Cinzia ha 47 anni, ha sempre lavorato come operaia, in una fabbrica di stampaggio plastica. Ha perso il lavoro nel 2009, quando è stata trovata più volte a terra senza sensi tra le macchine, perchè inidonea: nel 2006 le avevano diagnosticato una malattia molto grave, la sclerosi multipla, una patologia degenerativa. Da allora prende 307 euro di pensione per i contributi versati e solo ultimamente ha un lavoro di poche ore al giorno pulendo uffici e gabinetti come dipendente in una cooperativa sociale, percependo altri 320 euro al mese; ma è un’occupazione precaria, il prossimo mese scadrà il contratto. Abita in una casa ALER a Brescia, in via Jacopo Robusti a S. polo e l’affitto è di 247 euro, troppo alto per un reddito complessivo di 600 euro, tra l’altro precario, considerando anche che solo di medicine non passate dalla mutua spende 100 euro al mese, poi ci sono le bollette, il cibo… Per questo è diventata vittima della morosità incolpevole e l’Aler vuole sfrattarla, nonostante Cinzia chieda un appartamento più piccolo e a canone sociale, insomma un affitto che possa pagare. L’Aler invece le ha inviato la comunicazione che il 28 gennaio 2013 con l’ausilio della forza pubblica la sbatterà in strada. Non ci riuscirà! A difendere i diritti di Cinzia, cittadina bresciana, nata a S. Bartolomeo, cresciuta in Via Milano ed ora residente a S Polo, ci saranno gli attivisti italiani e immigrati dell’Associazione e del Comitato. Ci chiediamo: ci saranno anche il senatore Mazzatorta, il vicesindaco di Brescia Rolfi e Camilla Gritti, tutti esponenti della Lega Nord, che nei giorni scorsi con una conferenza stampa ed una interpellanza al ministero dell’interno avevano accusato l’Associazione di operare discriminazione verso i bresciani perchè bloccherebbe solo gli sfratti delle famiglie immigrate mentre gli italiani non scampano alle esecuzioni?