L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, avvenuta il 21 febbraio scorso, ha avuto un importante esito favorevole ai migranti.
L’ordinanza del Consiglio di Stato non valuta se il cosiddetto reato di clandestinità possa effettivamente impedire la regolarizzazione, tuttavia dice che i provvedimenti di rigetto delle domande di regolarizzazione emanati su quella base (doppia espulsione e condanne per “immigrazione clandestina” inflitte ai sensi dell’art. 14, comma 5 ter del Testo Unico), devono essere sospesi in attesa di una valutazione di merito da parte del giudice competente.
Una valutazione di merito che il Consiglio di Stato considera necessaria, sia alla luce della complessità della questione, sia anche alla luce del fatto che la legge italiana non può essere in contrasto con i vincoli giuridici posti dall’Unione Europea.
Su questo punto, in particolare, il Consiglio di Stato fa esplicito riferimento alla direttiva europea del 2008 (entrata in vigore in Italia soltanto il 24 dicembre scorso) che interviene a modificare la Bossi-Fini attenuandone la rigidità riguardo ai meccanismi di espulsione e che pone in questione la stessa legittimità giuridica del reato di immigrazione clandestina vigente da alcuni anni nell’ordinamento italiano (appunto l’inottemperanza all’ordine di espulsione del prefetto e all’ordine di allontanamento del questore, che la circolare Manganelli del marzo 2010 indica come ostativa al rilascio del permesso di soggiorno a coloro che hanno fatto domanda di regolarizzazione attraverso la sanatoria colf e badanti del 2009).
La determinazione a lottare dei migranti che vogliono uscire dalla clandestinità ha ottenuto questo risultato importante seppur parziale, un risultato che soltanto pochi mesi fa sembrava precluso: è riuscita a riaprire anche sul piano legale la questione della sanatoria truffa del 2009, almeno per i molti la cui domanda di regolarizzazione era stata respinta sulla base del cosiddetto reato di clandestinità.
E’ necessario continuare la lotta, fino ad una conclusione positiva. Bisogna da subito esigere che, anche sulla base di questa ordinanza emanata dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, la prefettura e la questura di Brescia sospendano immediatamente i rigetti delle domande di regolarizzazione e i relativi provvedimenti di espulsione.
E’ necessario continuare anche per e con gli altri migranti truffati della sanatoria 2009, quelli che proprio oggi 25 febbraio sono scesi in lotta anche davanti alla Prefettura di Padova: i migranti raggirati da vari affaristi e faccendieri senza scrupoli che hanno approfittato dell’occasione della sanatoria per farsi consegnare da ciascun richiedente migliaia di euro in cambio di una promessa di regolarizzazione non mantenuta.
A Brescia, il prossimo appuntamento per tutti i migranti e gli antirazzisti, per la regolarizzazione e per uguali diritti sociali e di cittadinanza, è martedì primo marzo dalle 15 in piazza della Loggia.