Verita’ e giustizia per Elhadji, no all’archiviazione

Venerdi’ scorso il pm dott Piantoni ha richiesto l’archiviazione del procedimento aperto sulla morte di Saidou Gadiaga, conosciuto come Elhadji, che ha perso la vita il 12 dicembre 2010 nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Brescia. Oggi, martedì 25 ottobre, si è svolta una conferenza stampa presso gli studi di Radio onda d’urto; presenti rappresentanti dell’Associazione Diritti per tutti, il cognato di Heladji per conto  della famiglia, diversi rappresentanti dell’Associazione dei senegalesi di Brescia e provincia, della comunita’ senegalese del presidio sotto la gru oltre ad altri senegalesi come Djallo, ex responsabile dell’ufficio immigrati della CGIL. La registrazione della conferenza stampa sarà da questa sera sul sito www.radiondadurto.org Riportiamo una breve sintesi dell’intervento dell’Associazione.Premessa:

1)Elhadji non doveva trovarsi in cella di sicurezza, non doveva essere arrestato per inottemperanza del foglio di espulsione del questore: lo Stato italiano avrebbe dovuto applicare da tempo la Direttiva Europea in materia di rimpatri (del 2008) che cancellava quel reato. Il 24 dicembre la Direttiva europea è entrata in vigore automaticamente, anche se successivamente è servita la sentenza della Corte di giustizia europea per cancellare definitamente il reato.

Elhadji è morto perchè in Italia esisteva una legge ingiusta che considerava reato il solo fatto di esistere.

2)Elhadji era privato della propria libertà: i carabinieri che lo avevano in custodia erano responsabili della sua persona e avevano il dovere di garantire la sua incolumità, la sua salute e la sua vita. A questo proposito, essendo nota ai carabinieri la gravità della sua malattia, Elhadji non avrebbe dovuto essere sbattuto in una cella fredda, in pieno inverno, senza riscaldamento e senza una sorveglianza adeguata.

PERCHE’ SERVE UN SUPPLEMENTO DI INDAGINI ?

Perchè sono tante le incongruenze, le menzogne ed i lati oscuri nella versione dei carabinieri: se c’è il video registrato dalle telecamere poste nel corridoio dove si trovano le celle di sicurezza del comando di piazza Tebaldo Brusato che mostra in modo chiaro la dinamica del malore e dei soccorsi come sostiene il Colonnello Turchi, perchè i carabinieri hanno mentito negando il fatto che Eladji è morto nella caserma e non in ospedale? Perche’ hanno mentito alla stampa e alle autorità consolari del Senegal?

Perchè il video è saltato fuori dopo una settimana dalla morte di Elhadji?questo ritardo fa venire dei sospetti!

Il video fa capire da quanto tempo Eladji stava chiedendo aiuto dall’interno della cella? Da quanto tempo era iniziato l’attacco di asma?

Infine, last but not least, serve un supplemento di indagini perchè esiste un testimone, un giovane che ha condiviso la cella di sicurezza con Elhadji dal pomeriggio di venerdì 10 dicembre fino al pomeriggio di sabato 11 e che può fornire informazioni sulla modalità di detenzione, subita anche dal senegalese ammalato d’asma, che possono risultare utili alle indagini per verificare se ci siano state omissioni di soccorso o ritardi colpevoli da parte dei carabinieri. Crediamo che questo testimone debba essere ascoltato.

Per questi motivi l’Associazione Diritti per tutti, i famigliari di Elhadji e i rappresentanti della comunità senegalese di Brescia e provincia chiedono che non sia archiviato il procedimento e la famiglia di Eladji darà mandato agli avvocati Manlio Vicini e Sergio Pezzucchi di presentare opposizione in tal senso.

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