L’11 maggio a Montichiari e a Brescia

11 maggio, Montichiari: alle 9 del mattino un folto gruppo di attivisti dell’Associazione Diritti per tutti e del Comitato contro gli sfratti danno vita ad un presidio davanti alla casa a rischio di sgombero per morosità abitata dalla famiglia di un operaio di origine ghanese e con cittadinanza italiana. Presenti molte persone nella stessa condizione, che così hanno messo in campo l’ennesima azione di solidarietà e mutuo soccorso per il diritto alla casa. E’ stato evitato che la famiglia di Francis (moglie e due figli, uno di soli 7 anni) fosse messa in mezzo alla strada. Per altro i proprietari dell’appartamento hanno mostrato disponibilità a riformulare il contratto di locazione a condizione che le istituzioni forniscano un supporto economico al pagamento dell’affitto fino a quando Francis non avrà trovato un nuovo lavoro. All’arrivo dell’ufficiale giudiziario l’esecuzione dello sfratto è stata rimandata di circa un mese, fino all’8 giugno, quando si avrà un’altra giornata importante per portare a soluzione positiva questa situazione.

In tarda mattinata, sempre l’11 maggio, l’Associazione e il Comitato contro gli sfratti hanno anche formato un presidio davanti alla Prefettura di Brescia, dove si stava svolgendo una prima riunione del Tavolo delle rappresentanze istituzionali e delle parti sociali sull’emergenza sfratti. Nel corso della riunione – alla quale hanno brillato per l’assenza ingiustificata le rappresentanze dei Comuni della provincia e alla quale invece non erano stati invitati proprio l’Associazione e il Comitato, che pure avevano dato un impulso determinante alla creazione del tavolo stesso attraverso le iniziative di lotta (ma forse è stato proprio questo il problema…) – sono state formulate proposte e buoni propositi. Da più parti è stata sottolineata la necessità di adeguati finanziamenti pubblici che consentano ai proprietari di ricevere almeno una parte degli affitti non pagati dagli inquilini in difficoltà a causa della crisi, in cambio della rinuncia ad avviare o a far proseguire le procedure legali di sfratto. E’ emerso fra l’altro che nei soli primi 3 mesi del 2010 le udienze per sfratto presso il Tribunale di Brescia sono già state ben 767, in grandissima parte per causa di morosità e riguardanti per circa il 50% famiglie italiane e per l’altro 50% famiglie straniere.
Nel corso dell’incontro si è iniziato a prendere in considerazione un ulteriore elemento di realtà: sono ormai numerosissime anche le situazioni di sfratto ormai in avanzata fase esecutiva, a fronte delle quali non bastano più le parole ma servono atti concreti immediati e case vere.
A questo proposito per chi scrive è assolutamente necessario ampliare il più possibile il patrimonio di abitazioni di proprietà pubblica (Aler, Inpdap, Poste, Comuni…) o anche di stabili inutilizzati di grande proprietà privata da rendere subito disponibili per fare fronte all’emergenza. Inoltre, nell’assegnazione di queste abitazioni, devono essere lasciati da parte assurdi criteri di esclusione, adesso ancora più intollerabili, quali il requisito delle residenza per 5 anni in regione Lombardia o addiritura nei singoli Comuni della regione.
Il vero criterio da applicare deve essere questo: nessuno può essere lasciato per strada senza alternative, la casa è un diritto e una necessità!

Sarà al momento della traduzione delle proposte e delle ipotesi in atti concreti, resi urgenti e indispensabili dalla situazione di emergenza, che presto potremo valutare il lavoro del tavolo insediato in Prefettura.

A renderci fiduciosi nella possibilità di conquistare soluzioni positive è prima di tutto la determinazione nostra e del comitato degli sfrattati a proseguire e allargare la mobilitazione per il diritto alla casa.

Un po’ meno fiducia ci trasmette la pur straordinaria abilità di tanti amministratori pubblici, ministri, vip dell’imprenditoria, nel trovare case da affittare o vendere a buon mercato… Soltanto a se stessi però, come riportano le cronache giornalistiche di questi giorni. Intanto con eccezionale tempestività il sindaco di Milano Moratti ripete che i migranti senza permesso di soggiorno “normalmente delinquono”, proprio mentre viene mostrato che a delinquere normalmente sono invece i politici e gli imprenditori suoi amici, con redditi e privilegi difficili solo da immaginare per i comuni mortali.

Invece che alle cricche, alle caste e alle classi dei ricchi e dei privilegiati le case è ora di renderle accessibili e di darle ai lavoratori e alle lavoratrici, agli studenti e ai precari, ai cittadini vecchi e nuovi!
Potrebbe succedere che Lor Signori questo non lo capiscano. In quel caso faremo senza di loro, dal basso, per avere le case che servono e autoassegnarle ai tanti e tante che stanno rischiando la strada.

Lunedì 17 maggio alle 20 presso il Centro sociale Magazzino 47 di via industriale la riunione del Comitato contro gli sfratti e per il diritto alla casa di Brescia e provincia.

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