INCONTRO DIBATTITO SABATO 26 AGOSTO

alla FESTA DI RADIO ONDA D’URTO, ORE 19

IN CARCERE PERCHÉ SI È MIGRANTI: A MONTICHIARI UN
CENTRO DI PERMANENZA PER IL RIMPATRIO

Ne discutiamo con: Fausto Fenaroli (Naga Milano), Livio Neri (ASGI), Sara Prestianni (Ufficio Immigrazione Arci Nazionale), Stefano Bleggi (Progetto MeltingPot Europa)

Il governo ha deciso di aprire nei prossimi mesi in un’ex caserma alle porte di Brescia, a fianco dell’aeroporto di Montichiari, un “Centro di Permanenza per il Rimpatrio”: un centro di detenzione nel quale potranno essere rinchiuse per 3 mesi e oltre senza aver commesso reati – e poi da lì essere trasferite forzatamente fuori dall’Europa – le persone immigrate che sono prive del permesso di soggiorno, o perché l’hanno perso dopo esser rimaste senza lavoro a causa della crisi, o perché non sono riuscite ad ottenerlo con le passate sanatorie o la domanda di asilo, o perché non vogliono restare in Italia ma andare altrove in Europa.

Il centro di detenzione di Montichiari è uno dei 18 disposti in tutta Italia da una nuova legge, la Minniti-Orlando.
Il governo tratta gli immigrati in Italia come ospiti pericolosi, da mettere persino in carcere per il solo fatto di non avere un titolo di soggiorno, che proprio le pessime leggi in vigore impediscono di ottenere o rinnovare. La Bossi-Fini toglie il permesso a chi perde il lavoro. E la Minniti-Orlando colpisce il diritto alla protezione internazionale, favorendo l’esito negativo delle richieste di asilo, che da anni sono la sola possibilità di regolarizzazione per chi è riuscito ad arrivare fin qui e non può poi proseguire il viaggio verso altri paesi europei a causa del Regolamento Dublino.

Come l’invio della marina militare italiana sulla costa sud del Mediterraneo per respingere verso la Libia e i suoi lager i migranti, come la trasformazione in crimine potenziale delle attività di soccorso in mare svolte dalle ONG, anche la Minniti–Orlando è l’ennesimo inaccettabile provvedimento contro la libertà e la necessità di movimento delle persone.
Presentata come soluzione per difendere sicurezza e decoro, questa legge in realtà serve a escludere e a ricattare i/le migranti, anche quelli che già da anni vivono e lavorano in Italia.
Il suo effetto è la produzione di clandestinità e precarietà, di subordinazione e insicurezza sociale, è favorire lo sfruttamento lavorativo e rendere ancora più incerti i diritti di tutti e tutte.

Per una mobilitazione ampia, da sviluppare nei prossimi mesi, che coinvolga con i/le migranti tutte e tutti coloro che non vogliono CPR, razzismo istituzionale, guerre tra poveri, ma libertà di movimento, solidarietà e affermazione comune di uguali diritti sociali e di cittadinanza,
Emigrare non è un reato. Nessuna persona è illegale.