L’ampia e ottima partecipazione alla manifestazione di sabato 28 marzo per l’ottenimento dei permessi di soggiorno e contro la condizione di clandestinità – imposta a molte migliaia di immigrati in città e provincia di Brescia dalla Bossi-Fini e da un’applicazione particolarmente restrittiva e discriminatoria delle leggi in vigore da parte di Prefettura e Questura di Brescia – ci aspettiamo porti al conseguimento almeno di un risultato minimo: l’apertura in città degli spazi fisici quotidiani necessari allo svolgimento della legittima protesta degli immigrati. Quegli spazi che finora sono stati compressi o negati da un intervento della Questura volto invece a soffocare la mobilitazione, attraverso l’imposizione sistematica di divieti pretestuosi e assurdi, fino al ricorso a espulsioni, reclusioni nei C.I.E., fermi di polizia, manganellate e violenze inaccettabili.
La forza delle ragioni fondate della protesta e del numero dei partecipanti, l’impegno e il coraggio dei veri protagonisti di questa vicenda, vale a dire i migranti in lotta, sostenuti dalle associazioni che si sono poste e resteranno al loro fianco fino all’ottenimento del risultato della liberazione dalla condizione di clandestinità: sono queste le condizioni che davvero hanno determinato il successo della manifestazione di sabato 28 marzo.
Al risultato hanno concorso tutti i promotori della manifestazione, anche attraverso i contatti e le trattative che tutti hanno attivato, senza che ci siano meriti esclusivi o prevalenti da attribuire a qualcuno a discapito di qualcun altro. E’ così che sono infine cadute, nei fatti già prima che la manifestazione iniziasse, anche le prescrizione più insensate della Questura, quelle che più avrebbero potuto pregiudicare il regolare e sereno svolgimento della manifestazione: il divieto alla più che ragionevole richiesta di far entrare il furgone con impianto di amplificazione in piazza Loggia, luogo di concentramento della manifestazione, e l’obbligo di far passare il corteo, nell’ultima parte del suo percorso, nell’angusto corsetto Sant’Agata invece che in piazza Loggia verso il luogo d’arrivo in Largo Formentone. E’ un dato di fatto, inoltre, che il servizio d’ordine per l’autotutela del corteo è stato organizzato e gestito per intero dai migranti e dalle loro associazioni, con il supporto dei militanti del centro sociale Magazzino 47.
Grazie alla manifestazione del 28 marzo può proseguire con maggiore forza e sostegno la giusta protesta dei migranti, per i quali restare senza permesso vuol dire fra l’altro doversi consegnare allo sfruttamento più estremo nel lavoro nero. Restiamo al loro fianco. Su questo noi non abbiamo alcun dubbio.
Brescia, 29/03/2015
Associazione Diritti per Tutti
immagini del corteo