La Prefettura a processo

I PREVIDIBILI EFFETTI COLLATERALI DELLE LEGGI PROIBIZIONISTE SULL’IMMIGRAZIONE
Come è fin troppo facile prevedere, laddove vengono imposte norme proibizioniste spesso proliferano anche fenomeni sistemici di corruzione e violazione di quelle stesse norme, a vantaggio di speculatori e approfittatori spesso altolocati, comunque ben inseriti e in posizione di potere verso i destinatari di quelle norme. E’ quel che è accaduto anche a Brescia, stando ad una nota inchiesta della magistratura giunta ormai a processo, a proposito della gestione dei permessi di soggiorno attraverso veri e propri meccanismi illeciti di compravendita. Al centro delle indagini anche gli uffici del SUI della Prefettura di Brescia, celebre per altro verso per il “rigore” – che non esitiamo a definire demenziale e razzista – con il quale, caso unico in Italia, sulla base di un’interpretazione sconsideratamente rigida della legge, ha negato il rilascio del permesso di soggiorno a circa l’80% dei richiedenti della sanatoria del 2012.

Sembra che nemmeno l’esperienza precedente, appunto i noti intrallazzi degni di procedimento penale generati dalla sanatoria 2009, abbia insegnato alla Brassesco Pace un concetto semplice semplice: il mito sacralizzato della legalità, così come leggi sull’immigrazione ottuse e inique quali la Bossi-Fini e le conseguenti sanatorie, così come una loro interpretazione ancora più ottusa e iniqua da parte della Prefettura di Brescia, generano puntualmente illegalità, una situazione di potere e guadagni illeciti per alcuni e di sopruso per altri, nella quale i principali destinatari delle norme sbagliate sull’immigrazione, i richiedenti il permesso di soggiorno, avrebbero sicuramente preferito non doversi trovare. Ma in realtà, che la Prefetta non abbia già da molto tempo questa consapevolezza, noi dubitiamo fortemente. Sa bene anche la Brassesco Pace che, per esempio, le migliaia di persone alle quali ha voluto negare recentemente il permesso di soggiorno sono ora costrette a lavorare e a farsi sfruttare in nero: nell’illegalità, appunto.

Dal sito di Radio Onda d’Urto:
Avvocati, datori di lavoro, impiegati dello azione sportello unico dell’immigrazione della Prefettura e migranti: in totale saranno 128 coloro che il prossimo 22 maggio compariranno davanti al gip del tribunale di Brescia.
L’indagine, chiusa ormai un anno fa, condotta dalla polizia provinciale nell’ambiente dei permessi per gli immigrati sta per giungere in aula. I reati ipotizzati vanno dalla leggerezza nella presentazione di domande e di documenti ai reati di falso per ottenere dai migranti pagamenti di denaro in cambio del permesso.

Con noi l’avvocato Manlio Vicini, legale di Diritti per Tutti, l’associazione antirazzista bresciana che da anni denuncia le modalità ultrarestrittive applicate dalla Prefettura di Brescia in materia di permessi di soggiorno; modalità che, secondo quanto ritiene la magistratura, avrebbero riguardato chi intendeva superare gli ostacoli non con la lotta dal basso, bensì ricorrendo a sistemi clientelari e corruttivi: ascolta.