col marito italiano ed il figlio 25enne che due anni fa ha avuto un infortunio sul lavoro e per questo è stato licenziato. Ora è in causa con la sua ex ditta di copertura tetti per il licenziamento ingiusto e per il risarcimento. Anche il marito di Larysa, camionista, è in causa per il suo licenziamento. La grande proprietà dell’appartamento dove vivono in Corso Garibaldi a seguito del picchetto ha accettato il progetto contenimento sfratti del Comune con una sospensione dell’esecuzione fino al 10 novembre. A Coniolo di Orzinuovi invece è stato ottenuto un rinvio fino al 20 settembre: qui lo sfratto era richiesto dall’Aler. Il canone di affitto “moderato” è di 400 euro mensile, ovviamente insostenibile per Hamzaoui, carpentiere che ha perso il lavoro ancora nel lontano 2009 e che da allora vive e mantiene la famiglia, moglie e tre figli di 12, 8 e 3 anni, con lavori saltuari. La richiesta di trasferirlo in un alloggio a canone sociale avanzata dall’Associazione Diritti per tutti non è stata accettata da Aler e Comune di Orzinuovi in sede di trattativa in Prefettura, quindi oggi lo sfratto è stato bloccato e Hamzaoui comincerà ad autoridursi l’affitto pagando un canone sociale di 70 euro. Al picchetto di Coniolo ha partecipato anche il giovane artista italo-marocchino di Beatbox, Isam Lil Klips.
Lunedì 9 maggio – L’Associazione Diritti per tutti e il Magazzino 47 aprono una settimana impegnativa di lotta per la casa con 11 sfratti bloccati a Brescia questa mattina. I picchetti più robusti si sono formati in particolare nel caseggiato popolare della Congrega in via Mazzucchelli, dove erano previste 6 esecuzioni e in via Corsica per uno sfratto richiesto da una grande proprietà immobiliare. Altri picchetti si sono svolti in Via Monte Cimone, in via Battaglie (2 esecuzioni) ed in via Quartiere Perlasca. Sarebbe lungo raccontare nello specifico le storie di queste famiglie in difficoltà: hanno tutte il comun denominatore della crisi, sono operai, pizzaioli, imbianchini, anche un piccolo imprenditore, che hanno perso il reddito a causa della crisi. Sono famiglie con bambini, provenienti dall’Egitto, dal Kosovo, dal Ghana, dal Bangladesh ma anche italiane come quelle di Rita, Roberto, Ilenia. Tutte restano in casa e per diverse di loro finisce l’incubo dello sfratto, giunto all’ottavo o nono accesso dell’ufficiale giudiziario, perchè si avvicina il trasloco in un alloggio popolare dell’ Aler.