Otto sfratti bloccati questa mattina a Brescia da Diritti per tutti e Magazzino 47. Tranquilla come previsto la situazione in via Mazzucchelli, nel caseggiato della Congrega della carità apostolica, dove anche stavolta l’ufficiale giudiziario ha portato subito il rinvio, al 9 maggio, per le famiglie di Sellimi, Roberto, Appia, Rita, Alamgir, Oni e Josephine. In via Oscar di Plata invece, a Sanpolino, la proprietà ha chiamato la polizia e rifiuta di aderire al tavolo da tenere in Prefettura per trovare il passaggio da casa a casa: ma la famiglia non esce!
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Venerdì 26-2 tre sfratti bloccati al Carmine di Bresci, un altro a San Polo
Venerdì 26 febbraio 2016- Picchetto di Diritti per tutti e Magazzino 47 contro tre sfratti in un condominio semifatiscente nel piccolo Vicolo delle Ventole al Carmine di Brescia. L’immobiliare che ha comprato l’immobile vuole cacciare tre famiglie di origine pachistana che vi abitano. Sfratto bloccato e sospeso fino al 20 maggio. Esecuzione rinviata anche in via Casotti
Già sette picchetti antisfratto da inizio settimana
Mercoledi 24 febbraio- Mattinata di mobilitazione antisfratti per il movimento di lotta per la casa bresciano. Tre picchetti in provincia, a Bagnolo Mella, Ghedi e Desenzano, che hanno visto impegnati decine di attivisti/e dell’Associazione Diritti per Tutti, Magazzino47 e Collettivo Gardesano Autonomo.
A Bagnolo Mella un quarto accesso a danno di una famiglia ghanese composta da marito e moglie. La moglie ha trovato lavoro e si è chiesto un rinvio per dare tempo alla famiglia di trovare un’altra casa, mentre il comune non ha proposto alcuno aiuto concreto al nucleo famigliare. Rinvio al 9 marzo.
Quattro picchetti antisfratti a Brescia, Ghedi, Mazzano e Gavardo
Grande giornata di mobilitazione antisfratti oggi in provincia di Brescia, con tutte le realtà del Movimento di lotta per la casa impegnate in picchetti a Ghedi, Gavardo, Mazzano e in città. Diritti per tutti e Magazzino hanno realizzato i picchetti a Brescia e Ghedi, mentre a Mazzano e Gavardo è entrato in azione anche il Collettivo gardesano autonomo. Complessivamente sono state diverse decine gli attivisti ed attiviste, occupanti e inquilini resistenti a scendere in campo. In città bloccato lo sfratto contro una famiglia con due bambini; il padre, operaio, era stato licenziato ed è diventato vittima della morosità incolpevole. Ora ha ritrovato lavoro ma a tempo determinato. La proprietà rifiuta il piano contenimento sfratti del Comune. A Ghedi invece nessuna proposta da parte dell’ammnistrazione destro-leghista per una donna, abbandonata dal marito, con due figli di 4 e di 3 anni. Qualche ora come addetta alle pulizie le basta solo per dare da mangiare ai suoi bimbi. Nella zona orientale della provincia sotto sfratto a Mazzano una famiglia composta dal padre, buttafuori in una discoteca, madre e bambino piccolo. Qui un rinvio breve e impegno a portare il caso in prefettura per rilasciare l’appartamento che serve alla figlia dell’anziano proprietario con un accordo che garantisca una sistemazione abitativa alternativa,
Altri due picchetti antisfratto a Brescia e Castelmella
Picchetti contro due sfratti a Brescia in via San Zeno e a Castelmella. Nel primo caso a rischiare di finire in strada era una famiglia egiziana con due bambini di 9 e 7 anni: 580 euro l’affitto, il padre aiuto cuoco licenziato, la madre che fa la badante in una casa di riposo e al massimo porta a casa 1000 euro. Hanno chiesto al proprietario di poter pagare un po’ meno e la risposta è stata: “va bene, ma 380 in nero e senza contratto”. A Castelmella invece sotto sfratto una coppia: l’uomo, svolge lavori saltuari nei locali come addetto alla sicurezza ma non riesce ad ottenere uno stipendio sufficiente per pagare il canone. I picchetti di Diritti per tutti e Magazzino 47 hanno bloccato le esecuzioni.
Picchetto al Villaggio Badia. Giù le mani da Opoku e dalla sua famiglia!
Il comunicato di Diritti per tutti e Magazzino 47 del 16 febbraio 2016
Giuseppina lavora part time e suo marito è stato licenziato. Non riescono più a pagare l affitto ad un ricco proprietario e questa mattina avevano lo sfratto a Brescia, al Villaggio Badia. A difenderli non c’erano i sostenitori del principio: “Prima gli italiani”. Quelli erano occupati a distribuire uno squallido volantino firmato Forza nuova contro la famiglia di Opoku, con moglie e tre bambini di 12, 5 e 4 anni che ha occupato sabato per necessità un’abitazione di proprietà statale in condizione di abbandono totale e con una tragica nomea. A difendere Giuseppina c’erano invece attivisti e attiviste italiane e migranti che lottano insieme per garantire il diritto alla casa per tutti, seguendo l’idea-forza: Prima i poveri! Lasciamo gli xenofobi al loro squallido tentativo di creare odio e contrapposizione tra i poveri, per fare un piacere ai potenti. Però li avvisiamo seriamente: non osate toccare Opoku, sua moglie e i suoi bambini, nemmeno avvicinarvi a loro!
Occupata casa in via Ugolini a Brescia: da teatro di morte a nuova vita.
Questo pomeriggio l’Associazione Diritti per tutti, il Magazzino 47 e il Collettivo gardesano autonomo hanno riaperto le porte della cosiddetta “casa dell’orrore” di Via Ugolino Ugolini a Brescia per farvi entrare la famiglia di Opoku con moglie e tre bambini, che ha subìto uno sfratto pochi giorni fa per morosità incolpevole. L’abitazione apparteneva ai coniugi Donegani, uccisi dal nipote ed è stata incamerata dal Demanio statale dopo la condanna all’ergastolo dell’erede; è disabitata dall’agosto 2005. Opoku, sua moglie e i loro figli hanno dovuto lasciare la casa dove avevano vissuto per molti anni a seguito di un accordo in Prefettura sottoscritto per non penalizzare ulteriormente la piccola proprietaria del loro appartamento. Sono nella graduatoria per una assegnazione Aler ma non ci sono alloggi a disposizione. Erano sistemati provvisoriamente, per una settimana, dal Comune in un albergo e da lunedì sarebbero stati in strada. Ora quella villetta che fu teatro di morte tornerà ad essere luogo di vita di una famiglia, con la spensierata felicità dei bambini, con la speranza e l’aspirazione ad un miglioramento della propria condizione. Questa situazione ripropone urgentemente la necessità di alloggi a canone sociale per le vittime della crisi e di centri per l’emergenza abitativa, oltre che l’insufficienza delle politiche di contenimento degli sfratti messe in atto dall’amministrazione comunale. Per questo chiediamo la moratoria dell’esecuzione degli sfratti in assenza di passaggio da casa a casa e la messa a disposizione temporanea degli appartamenti della Torre Tintoretto perle famiglie in attesa di assegnazione Aler.
Per l’ultimo saluto a Dame Diagne: domenica cena di sottoscrizione per il suo rientro in Senegal
E’ possibile visitare e salutare Dame Diagne all’obitorio dell’ospedale civile di Brescia dalle ore 8 alle 18. In serata sarà portato nella cella frigorifera. Ieri tantissime persone hanno salutato Djanni, tra loro anche molti giovani senegalesi per cui rappresentava un punto di riferimento per la sua generosità e disponibilità ad aiutare gli altri. Anche attivisti e attiviste di Diritti per tutti, Magazzino 47 e Radio, occupanti dell’Hotel di via Corsica (dove abitava), dell‘Alabarda e delle casette sono profondamenti addolorati: quasi ogni giorno incontravano Dame, conosciuto come Djanni, ai picchetti antisfratto. La legge Bossi-Fini gli aveva fatto perdere il permesso di soggiorno perchè era stato licenziato, anche se era in Italia da quasi 30 anni e aveva lavorato tantissimi anni, ma non gli aveva tolto la dignità! Non lasciamolo solo in queste ultime ore in Italia, martedì mattina ci sarà la cerimonia del lavaggio del corpo, poi rientrerà nel suo Senegal. Per chi vuole contribuire al suo ultimo viaggio può portare la sottoscrizione a Radio onda d’urto in via Luzzago 2-b a Brescia, domani sera, domenica 14 febbraio alle ore 19,30, cena senegalese di sottoscrizione per raccogliere soldi per il rientro di Dame all’Albargo Alabarda occupato a Brescia,in via Labirinto vicino alla moschea di via Corsica.
Tre picchetti antisfratto, con Dame Diagne nel cuore
Tre picchetti di Diritti per tutti e Magazzino 47 a Bagnolo Mella, nella bassa bresciana, e tutti restano in casa: in via Solferino una famiglia con tre bambini si è vista pignorare la propria abitazione perchè a causa della perdita del lavoro non è più riuscita a pagare le rate del mutuo e la banca ha messo all’asta l’appartamento. In via Gramsci invece doppio blocco di due sfratti nello stesso condominio con il medesimo proprietario contro due famiglie, entrambe vittime della morosità incolpevole per perdita dell’occupazione e del reddito: la prima senza figli mentre l’altra con un bambino piccolissimo di 20 mesi. Sfratti impediti e rinvio al 10 marzo. La lotta continua, con Dame Diagne nel cuore!
Ci ha lasciati Baye Dame Diagne, occupante dell’Hotel di via Corsica
Questo pomeriggio (mercoledì 10 febbraio) è morto a Brescia, nell’hotel occupato di via Corsica, Dame Diagne nostro fratello e compagno di lotta. Janni, così si faceva chiamare da noi, ci ha lasciati improvvisamente, senza darci nemmeno la possibilità di salutarlo, per un infarto. Aveva 59 anni. Era arrivato tanti anni fa dal Senegal in cerca di una vita migliore per sé e per i propri cari. Rimasto senza lavoro e senza casa, aveva trovato accoglienza nell’Hotel occupato di Via Corsica. Lo ricordiamo,con affetto e con dolore, sempre presente ai picchetti antisfratto e alle manifestazioni, con il suo berretto di lana e la sua discreta gentilezza. L’Associazione Diritti per tutti e il Magazzino 47 lanciano una sottoscrizione per provvedere al funerale e all’eventuale rientro in Senegal, se questa sarà la decisione dei famigliari. Anche la comunità senegalese e l’Associazione dei senegalesi si stanno già mobilitando per aiutare i parenti. Le sottoscrizioni si raccolgono presso Radio onda d’urto in via Luzzago 2-b a Brescia. Nelle prossime ore comunicheremo dove sarà portato Diagne per poterlo salutare.