Questo pomeriggio Khalid, dopo il gesto disperato di questa mattina all’ufficio casa (vedi notizia sotto) è stato rilasciato dalla polizia ed è tornato nella sua abitazione insieme alla moglie ed al bambino. Intanto da Mazzano arrivava invece la notizia che la giunta cialtrona destroleghista si è rimangiata la parola ritirando la proposta di accoglienza alla Caritas di Cremona. La famiglia di Bechir, con due bambini di due anni e di 6, quest’ultimo invalido, sta vivendo ancora in furgone davanti al municipio. Il 30 a Mazzano ci sarà uno sfratto, ci saremo tutti per un picchetto che saprà far capire alla giunta che non si scherza con la vita delle persone.
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Protesta disperata all’ufficio casa di Brescia
“Se non mi date la casa popolare che mi spetta mi do fuoco” con queste parole, urlate con voce disperata, un uomo si è cosparso di benzina questa mattina all’interno dell’ufficio casa del Comune di Brescia, rovesciando il contenuto della tanica anche sul mobilio. L’intero edificio, il Palazzo comunale di Piazza repubblica dove hanno sede anche altri assessorati, è stato evacuato e sono intervenuti pompieri e polizia. Il protagonista di questo atto di esasperazione è Khalid, un immigrato che ha attraversato il percorso di lotta contro gli sfratti dell’Associazione Diritti per tutti. Sfrattato l’anno scorso a Borgosatollo, Khalid che ora vive a Brescia in un vecchio e insalubre appartamento di Via Milano, era in attesa dell’assegnazione di una casa popolare dell’Aler; il fatto che ha scatenato la sua disperazione è un disguido burocratico che ha determinato la perdita della posizione in graduatoria: il nuovo indirizzo e il suo numero di telefono non sono stati trasmessi dall’Aler, dove khalid aveva portato gli aggiornamenti dei suoi dato anagrafici, all’ufficio casa; quando i funzionari del comune l’hanno chiamato e cercato al vecchio indirizzo non l’hanno trovato e Khalid, sua moglie ed il suo bambino piccolo hanno perso l’assegnazione e sono finiti in fondo alla graduatoria. Però una multa stradale , secondo quanto ha dichiarato, è regolarmente arrivata al nuovo indirizzo. Da qui la protesta disperata di oggi. Khalid si è poi consegnato alle forze dell’ordine che l’hanno portato in questura dove si trova ancora. Non si sa per il momento se verrà rilasciato o arrestato e con quali capi di imputazione. Una vicenda che è spia di una grave situazione di emergenza abitativa: oltre all’impressionante numero di sfratti, 2303 nella provincia di Brescia l’anno scorso, ci sono solo nella città capoluogo 3000 famiglie in graduatoria in attesa di una casa popolare e l’ALER assegna solo duecento appartamenti all’anno.
Nella settimana di mobilitazione nazionale 2 picchetti a Brescia
Oggi 25 settembre è la giornata centrale della settimana nazionale di mobilitazione contro gli sfratti e per la moratoria per la morosità incolpevole lanciata dalla Rete “Abitare nella crisi” in preparazione della sollevazione generale del 19 ottobre per la casa, il reddito e contro le grandi opere inutili, dispendiose e che devastano i territori. In provincia di Brescia l’Associazione Diritti per tutti ed il Comitato provinciale contro gli sfratti, una quarantina gli attivisti impegnati, hanno partecipato con l’attuazione di due picchetti che hanno bloccato l’esecuzione di sfratti a Borgosatollo ed a Gussago. Nel primo caso la famiglia che rischiava di perdere la casa è di origine pachistana, con due bambini di 2 anni e di 9 mesi. Il padre ha lavorato come operaio metalmeccanico in una azienda della zona ma con la crisi il suo contratto di lavoro, a tempo determinato tramite agenzia interinale, non è stato più rinnovato; a Gussago invece la famiglia sotto sfratto ha tre figli, due minori di 6 e 2 anni. Anche in questo caso il padre era un operaio metalmeccanico prima di essere licenziato per mancanza di lavoro. La ricca proprietaria dell’appartamento ha inviato il fabbro che si è presentato per cambiare la serratura ed è stato bloccato; in un secondo momento lo stesso artigiano ha chiesto aiuto per suo fratello che è sotto sfratto.
In vista della manifestazione mercoledì 25 settembre presidio all’ufficio della Prefettura
In vista della manifestazione del 28 settembre si terrà mercoledì 25 settembre un presidio-conferenza stampa davanti all’ufficio unico della Prefettura di Via Lupi di Toscana a Brescia, a partire dalle ore 9. Il giorno successivo si svolgerà un volantinaggio davanti alla questura dove centinaia di migranti si devono recare ogni giorno per espletare pratiche che li riguardano sopportando i ritardi ed i tempi lunghissimi della burocrazia. Venerdì poi il volantinaggio interesserà tutte le moschee bresciane.
Mazzano: la cattiva soluzione della giunta PDL-Lega Nord
A distanza di quasi una settimana, l’Amministrazione comunale di Mazzano, in provincia di Brescia, ha proposto una soluzione per la famiglia che, dopo essere stata sfrattata nei mesi scorsi, vive in un furgone parcheggiato davanti al municipio. Ieri sera è stato comunicato ai genitori dei due bambini di 6 e 2 anni, uno invalido al 100%, che dai prossimi giorni la mamma ed i figli saranno collocati alla Casa dell’Accoglienza della Caritas a Cremona. Una cattiva soluzione a cui la giunta PDL-Lega Nord è stata costretta dalla determinazione della famiglia che in questi giorni ha ricevuto la solidarietà, anche concreta, di diversi cittadini del paese che evidentemente non condividono le posizioni dell’amministrazione che ha lasciato sole ed abbandonate queste vittime della crisi. La sistemazione trovata è però fortemente penalizzante e lacerante sul piano degli affetti più profondi: il padre rimane in strada, separato dai bambini così piccoli e bisognosi di entrambi i genitori. Alla casa di accoglienza di Cremona accolgono anche l’intero nucleo famigliare e non solo donne con figli (vedasi sito http://www.caritascremonese.it/operesegno/casa-dell%E2%80%99accoglienza-di-cremona.html ) quindi ci vengono naturali alcune domande: perchè gli amministratori cattolici di Mazzano hanno voluto distruggere l’integrità di una famiglia che vuole stare insieme? C’è forse un intento punitivo tendente a creare disagio ed a costringere la famiglia a rifiutare l’assistenza o a tornare nel paese di origine da cui sono emigrati nel lontano 1990? Per il bene della mamma, stremata, e dei due piccoli bambini ( uno dei quali, lo ricordiamo ancora una volta, invalido) il padre ha accettato questa proposta ma l’Associazione Diritti per tutti ribadisce la propria posizione: agli sfratti per morosità incolpevole le Istituzioni devono rispondere solo con il passaggio da casa a casa o in subordine con la collocazione in un altro alloggio temporaneo ma solo con la garanzia dell’integrità del nucleo famigliare. Le altre soluzioni sono disumane e indegne di una sociatà civile.
Mazzano: famiglia sfrattata dorme in furgone con due bambini, uno invalido
A Mazzano, in provincia di Brescia, una famiglia sfrattata con due bambini di 6 e 2 anni, il primo con invalidità totale, è costretta a dormire sul furgoncino a causa della latitanza e del disinteresse del Comune amministrato da Pdl e Lega Nord Il padre, muratore di origini tunisine in Italia da 20 anni, aveva perso il lavoro nel 2010 e dopo 8 mesi di indennità di disoccupazione era rimasto senza reddito diventando vittima della morosità incolpevole. Oggi pomeriggio si è tenuta una conferenza stampa davanti al comune di Mazzano da parte dell’Associazione diritti per tutti con la famiglia; l’Associazione ha saputo solo oggi di questa situazione, dopo essere stata avvertita da Radio onda d’urto alla quale si era rivolto il padre, e non aveva così potuto intervenire prima per bloccare lo sfratto avvenuto alcuni mesi fa. Durante l’ iniziativa è arrivato il vicesindaco che ha dichiarato di voler cercare una soluzione allertando i servizi sociali. Tra l’altro la famiglia è seconda in graduatoria per l’assegnazione di una casa ALER ma per la mamma ed i bambini si deve trovare una sistemazione immediata!
Bollettino odierno picchetti: 2 rinvii ed una soluzione di lungo periodo
5 Sfratti bloccati a Brescia città- trovata una soluzione per la famiglia di Coccaglio
Questa mattina 5 sfratti bloccati e rinviati a Brescia. Il picchetto principale con decine di attivisti e di occupanti delle casette si è svolto in via Borsi 19 dove a rischiare di finire in strada è una famiglia di origini albanese con due bambini di 6 e 2 anni nate in città. Il padre, muratore, in Italia da 11 anni, ha lavorato gli ultimi 7 anni in una impresa edile che l’ha licenziato l’anno scorso per crisi aziendale e con cui è in causa per la liquidazione e gli assegni famigliari non corrisposti. Lo sfratto è stato rinviato di due mesi. Intanto da Coccaglio è giunta la notizia di una soluzione per la famiglia di Saidan (vedasi articoli sotto). Il comune pagherà la sistemazione dell’intero nucleo in un alloggio della cooperativa L’oasi a Paratico in attesa di una soluzione definitiva.
Il sindaco di Coccaglio vuole mettere una famiglia in uno stato di sovraffollamento illegale
Comunicato Associazione Diritti per tutti di sabato 14 settembre.
Oggi abbiamo incontrato il sindaco di Coccaglio, CLARETTI in merito alla situazione della famiglia sfrattata che sta attuando una protesta davanti al comune per il rispetto dell’accordo sottoscritto anche dallo stesso sindaco in Prefettura al tavolo sfratti. Gli abbiamo ribadito che il rifiuto della famiglia verso la soluzione di coabitazione trovata a Lumezzane non è una questione di ubicazione: la casa può essere a Lumezzane, come in qualsiasi parte della provincia; la famiglia inoltre è pronta anche a sopportare disagi e sacrifici.Abbiamo rimarcato, però, che ogni soluzione prospettata deve rispettare la legge sulle idoneità alloggiative richieste agli immigrati e sui requisiti riguardanti le metrature che in Lombardia sono di 14 metri quadri a testa per le prime 4 persone e 10 per le successive più una serie di garanzie igieniche (numero di bagni con determinata metratura)La tristemente nota OPERAZIONE WHITE CHRISTMAS prevedeva proprio una verifica generalizzata anche delle idoneità abitative e del sovraffollamento sul territorio di COCCAGLIO .CLARETTI, invece, quando gli fa comodo se ne infischia delle leggi che il suo partito (la Lega Nord) ha fatto votare qui in Lombardia . Scarica una irregolarità, anzi una illegalità, su un’ altra amministrazione, quella di Lumezzane, che potrebbe far intervenire la polizia locale per imporre lo sgombero di un’abitazione in stato di sovraffollamento.Fa finta di dimenticare, inoltre, che senza i requisiti di legge e l’idoneità alloggiativa non viene concessa la residenza e, quindi, non vengono rilasciati i necessari certificati indispensabili per vivere in questo paese (ad esempio è impossibile avere il rinnovo del permesso di soggiorno ecc)
Sfratti bloccati ad Orzinuovi, a Coccaglio il sindaco non rispetta un accordo firmato in Prefettura
Coccaglio 13-9-2013
Dopo i due picchetti che hanno bloccati ieri due sfratti ad Orzinuovi (entrambi nei confronti di famiglie di lavoratori dell’edilizia, un muratore ed un gruista, in Italia da molti anni con bambini nati e scolarizzati nella bassa bresciana) ed in attesa della giornata campale degli sfratti, con ben cinque picchetti, tutti a Brescia città lunedì 16 settembre, da Coccaglio arriva un’altra storia drammatica. Ieri notte Saidane Sahbi, la moglie Zhora e i quattro figli di 1, 4, 6 (malato di anemia marziale) e 7 anni hanno dovuto dormire in auto fuori dal Municipio. La famiglia di Saidane, muratore tunisino in Italia da vent’anni e senza lavoro da quasi tre, è lo specchio di quanto accade a migliaia di persone, ogni giorno, tra indifferenza ed emergenza quotidiana.