Terzo picchetto antisfratto a Brescia in pochi giorni

Dopo i picchetti  di venerdì in via Borsi e di ieri in via Caduti del lavoro, questa mattina è stato bloccato il terzo sfratto in pochi giorni nel comune di Brescia. Oltre 20 persone, sfrattate e occupanti dell’Associazione Diritti per tutti e del Comitato provinciale, hanno impedito l’accesso dell’ufficiale giudiziario in Viale Venezia 270; qui,  in un appartamento pieno di muffa alle pareti, abita una famiglia di origini marocchine, composta da padre, madre, primogenita di 19 anni con nipotino di pochi mesi e un altro figlio di 11 anni. Il papà, in Italia da 17 anni ha lavorato come saldatore fino a quando  è stato licenziato per la crisi insieme ad altri 21 operai; dopo un anno di indennità di disoccupazione è rimasto senza reddito e non ha potuto più pagare i 520 euro di affitto. Lo sfratto è stato rinviato di un mese. Il proprietario, benestante, non accetta di aderire al progetto contenimento sfratti del comune e questo rifiuto riporta l’attenzione sulla inefficacia e insufficienza delle politiche comunali: per contrastare la gravissima emergenza sfratti bisogna reperire alloggi d’emergenza, mettere temporaneamente a disposizione i 195 appartamenti della Torre Tintoretto per le famiglie in attesa di assegnazione di casa Aler oltre a quelli liberi che l’Amministrazione intende vendere e creare centri di emergenza abitativa requisendo o utilizzando caserme e/o altri grandi edifici vuoti presenti in città.