Brescia 5 novembre, settimo giorno sulla gru. La notte e’ passata tranquilla, tutto e’ pronto per la grande manifestazione di sabato 6 novembre per i diritti, per i permessi di soggiorno, contro gli sfratti, la precarieta’, il razzismo, concentramento alle ore 15 in Piazza della Loggia a Brescia. Non lasciare soli i fratelli sulla gru significa partecipare alla manifestazione ma soprattutto RIPRODURRE in tutte le citta’ iniziative di lotta forti e incisive per rafforzare la mobilitazione partita a Brescia. Abbiamo la forza? Si’!
Tutti gli articoli di stefi
rassegna stampa sesto giorno
spot manifestazione 6 novembre
sostegno dall’emilia romagna e dal veneto
Dall’Emilia Romagna e dal Veneto: sabato tutti a Brescia
da alcune realtà della Regione Emilia Romagna e Veneto
Abbiamo la forza? Si!
Quanto sta accadendo a Brescia pone finalmente in maniera forte e chiara una domanda di uguaglianza e di visibilità per le persone che stanno partecipando alla costruzione e alla ricchezza di questo Paese, che vengono sfruttati nei cantieri edili, negli alberghi, nelle industrie, nell’agricoltura e sono stati truffati dalla sanatoria del settembre 2009.
La giornata del 30 ottobre 2010 indica una strada, quella della ribellione e produzione del comune contro chi cerca di controllare con la violenza del comando, del razzismo, della disuguaglianza sociale e della guerra fra poveri questa crisi economica. La giornata del 30 ottobre a Brescia ci dice che possiamo provare a cambiare questa condizione di invisibilità e schiavitù per guadagnare la parità di diritti sociali e civili proprio partendo dalla devastazione che la crisi sta producendo e che colpisce tante soggettività.
sostegno alla lotta da bolzano
Comunicato di solidarietà ai migranti di Brescia 03-11-2010
Da sabato 30 ottobre  a Brescia sotto la pioggia  alcuni migranti sono saliti su una gru, per chiedere il rispetto della  loro dignità, per ottenere quel documento (il permesso di soggiorno) che   permetterebbe loro di lavorare  non più al nero per costruirsi una  vita dignitosa.
Passano i giorni e non vengono trovate “soluzioni  politiche” a questa situazione, mentre i 6 migranti continuano la loro  giusta protesta sotto la pioggia, in condizioni penose e dichiarano che  non scenderanno finchè non si trovi una via d’uscita per loro in quanto  non hanno “nulla da perdere”e  non vogliono tornare “nel buio dal quale  sono venuti”.
A questo punto ci chiediamo  dov’è la solidarietà che  una volta ci contraddistingueva, è forse oggi “passata di moda”?  Seguiamo attentamente i reality show, mentre i nostri lavoratori, siano  essi autoctoni o migranti vengono messi gli uni contro gli altri in una  guerra tra poveri  a solo vantaggio di chi  non fa nulla per affrontare  la crisi o si avvantaggia del lavoro nero
Il salire sui tetti  delle fabbriche, sulle gru, ecc. per disperazione fa parte quasi della  quotidianità della crisi  e manifesta il tragico e  difficile momento  che stiamo vivendo, ma pare che a  pochissimi interessi,
La  sanatoria del 2009, poco chiara e restrittiva, ha escluso  lavoratori  che vivono in Italia e sono così costretti a lavorare  in nero e in  balia dello sfruttamento del caporale di turno.  Migliaia   di immigrati   che hanno pagato di tasca propria quasi mille  euro per regolarizzarsi   non hanno  ricevuto il permesso di soggiorno, quando addirittura non  sono finiti nelle mani di approfittatori.
Chiediamo che venga rivista  la posizione del governo nei confronti di queste persone che vivono tra  noi, che contribuiscono all’economia del paese e che in cambio non  vedono riconosciuto   il diritto a  rimanere in Italia.
MANIFESTAZIONE SABATO 6 NOVEMBRE H15 PIAZZA LOGGIA
SULLA GRU
Sabato 30 ottobre la Questura, la Prefettura e soprattutto il Comune di Brescia hanno tentato di imporre con la forza militare la fine della lotta dei migranti che vogliono liberarsi dalla clandestinità. Prima hanno vietato una pacifica manifestazione di migranti e antirazzisti, usando come pretesto la concomitanza con l’adunata degli alpini che in realtà si svolgeva in tutt’altra zona del centro storico. Poi hanno ordinato a polizia e carabinieri di manganellare in via San Faustino gli oltre mille manifestanti che si erano radunati nonostante numerosi reparti delle forze dell’ordine da ore stessero ostacolando o impedendo, soprattutto ai migranti, l’accesso al luogo di ritrovo per il corteo. La violenza di polizia in via San Faustino è costata forti contusioni a numerosi manifestanti, uno dei quali è stato addirittura arrestato. Contemporaneamente, approfittando delle cariche di polizia in corso nel centro storico, il vicesindaco Rolfi ha inviato le ruspe a distruggere le strutture del presidio permanente per i permessi di soggiorno, in quel momento incustodito, nei pressi della Prefettura in via lupi di Toscana. Il presidio era in corso da più di un mese senza che fosse ancora stata data una risposta.
RASSEGNA STAMPA QUINTO GIORNO
ECCO CHI SONO I NOSTRI FRATELLI SULLA GRU
Chi sono i 6 migranti al quinto giorno di occupazione della gru del cantiere della metropolitana di Brescia? Ecco la loro autopresentazione:
Arun, pachistano di 24 anni, proveniente da Gujarat, il distretto del Punjab dal quale arriva la maggior parte della grande comunita’ pachistana di Brescia, la piu’ numerosa: in Italia da 4 anni, a casa ha lasciato i genitori e 4 sorelle e fratelli; ha l’equivalente del titolo di studio di terza media. Si e’ mantenuto distribuendo in nero volantini pubblicitari, stipendio circa 500 euro al mese; orario di lavoro non definito, a volte anche piu’ di 10 ore al giorno. E’ volontario alla moschea pachistana della citta’
ULTIMATUM DEL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA: GLI IMMIGRATI SULLA GRU LO RIGETTANO
Brescia 3 novembre 2010, ore 9, quinto giorno sulla gru. Alle 8 di stamattina, allo scadere dell’ultimatum posto dal Comitato per l’ordine e la sicurezza, dall’alto della gru si sono affacciati Arun, Jimi e Singh; finalmente dopo tre giorni di pioggia facevano breccia i primi raggi di sole. ” Non scenderemo fino a quando non avremo i permessi di soggiorno, non abbiamo nulla da perdere” hanno detto Arun e Jimi “vogliamo un incontro con il ministro e un presidio ; qui sopra la lotta e’ dura ma non abbiamo paura di nessuno” , poi hanno salutato agitando le mani e augurando il buongiorno a tutte le persone presenti sotto la gru per manifestare solidarieta’ ed appoggio alla loro protesta. Ieri verso la mezzanotte, il responsabile della Pastorale migranti della Diocesi di Brescia, padre Mario Toffari, con un caschetto bianco e imbragato dai pompieri, era salito in cima alla gru accompagnato dal rappresentante della comunita’ egiziana: toccava a lui comunicare la proposta emersa dopo ore di riunione del Comitato composto da Prefetto, Questore, Comandante dei carabinieri, della polizia locale e della guardia di finanza, da Sindaco e vicesindaco e, per l’occasione, allargato a CGIL, CISL e rappresentante della Curia. Un presidio temporaneo per 15 giorni in un luogo da definire, gestito dal centro migranti della Diocesi e da CGIL e CISL; istituzione di un Tavolo presso la Prefettura di Brescia per discutere sulle problematiche poste dalla sanatario. Questa proposta era addirittura accompaganata da un ultimatum: accettare e scendere dalla gru entro le ore 8 di stamattina altrimenti l’offerta sarebbe stata ritirata e la questione sarebbe poi diventata un problema di ordine pubblico, minacciando ritorsioni contro gli occupanti della gru e contro l’Associazione Diritti per tutti anche per le penali di centinaia dim migliaia di euro che il Comune dovrebbe pagare all’azienda che sta realizzando la metropolitana per il blocco dei lavori. La risposta, gia’ comunicata ieri notte a Padre Toffari e’ poi stata ribadita simbolicamente alle ore 8: ultimatum rigettato, la lotta prosegue!




