18 ottobre – Continuano quotidianamente le mobilitazioni di Diritti per tutti e Magazzino 47 per il diritto alla casa nella città di Brescia . Ieri il presidio davanti alla Prefettura in difesa degli occupanti dell’Hotel di via Corsica, sotto attacco leghista: ci opporremo allo sgombero senza un dignitoso passaggio da casa a casa, con sistemazioni migliorative per tutti, come avvenuto per l’Albergo Alabarda. Stamattina nuovo picchetto antisfratto: nel quartiere Lamarmora bloccato lo sfratto contro Fanta, donna senegalese con tre bambini piccoli. Dopo la separazione, con il suo reddito di 800 euro come addetta alle pulizie, non riesce più a pagare gli oltre 500 euro di affitto.
11 ottobre – Due picchetti di Diritti per tutti questa mattina a Brescia per cominciare la giornata di lotta dell’intero Movimento di lotta per la casa di Brescia (Diritti per tutti, Magazzino 45, Collettivo gardesano autonomo) contro sgomberi, sfratti e il decreto Salvini che alle ore 17 culminerà nel presidio davanti alla Prefettura di Brescia in piazza Duomo (piazza Paolo VI). Bloccate le esecuzioni contro la famiglia di Maria in vicolo Manzone e contro un operaio pakistano in via Manzoni: dopo 25 anni di fonderia ha perso il lavoro per il fallimento della sua azienda, la Metalli Capra, e non ha più potuto pagare l’affitto.
4 ottobre -Diritti per tutti ha bloccato questa mattina due sfratti contro due uomini soli: a Brescia in via San Rocchino è stato conquistato un buon rinvio per Andrea, nonostante la presenza della polizia; a breve l’uomo riuscirà a trasferirsi in un altro alloggio. A Ghedi invece per Sukhbir, con l’85% di invalidità, si sono ottenuti ancora 14 giorni che serviranno per trovare una sistemazionealternativa cheilcomunesi è finalmente impegnato a reperire
28 settembre – Bloccato uno sfratto a Brescia, questa mattina, da Diritti per tutti: una famiglia con due bambini in via Gioberti non ha più potuto pagare l’affitto perché era rimasta con un reddito di 500 euro al mese per lavori precari e discontinui. Da poco il padre ha trovato una nuova occupazione e sta cercando una abitazione. Esecuzione bloccata e rinvio al 7 febbraio.
24 settembre- Respinta una squallida provocazione leghista davanti all’Hotel Corsica occupato a Brescia
Comunicato del Movimento di lotta per la casa di Brescia:
Verso le 14 di oggi lunedì 24 settembre un gruppo di una dozzina di leghisti, tra cui il capogruppo in consiglio comunale Tacconi e la parlamentare Bordonali, ha tenuto una conferenza stampa in via Corsica per chiedere lo sgombero dello spazio abitativo, arrivando poi a schierarsi proprio dinnanzi l’ingresso, ostacolando così anche la libera circolazione degli abitanti. La pronta reazione di un paio di occupanti italiani e l’arrivo di attivisti dell’Associazione Diritti per tutti hanno fatto presto cessare questa provocazione, determinando l’allontanamento dei leghisti proprio un attimo prima che arrivassero altri compagni-e del Magazzino 47. L’Hotel di via Corsica, bene confiscato alla criminalità organizzata, era stato occupato il 2 febbraio 2013: da 3 anni la giunta dell’epoca, Paroli-Rolfi, l’aveva abbandonato al più totale degrado invece di riutilizzarlo per fini sociali. Il Movimento di lotta per la casa di Brescia ha provveduto all’autorecupero della struttura, con un lungo ed impegnativo lavoro di pulizia e di ripristino delle condizioni di abitabilità, e da allora l’ex Hotel ha rappresentato un alloggio di emergenza per decine di poveri, italiani e migranti, sfrattati, licenziati, divorziati, altrimenti costretti a vivere all’addiaccio o sui vagoni dei treni fermi in stazione. Attualmente vi abitano 15 persone, nove migranti e 6 italiani, tra cui un invalido. La validità sociale di questa occupazione è evidente: ha dato da 5 anni e mezzo una risposta ad un bisogno primario, con una forma di mutualismo dal basso, senza tra l’altro costare nulla alla collettività; proprio per questo è ancora più inaccettabile l’accanimento di questi politici contro i poveri che vi sono ospitati. Le realtà del Movimento di lotta per la casa di Brescia sapranno dare una risposta adeguata a chi, come la parlamentare Bordonali, ha detto che torneranno dopo lo sgombero per festeggiare: chi prova gioia per le disgrazie di altre persone sofferenti dimostra solo la propria miserabile disumanità! Se ne sono andati dicendo che informeranno il ministro Salvini: l’indirizzo lo conoscono, li aspettiamo!
13 settembre -Questa mattina l’Associazione Diritti per tutti e CSA Magazzino47 hanno bloccato a Orzinuovi e a Sarezzo due pignoramenti di case vendute all’ asta dalle banche perché i proprietari non avevano più i soldi per pagare il mutuo. A Orzinuovi il picchetto é stato più grosso perché era stato concesso dalla Prefettura l’intervento delle forze dell’ ordine; una famiglia di un muratore marocchino che ha perso il lavoro per la crisi dell’ edilizia rischiava di finire in strada, con 3 bambini di 6, 4 e 2 anni, perché una operaia della stesso paese di origine aveva comprato all’asta l’appartamento, che si era deprezzato. Questo spiacevole episodio di guerra tra poveri serve a ribadire che non si devono fare affari sulla pelle di altre persone: la pratica della solidarietà e del mutuo soccorso deve tornare ad affermarsi, contro ogni forma di individualismo “mors tua vita mea” e di egoismo sociale.
SOLO LA LOTTA PAGA!
11 settembre -Questa mattina l’associazione Diritti per tutti ha bloccato uno sfratto a #Brescia in via Magnocavallo difendendo il diritto all’abitare di una famiglia composta da 14 persone tra cui 5 bambini in età scolare.
Ramdami aveva acquistato la casa accendendo un mutuo quando era impiegato come operaio in una nota fabbrica del bresciano. A causa della crisi ha perso il lavoro e non è più riuscito a pagare le rate del mutuo, con la conseguente impossibilità di pagare le rate e quindi il sopraggiungere del pignoramento della casa.
Oggi però un folto picchetto ha ottenuto un rinvio al 24 gennaio!
La famiglia Ramdami resta in casa!
La lotta per la casa non si arresta!
9 agosto – È pieno agosto e l’Associazione è impegnata nella gestione dello stand kebab della Festa di Radio onda d’urto, ma gli sfratti vengono bloccati lo stesso. Questa mattina a Brescia, quartiere Sanpolino, Diritti per tutti tiene in casa Sara, sua figlia incinta e il fratellino con disabilità.
2 agosto – Tensione e carabinieri per una proprietà che pretendeva l’esecuzione e si rifiutava di concedere un altro mese di rinvio per permettere il passaggio da casa a casa. È avvenuto questa mattina a Ghedi: Sultan, con moglie e 3 figli minori, due bambini, ora ha ripreso a lavorare e chiedeva solo ancora un po’ di tempo per trasferirsi; la proprietà si accaniva perché lo sfratto per morosità fosse portato a termine e i carabinieri presenti lo stavano eseguendo . Solo una ferma determinazione da parte degli attivisti-e dell’ Associazione Diritti per tutti ha permesso di ottenere un rinvio a settembre che garantisca il trasferimento. Più tranquilla la situazione a Brescia nonostante la presenza di alcuni poliziotti: il picchetto ha ottenuto un lungo rinvio fino al 26 novembre per una coppia italiana con la suocera gravemente ammalata, in modo da poter presentare in autunno la domanda di casa popolare.
31 luglio – Picchetti antisfratto in provincia di Brescia anche in questi ultimi giorni afosi di luglio. Diritti per tutti ha bloccato due esecuzioni contro altrettante famiglie con bambini che, rimaste senza lavoro, sono diventate vittime della morosità incolpevole: ieri a Chiari in Piazza del Granaio e oggi a Palazzolo in via Monsignor Piccinelli sono stati ottenuti rinvii al 6 dicembre.
26 luglio – Un’intensa giornata di lotta per la casa, a cui hanno partecipato Associazione Diritti per tutti, Collettivo Gardesano Autonomo e CSA Magazzino47, si è chiusa nel primo pomeriggio con importanti risultati: il più significativo a Montichiari dove al termine di un presidio di alcune ore presso l’ufficio dei servizi sociali è stato strappato al sindaco un impegno scritto per riunificare la famiglia di Farras in un nuovo alloggio. All’inizio della mattinata era stato bloccato lo sfratto contro Ayman, lavoratore autonomo egiziano con problemi di salute che ha perso il lavoro ed è diventato così una vittime della morosità incolpevole; di seguito i manifestanti si erano spostati in comune per dar vita ad un presidio ad oltranza per ottenere il ricongiungimento di Farras, insieme alla bimba, col marito. Sfrattato quando non era ancora seguito dalle suddette realtà, il nucleo famigliare era stato smembrato e l’amministrazione comunale aveva trovato una soluzione temporanea in una casa di accoglienza per donne con figli solo alla madre e alla loro bambina di 9 anni. Farras è incinta, quasi a termine e sia lei che la figlioletta non ce la fanno più a vivere separati dal padre, operaio a chiamata, che dorme in macchina. A Brescia, invece, picchetto in difesa di Alessandro che una immobiliare vuole sfrattare da un appartamento di via Tofane dove ha assistito, fino a quando ha potuto, l’anziana madre, trasferita da due settimane in una residenza sanitaria.