DOMENICA 3 APRILE AL BRENNERO. MARCIA CONTRO LA CHIUSURA DELLE FRONTIERE EUROPEE. PER LA LIBERTÀ DI SCEGLIERE DOVE ANDARE E DOVE RESTARE. PER UN’EUROPA DEI DIRITTI E DELLE LOTTE SOCIALI.
Appuntamento per partecipare da Brescia ore 8.30, Centro sociale Magazzino 47, via industriale 10. Partenza in auto e in pulman. Prenotare telefonando a Radio Onda d’Urto al numero 03045670 (costo 15 euro, 10 euro per studenti e disoccupati).
In tutta Europa vengono costruiti muri e luoghi di confinamento. Lo scopo è negare alle persone la libertà di muoversi e arrivare dove scelgono di cercare una vita migliore, lontano dagli effetti peggiori della crisi economica e sociale capitalistica, o dalle guerre per il comando e il profitto scatenate e alimentate anzitutto dai Paesi occidentali.
Lo stesso scopo è alla base dell’infame accordo per la deportazione dei migranti siglato nei giorni scorsi tra l’UE e il regime oscurantista e sanguinario del sultano turco Erdogan, il principale alleato di Daesh nella guerra contro i curdi e il Confederalismo democratico e laico nella regione del Rojava.
I dispositivi di chiusura e respingimento creati in Europa possono ostacolare le moltitudini migranti. Ma non possono fermarle. Le conseguenze vere della chiusura sono sotto gli occhi di chiunque voglia guardare: sofferenze, violazioni dei diritti umani, stragi di donne, bambini, uomini, lasciati senza altra possibilità per arrivare che affidarsi alla tratta gestita da organizzazioni criminali. E poi clandestinità, discriminazione e ipersfruttamento lavorativo, anzitutto per i moltissimi che, dopo essere finalmente giunti in Europa, si vedono negare il permesso di soggiorno.
I muri in costruzione non sono fatti solo di filo spinato ed eserciti mobilitati. Sono fatti anche di leggi ingiuste e della loro ordinaria amministrazione istituzionale: quel che anche a Brescia sta condannando migliaia di persone a vivere in condizione di precarietà e di clandestinità.
Così ben più della metà dei richiedenti della sanatoria 2012 dopo quasi quattro anni sono ancora senza regolarizzazione.
Così i richiedenti asilo si vedono respingere le domande (non meno del 60%) dalla Commissione Territoriale e vengono catalogati come “migranti economici”, come tali privati, grazie alla legge Bossi-Fini, di ogni possibilità di regolarizzazione.
Così i richiedenti asilo dopo aver ricevuto dalla Commissione Territoriale una risposta, qualunque essa sia, sono in ogni caso costretti ad uscire dalle strutture di accoglienza. Rimangono senza più nemmeno un tetto sotto il quale ripararsi e se occupano una casa da anni inutilizzata vengono sgomberati da polizia e carabinieri, come successo il 4 marzo scorso agli abitanti della casa di via Marsala 40.
Così migliaia di migranti, spesso radicati a Brescia da molti anni con le loro famiglie, perduto il lavoro a causa della crisi, perdono anche il permesso di soggiorno, sempre grazie alla legge Bossi-Fini.
Sono questi i muri di ordinario razzismo istituzionale innalzati anche a Brescia.
Siamo per la libertà di ciascuno di poter scegliere dove andare. Siamo per il diritto di tutti e di tutte ad una vita degna.
Al contrario, l’ideologia della separazione e contrapposizione fra nativi e migranti, che alimenta la guerra dei poveri contro i più poveri, è del tutto funzionale alle politiche di austerità che mettono sotto attacco i diritti sociali e di cittadinanza di tutte e di tutti.
E’ all’austerità, al neoliberismo, alle oligarchie politiche, imprenditoriali e finanziarie al potere che vanno imputati il diffondersi dell’insicurezza sociale e l’impoverimento per milioni di persone, la precarietà del reddito e del lavoro, gli sfratti, i tagli e i costi crescenti nell’accesso a servizi e prestazioni pubbliche fondamentali. Non agli immigrati!
Sono la guerra, il razzismo e il terrorismo – e il loro reciproco alimentarsi – a massacrare le vite, i bisogni, i diritti, le speranze di tutte le persone. Non gli immigrati!
L’alternativa radicale e necessaria al razzismo istituzionale e a quello sociale, alle stragi, all’invenzione di capri espiatori, alle guerre fra poveri e a quelle scatenate in questi anni in nome della civiltà, della nazione o della religione, al terrorismo e allo Stato d’emergenza e di polizia, passa dalla mobilitazione e dal conflitto per la riappropriazione dal basso dei diritti e della ricchezza comune, che tutte e tutti, italiani e immigrati, regolari e irregolari, produciamo.
Per questo domenica 3 aprile siamo al Brennero, insieme a tante e tanti altri di ogni provenienza. Per dire no alla trasformazione delle frontiere in barriere di filo spinato. Per la libertà di circolazione delle persone in tutta Europa. Per un’Europa dei diritti e delle lotte sociali. Non dell’austerità, non della dittatura del profitto per pochi.
Per l’apertura di canali d’ingresso umanitari verso l’Italia e l’Europa. Contro il Regolamento Dublino, per diritto d’asilo e permessi di soggiorno europei svincolati da contratti di lavoro e reddito. Permesso di soggiorno subito per i migranti a cui è stato negato lo status di rifugiati e di titolari di protezione internazionale. Basta legge Bossi-Fini, basta Cie.
Casa, reddito, welfare, sicurezza sociale, permesso, dignità e libertà per tutt*.
Prima i poveri!