La clandestinità non è reato

A Brescia gli immigrati privi di permesso di soggiorno non rischiano più di essere arrestati sulla base dell’assurdo reato di immigrazione clandestina. Infatti la procura di Brescia, secondo quanto comunicato durante una conferenza stampa svoltasi il 26 gennaio scorso, ha deciso di dare applicazione alla direttiva europea del 2008 che rende illegale l’arresto per la violazione dell’articolo 14 della legge Bossi-Fini.

L’Unione Europea aveva dato due anni di tempo all’Italia per adeguarsi a tale direttiva. Ma allo scadere del tempo concesso, il 24 dicembre scorso, l’Italia non aveva apportato alcuna modifica alla Bossi-Fini.

Mentre la legge italiana considera immediatamente come un reato passibile di arresto l’immigrazione irregolare, la normativa europea punta invece sull’allontanamento volontario degli stranieri che non hanno i requisiti per il soggiorno e riconosce ai migranti trovati senza permesso la possibilità di allontanarsi entro un mese e comunque non prima di una settimana.

La linea scelta dalla procura è stata già comunicata anche alle forze dell’ordine che operano sul territorio: in caso di denuncia per immigrazione irregolare la procura chiederà l’archiviazione, mentre in caso di arresto per lo stesso motivo la procura chiederà l’immediata scarcerazione perchè il fatto non sussiste.

Così le centinaia, o le migliaia, di lavoratori immigrati che si trovano in condizione di clandestinità a causa di leggi che non consentono percorsi di regolarizzazione, si spera possano smettere di rischiare di finire in prigione e poi di essere condannati fino a cinque anni di carcere per la violazione dell’ordine di espulsione. Si spera possano smettere anche di rischiare di morire in una cella dopo essere stati reclusi dai carabinieri perchè trovati senza permesso di soggiorno, come accaduto ad El Hadj il 12 dicembre scorso.

Secondo il procuratore Pace la linea scelta dalla Procura bresciana «riporta la lotta alla immigrazione clandestina nei giusti termini, perchè non vanno scambiate le vittime per gli aguzzini e la magistratura deve colpire chi sfrutta gli immigrati».
Dobbiamo dire che non capita spesso di sentire parole sensate da un rappresentante delle istituzioni, soprattutto a Brescia. E’ probabile che anche le lotte dei migranti di Brescia abbiano insegnato qualcosa in questi mesi almeno a qualcuno di coloro che stanno in alto a decidere su tutte e tutti noi.
Dunque apprendiamo la notizia con soddisfazione e poi continuiamo ad occuparci, più che di “lotta all’immigrazione clandestina”, delle lotte degli immigrati clandestini (e non) per la dignità e i diritti, sostenendole.

Ascolta un commento dell’avvocato Manlio Vicini