Decine di attivisti dell’Associazione Diritti per tutti e del Comitato provinciale hanno bloccato questa mattina due sfratti a Chiari e in città, a Brescia. Nel primo comune, in Via Ricci 10, rischiava di finire in strada la famiglia di un muratore, in Italia dal 1989, che ha perso il lavoro per la crisi dell’edilizia nel 2011; vive con la moglie e tre figli minori tra i 9 ed i 14 anni, nati qui. Lo sfratto è stato bloccato e rinviato al 15 settembre. Ora si verificherà se la nuova amministrazione comunale si comporterà diversamente da quella destro-leghista che è uscita sconfitta dal ballottaggio di ieri. A Brescia in via Codignole 31 si è ottenuto un rinvio a settembre per lo sfratto ai danni di Nezaa, di sua sorella e della nipotina Nissrine di 9 anni. Anche queste donne vivono in Italia dal 1990, hanno lavorato come operaie e come badanti ed ora hanno perso il lavoro, Nezaa anche a causa di una invalidità. La soluzione che era stata loro proposta, il rimpatrio in Marocco, non è stata neanche presa in considerazione dato che l’Italia è ormai il loro paese, dove hanno vissuto e lavorato per 20 anni e dove è nata e cresciuta la piccola Nissrine, che ha appena concluso la terza elementare. Per loro rinvio dello sfratto a settembre e prospettiva del passaggio da casa a casa poiché hanno una ottima posizione nella graduatoria ALER. Impegnati nei picchetti una sessantina di persone, attivisti, sfrattati ed occupanti della Franciacorta e della città. Nel primo pomeriggio invece, ad Esine in media Valcamonica, un altro picchetto con attivisti locali del collettivo Provincia/lotta e del Collettivo studentesco camuno insieme a migranti della zona che si erano rivolti all’Associazione Diritti per tutti, ha bloccato uno sfratto contro una famiglia con bambini. La lotta per il diritto alla casa è arrivata anche nella terza valle brescia, dopo che in Valtrompia e Valle sabbia già da tempo sono attivi gruppi territoriali.