Abderrahim vive a Coccaglio, ha lavorato come carpentiere dal 1989 fino al 2009 quando la crisi dell’edilizia ha falciato anche il suo posto di lavoro; nonostante fosse rimasto senza lavoro ha continuato a pagare 450 euro di affitto fino al 2011, poi non ce l’ha più fatta ed è diventato vittima della morosità incolpevole finendo sotto sfratto. Sua moglie è malata, emorragia subaracnoidea e ischemia cerebrale, ha bisogno di costanti cure e soffre di terribili emicranie e perdite momentanee di conoscenza; il figlio maggiore di 18 anni, cresciuto in paese e fidanzato con una ragazza italiana, sta cercando lavoro, inutilmente; l’altro figlio, quindicenne, frequenta la scuola superiore e il più piccolo di 6 anni è in prima elementare a Coccaglio. Per loro l’amministrazione a guida leghista (quella diventata tristemente celebre per l’operazione di Natale White Christmas contro gli immigrati del 2009) ha proposto solo il rimpatrio assistito. Questa mattina c’era l’esecuzione dello sfratto: un picchetto dell’Associazione Diritti per tutti e del Comitato anche stamattina ha ribadito che senza alternative, senza il passaggio da casa a casa, non si butta per strada nessuno ed ha bloccato lo sfratto che è stato rinviato al 13 febbraio. Durante la mobilitazione c’è stato un duro scontro con alcuni leghisti che si sono presentati con uno scopino verde e , mettendosi dietro alla poliza locale, hanno cominciato ad insultare e minacciare gli attivisti presenti, peraltro presenti in gran numero, almeno una quarantina: la reazione è stata ferma ed immediata ed ha portato all’allontanamento dei provocatori, costretti a ritirarsi con il loro scopino a pezzi. Successivamente il picchetto si è spostato davanti al Comune per chiedere un intervento dell’Amministrazione e per dimostrare che la controparte non è il piccolo proprietario dell’appartamento. Questa è stata la 41esima azione della campagna d’autunno “Stop agli sfratti” iniziata il 10 settembre con l’occupazione dimostrativa dei prefabbricati dove alloggiavano gli operai della metropolitana a S Polo per chiedere di realizzarvi un centro di emergenza abitativa dove collocare le famiglie sfrattate. Dalle istituzioni, Prefettura in primis, ancora nessun provvedimento concreto per affrontare l’emergenza sfratti, intanto la tensione continua a crescere ed il gelo invernale è arrivato.