Sicurezza sociale per tutti/e, razzismo per nessuno. In piazza a Brescia sabato 13 ottobre

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La crescente violenza verbale e fisica contro i migranti additati come pericolosi parassiti ha nel decreto Salvini la sua più recente ed estrema traduzione in legge. Dopo i provvedimenti varati dal governo PD e dal ministro Minniti nel 2017, il governo Lega-5Stelle prosegue e accelera la fortificazione dei confini. Muri fisici e di leggi per negare, limitare, rendere revocabile l’accesso ai diritti sulla base della provenienza delle persone. In costruzione è una società impari, che nel nome di una “sicurezza” nemica di immigrati e poveri, cittadini e non, istituisce differenti gradi di esclusione, precarietà, sfruttamento e inasprisce la repressione contro chi lotta per una vita dignitosa.
Sabato 13 ottobre, ore 14.30 Largo Formentone (piazza Rovetta) Brescia, partecipiamo alla marcia “Restiamo umani” con questi contenuti:

NON È REATO!
MIGRAZIONE, SOLIDARIETÀ, SOCCORSO, DIVERSITÀ, LOTTA PER I DIRITTI UNIVERSALI

NO AL DECRETO SALVINI, ALLE LEGGI MINNITI-ORLANDO, ALLA BOSSI-FINI.
PERMESSO SUBITO per tutte e tutti. Permesso europeo e svincolato dal contratto di lavoro.
#APRITE I PORTI! BASTA STRAGI! NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE ONG E DELLA SOLIDARIETÀ.
NO AL REGOLAMENTO DUBLINO. Libertà di circolazione e di soggiorno in Europa.
NO AI CENTRI DI DETENZIONE (CPR).
CASA, REDDITO, LAVORO DIGNITOSO E RETRIBUITO, WELFARE, DIRITTI SOCIALI PER TUTTE E TUTTI!

Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge”. Mimmo Lucano, Riace
SIAMO TUTTI/E COLPEVOLI E COMPLICI.

IL DECRETO SALVINI, in continuità con le politiche dell’Unione Europea, radicalizza le leggi Minniti del 2017 tracciando confini ancora più marcati lungo le linee del colore e della razza.
Colpisce il diritto d’asilo e riduce drasticamente le già scarse possibilità di regolarizzazione degli immigrati. La detenzione senza reato viene estesa ai richiedenti asilo e viene prolungata per i migranti irregolarizzati dal diniego dell’asilo, dall’abrogazione dei permessi umanitari, dall’ulteriore giro di vite sui ricorsi e dalla legge Bossi-Fini, che dal 2002, di governo in governo, fa da barriera agli ingressi regolari e toglie il permesso a chi perde il lavoro.
Il decreto Salvini condanna gli immigrati ad una condizione di precarietà dei diritti che non finisce mai del tutto: rende revocabile persino la cittadinanza ottenuta al termine di un lungo percorso a ostacoli. Consolida un sistema di diseguaglianze giuridiche che diventa vera e propria segregazione, utile a produrre nella società insicurezza e subordinazione, braccia da lavoro ricattabili, da sfruttare finché servono. Questa operazione condanna anche gli italiani a condizioni di lavoro peggiori: il paradiso per chi sfrutta, l’inferno per chi è sfruttato. Come l’intero regime dei confini, è strumento della lotta di classe: serve al padrone per dividere la gente povera e succhiarne meglio la vita.

PERMESSO SUBITO per tutte e tutti. Permesso europeo e svincolato dal contratto di lavoro.

RESIDENZA SUBITO per chiunque vive in un determinato territorio.

NO alla revocabilità, all’aumento dei costi e dei tempi di concessione della CITTADINANZA.

BASTA STRAGI (nell’ultimo periodo, tra giugno e settembre 2018, ogni giorno 8 migranti annegati o dispersi nel Mediterraneo, 1 su 5 fra coloro che hanno tentato la traversata). No alla criminalizzazione delle ONG, del soccorso, della solidarietà. No alla chiusura dei porti e delle frontiere italiane ed europee alle persone in cerca di una vita migliore, resa impossibile nei Paesi di provenienza da guerre, crisi climatica, povertà e depredazione di risorse alimentate dagli interessi economici e strategici delle multinazionali e dei governi occidentali.

NO CPR, no centri di detenzione per migranti irregolari. In Libia, a Milano, a Montichiari, ovunque.

NO ALL’ACCOGLIENZA EMERGENZIALE, appaltata a imprenditori privati interessati prima di tutto al profitto, fatta per marginalizzare, subordinare, respingere le persone immigrate, indegna per gli stessi operatori, spesso precari e ridotti al ruolo di guardiani dei richiedenti asilo confinati nei Cas in attesa di probabile espulsione. PER UN’ACCOGLIENZA DEGNA, includente per tutte e tutti i richiedenti asilo, non separata da un welfare universalistico (casa, salute, formazione, ricerca lavoro…) da rilanciare e rendere disponibile per la totalità della popolazione.

BASTA GUERRA CONTRO I POVERI. SOLIDARIETÀ E LOTTA DAL BASSO CONTRO LA POVERTÀ!
Il decreto Salvini inasprisce e integra le misure varate dall’ex ministro Minniti contro i poveri che lottano per una vita degna: sgomberi più rapidi delle occupazioni abitative, estensione del daspo urbano, taser anche alle polizie municipali, sanzioni penali per manifestazioni e scioperi con blocco stradale, come quelli che da anni vedono protagonisti i lavoratori della logistica, molti dei quali sono immigrati che ora, se condannati, verranno anche espulsi.

Insomma: più polizia e più carcere per chi non si adatta all’azzeramento delle politiche abitative pubbliche, all’aumento del costo delle prestazioni sanitarie, alla precarietà del reddito, alla povertà con e senza lavoro, alla diseguaglianza. Intanto il trasferimento verso i piani alti della scala sociale della ricchezza che tutte e tutti produciamo prosegue, senza che nessuna manovra economica metta davvero in discussione i profitti e i privilegi enormi delle oligarchie imprenditoriali e finanziarie al potere. Il neoliberismo e il nazionalismo razzista al governo in Italia e in Europa concordano su altre prospettive: la guerra ai poveri e fra i poveri, da alimentare anche concedendo solo a italiani un sussidio di sussistenza (vincolato alla disponibilità a lavorare a qualsiasi condizione), magari da finanziare con altri tagli alle risorse per il welfare accessibile a tutte e tutti.