Questo pomeriggio l’Associazione Diritti per tutti, il Magazzino 47 e il Collettivo gardesano autonomo hanno riaperto le porte della cosiddetta “casa dell’orrore” di Via Ugolino Ugolini a Brescia per farvi entrare la famiglia di Opoku con moglie e tre bambini, che ha subìto uno sfratto pochi giorni fa per morosità incolpevole. L’abitazione apparteneva ai coniugi Donegani, uccisi dal nipote ed è stata incamerata dal Demanio statale dopo la condanna all’ergastolo dell’erede; è disabitata dall’agosto 2005. Opoku, sua moglie e i loro figli hanno dovuto lasciare la casa dove avevano vissuto per molti anni a seguito di un accordo in Prefettura sottoscritto per non penalizzare ulteriormente la piccola proprietaria del loro appartamento. Sono nella graduatoria per una assegnazione Aler ma non ci sono alloggi a disposizione. Erano sistemati provvisoriamente, per una settimana, dal Comune in un albergo e da lunedì sarebbero stati in strada. Ora quella villetta che fu teatro di morte tornerà ad essere luogo di vita di una famiglia, con la spensierata felicità dei bambini, con la speranza e l’aspirazione ad un miglioramento della propria condizione. Questa situazione ripropone urgentemente la necessità di alloggi a canone sociale per le vittime della crisi e di centri per l’emergenza abitativa, oltre che l’insufficienza delle politiche di contenimento degli sfratti messe in atto dall’amministrazione comunale. Per questo chiediamo la moratoria dell’esecuzione degli sfratti in assenza di passaggio da casa a casa e la messa a disposizione temporanea degli appartamenti della Torre Tintoretto perle famiglie in attesa di assegnazione Aler.