Coccaglio 13-9-2013
Dopo i due picchetti che hanno bloccati ieri due sfratti ad Orzinuovi (entrambi nei confronti di famiglie di lavoratori dell’edilizia, un muratore ed un gruista, in Italia da molti anni con bambini nati e scolarizzati nella bassa bresciana) ed in attesa della giornata campale degli sfratti, con ben cinque picchetti, tutti a Brescia città lunedì 16 settembre, da Coccaglio arriva un’altra storia drammatica. Ieri notte Saidane Sahbi, la moglie Zhora e i quattro figli di 1, 4, 6 (malato di anemia marziale) e 7 anni hanno dovuto dormire in auto fuori dal Municipio. La famiglia di Saidane, muratore tunisino in Italia da vent’anni e senza lavoro da quasi tre, è lo specchio di quanto accade a migliaia di persone, ogni giorno, tra indifferenza ed emergenza quotidiana.
Dopo aver bloccato più volte il suo sfratto, la scorsa primavera famiglia e attiviste e attivisti di Diritti per tutti e Comitato contro gli sfratti avevano strappato un accordo all’Amministrazione leghista. L’intesa, sottoscritta in Prefettura, prevedeva la possibilità per Saidane e famiglia di restare nell’abitazione di via Gramsci fino a giugno, per consentire ai bambini di concludere l’anno scolastico.
A quel punto il rientro estivo in Tunisia e, da settembre, una nuova abitazione, recuperata dal Comune stesso. Ieri, l’amara sorpresa: la casa a Coccaglio non c’era, l’unica soluzione – si fa per dire – è a Lumezzane, un appartamento da condividere con un altro nucleo, una soluzione inaccettabile per una famiglia, come quella di Saidane, già composta da sei persone.
Per questo, dopo la notte in auto fuori dal Comune, questa mattina la richiesta pressante di un incontro con il sindaco locale, Franco Claretti, per una soluzione dignitosa e duratura