INIZIATIVE DURANTE IL LOCKDOWN PER LA PANDEMIA COVID

5 marzo 2020

CORONAVIRUS: TRA QUESTIONE SANITARIA E CONSEGUENZE SULLE NOSTRE VITE

Quella che ci troviamo ad affrontare in queste settimane è una vera emergenza sanitaria e pensiamo che in quanto tale vada affrontata con la massima serietà. Secondo il principio di precauzione, riteniamo di seguire le indicazioni igienico-sanitarie per contribuire al contenimento della diffusione del contagio. Con tranquillità, senza cedere al panico, ma senza sottovalutare la situazione e le conseguenze che può avere sulle persone più fragili e con minore possibilità di accesso alle cure.

Decenni di progressiva privatizzazione della sanità pubblica e di tagli al personale, oggi presentano il conto e rendono estremamente difficile la gestione di questa emergenza: posti letto insufficienti (anche e soprattutto in terapia intensiva), difficoltà nella gestione dei pazienti, richiamo in servizio di pensionati, blocco delle ferie, turni straordinari e sospensione dei riposi per il personale. Conseguenza di questa situazione è anche il rinvio di alcune prestazioni sanitarie.

Allo stesso modo le misure emergenziali anti-Covid19 stanno evidenziando anni di precarizzazione dei rapporti di lavoro, cancellazione dei diritti e progressivo smantellamento delle tutele. I costi di questa emergenza vengono scaricati sulle fasce più ricattabili della popolazione. Le misure tampone disposte dal governo non sono sufficienti. Non garantiscono la sopravvivenza oggi, né risolvono il problema alla radice: migliaia di lavoratrici e lavoratori – con contratti resi possibili dalle riforme del mercato del lavoro – non hanno comunque la garanzia di poter arrivare alla fine del mese nonostante l’emergenza. Pensiamo a chi lavora nelle scuole, nella cura, nello spettacolo, nella cultura, nel turismo, nello sport, nella ristorazione, nella logistica, alle piccole partite iva. A chi è costretto a recarsi sul luogo di lavoro, per non perdere il posto e nonostante il rischio di contagio. Pensiamo anche a chi, nella condizione di migrante, è ancor più ricattabile in quanto vede legata la possibilità di rimanere in Italia al proprio contratto di lavoro.

Ancora una volta, inoltre, il peso della gestione dell’emergenza ricade in maniera più grave sulle spalle delle donne, molte delle quali non hanno ricevuto lo stipendio perché lavoratrici precarie ma anche perché sono dovute rimanere a casa con figli, figlie e/o con gli anziani e anziane.

Proprio perché siamo convinti che in questo momento la cosa più importante sia la tutela della salute della collettività, riteniamo inaccettabile che molte lavoratrici e molti lavoratori siano comunque esposti al rischio per non fermare la produzione e che altrettanti, a casa dal lavoro, non abbiano alcun tipo di garanzia sul proprio presente e futuro. Siamo anche consapevoli che le emergenze possono essere un’occasione per attaccare e limitare diritti e libertà, e che c’è il rischio che chi governa possa tentare di introdurre stabilmente – passata l’emergenza – limitazioni al diritto allo sciopero, alle manifestazioni e alla libertà d’espressione. In questo caso dovremo essere vigili e pronti a rispondere.

Questo è il momento in cui esigere la garanzia di un diritto alla salute accessibile, un reddito di quarantena che garantisca la sopravvivenza di tutte e tutti, ma anche di mettere in discussione le politiche di privatizzazione, attacco ai diritti e alle condizioni di vita, messe a nudo da questa emergenza.

Pensiamo sia anche il momento di discutere e di pensare insieme a quale possa essere il modo migliore di affrontare e gestire, dal basso, questa situazione.

📌📌📌 Per questo invitiamo a partecipare, venerdì 6 marzo, dalle ore 17.40 sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, a un’assemblea pubblica radiofonica in cui esprimere il proprio punto di vista o raccontare la propria esperienza di questi giorni.

CSA Magazzino47

Associazione Diritti per tutti

Kollettivo Studenti In Lotta

14 marzo 2020

Coronavirus. Traduzioni aggiornate in diverse lingue (arabo, urdu, bengalese, inglese, francese, spagnolo, russo, rumeno, albanese, farsi)

delle principali norme di comportamento da tenere per evitare il contagio da Covid-19, tradotte da Associazione Diritti per tutti di Brescia.

Al link invece anche le traduzioni audio, liberamente scaricabili, con l’aggiunta di wolof, twi, punjabi e pulaar -> https://www.radiondadurto.org/…/coronavirus-regole-di…/

14 marzo 2020

Lo sportello informativo dell’Associazione Diritti per Tutti per le problematiche riguardanti rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno in questo periodo, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, si svolge esclusivamente via telefono, al numero 3316152012, il martedì e il venerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 9.30 alle 12.

📣Ricordiamo che In questo periodo NON C’È NESSUNA SANATORIA per dare il permesso di soggiorno agli immigrati che non l’hanno avuto o l’hanno perso. Perciò chi adesso chiede soldi promettendo la sanatoria e il permesso di soggiorno vuole solo truffare.

È possibile che in futuro il governo decida davvero di fare la sanatoria?

COSA POSSIAMO FARE INSIEME PER OTTENERE TUTTE E TUTTI IL PERMESSO, senza dover aspettare ancora inutilmente, senza dover pagare migliaia di euro o essere sfruttati nel lavoro?

Non appena l’emergenza sanitaria in corso ce lo permetterà, dobbiamo incontrarci in una grande assemblea per informarci, discutere, organizzarci!

20 marzo 2020

Associazione Diritti per tutti aderisce all’appello per la sanatoria dei migranti e delle migranti irregolari ai tempi del covid-19.

Per aderire scrivere a sanatoriasubito@gmail.com

Appello per la sanatoria dei migranti irregolari ai tempi del Covid-19

Gli effetti positivi sarebbero molteplici

Per informazioni e adesioni: sanatoriasubito@gmail.com

Ai tempi del Coronavirus, lo sguardo e l’attenzione della politica e dei media sulla situazione in Italia si focalizzano sugli effetti sanitari, sociali ed economici della diffusione del virus, lasciando in stand by tutto ciò che costituisce mera ordinaria amministrazione.

In qualche modo è inevitabile: lo stato di emergenza porta con sé una serie di ricadute, sulle quali si stanno esprimendo con diversi approcci e punti di vista tanto opinionisti mainstream, quanto settori di movimento, interrogandosi su temi che vanno dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e delle sperimentazioni bio-tecnologiche sulla diffusione dei virus, agli effetti dei processi di dismissione della sanità pubblica in favore dell’imprenditoria privata, alle tutele necessarie per assicurare reddito ai lavoratori, in specie precari, colpiti dalla sospensione o comunque dalla contrazione dell’attività e ancora al modello di società autoritaria che si sperimenta con l’adozione di misure che non solo limitano la socialità, ma comprimono diritti fondamentali quali quelli di riunione, di circolazione, di sciopero.

In questo scenario è scomparsa dal dibattito pubblico, semmai ci fosse entrata, la discussione, pur ancora allo stato embrionale, sulla possibilità per il governo di emanare un provvedimento di sanatoria dei migranti che soggiornano irregolarmente nel nostro Paese, tema oggetto dell’ordine del giorno votato il 23 dicembre 2019 dalla Camera dei Deputati in sede di approvazione della legge di bilancio [1] e ribadito dalla ministra dell’interno Lamorgese il successivo 15 gennaio 2020 [2]. Il tema, però, non può essere accantonato e rimandato a tempi migliori; anzi, diventa ancor più rilevante e urgente nella contingenza che ci troviamo ad attraversare.

Il punto di partenza non può che essere quello del numero degli immigrati sans papier presenti in Italia; nell’evidente impossibilità di censirli, ci si deve riferire alle ricerche effettuate dagli istituti specializzati [3], che quantificano in oltre mezzo milione a fine 2018 le presenze irregolari, un numero che è andato aumentando nel corso degli ultimi anni e che è destinato a crescere ancora in conseguenza delle politiche bipartisan adottate dai governi, che si sono succeduti nell’ultimo decennio.

Sono molteplici le cause della crescita del numero di presenze irregolari, a iniziare dalla natura strutturale dei fenomeni migratori, di fronte alla quale sono votate al fallimento le politiche di chiusura delle frontiere adottate dall’Unione Europea, e dagli scenari di crisi internazionale coi fronti bellici apertisi negli ultimi anni, in particolare in Libia, Siria e al confine russo-ucraino. A un contesto globale che spinge moltitudini a migrare, risponde l’assoluta inadeguatezza della gestione del fenomeno da parte dell’Europa e nello specifico dell’Italia.

Nel nostro Paese, alla endemica mancanza di canali regolari e continuativi di ingresso (il sostanziale azzeramento delle pur insufficienti opportunità offerte dai flussi annuali e l’abolizione della figura dello sponsor hanno di fatto blindato le frontiere) e di qualsiasi forma di regolarizzazione a regime per chi già si trovi nel territorio italiano, si devono aggiungere la riclandestinizzazione operata dalla legge Bossi-Fini (in conseguenza del rapporto inscindibile tra disponibilità di un lavoro e permesso di soggiorno) e gli effetti della controriforma salviniana, che ha abrogato le norme che consentivano il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari ai richiedenti asilo.

Proprio il tema dei richiedenti asilo impone qualche, seppur breve, considerazione ulteriore: le domande presentate in Italia tra 2017 e 2018 sono state 175.000 circa [4]; al termine della procedura amministrativa per il vaglio delle richieste e dei gradi di giudizio per i ricorsi contro i provvedimenti di diniego (che si sono assestati tra il 60 e il 70%), è lecito attendersi che almeno altre 100.000 persone andranno ad aggiungersi al numero delle presenze irregolari. In assenza di un intervento legislativo, il numero dei migranti sans papier è quindi destinato a lievitare ulteriormente, ricomprendendo decine di migliaia di persone che, in virtù del permesso di soggiorno temporaneo come richiedenti asilo, per anni (tanto ci vuole a portare a esaurimento la procedura davanti alle Commissioni territoriali prima e i processi giurisdizionali poi) hanno costruito relazioni sociali, svolto attività di lavoro subordinato, o comunque lavori di pubblica utilità, frequentato corsi di lingua italiana, in vista di un inserimento sociale che viene bruscamente reciso all’esito del rigetto definitivo della domanda.

Delineata per sommi capi la situazione attuale e i suoi possibili sviluppi nel breve periodo, dovrebbe apparire evidente a chiunque che non è sostenibile la presenza in Italia di 700-800 mila stranieri sprovvisti del permesso di soggiorno, e quindi deprivati dei diritti elementari della persona e destinati allo sfruttamento intensivo del lavoro nero, a sistemazioni abitative precarie, in alcuni casi alla contiguità con la microcriminalità.

La soluzione al problema non può certo essere individuata nello strumento dell’espulsione, fosse anche solo, e così ovviamente non è, per l’impossibilità concreta di eseguirne un numero così ingente. La soluzione non può che essere una e una sola: un provvedimento di sanatoria generalizzata (senza altro requisito ulteriore rispetto al mero dato fattuale della presenza in Italia), che si accompagni alla previsione per il futuro di una regolarizzazione individuale a regime, che consenta di ottenere il permesso di soggiorno allo straniero, che ne sia sprovvisto e che presenti determinati requisiti (solo a titolo esemplificativo: un’offerta di lavoro, condizioni personali di vulnerabilità, uno sponsor che si faccia carico dell’ospitalità e del mantenimento, ecc.).

Si potrebbe concludere così: un provvedimento di regolarizzazione dei sans papier è necessario e urgente, anche ai tempi del coronavirus: anche se adesso l’emergenza è (o sembra essere) un’altra, anche se l’attenzione generale in questa fase si rivolge altrove, anche se qualcuno ne approfitterebbe per imbastire una becera propaganda politica, additando al “popolo” gli untori che attraversano il mare a bordo dei barconi.

Invece, i tempi del coronavirus rendono ancor più necessario e urgente l’intervento del Governo, perché adesso alle buone ragioni della sanatoria si aggiungono anche le esigenze di tutela della salute collettiva, compresa quella delle centinaia di migliaia di migranti privi del permesso di soggiorno, che non hanno accesso alla sanità pubblica.

Il migrante irregolare non è ovviamente iscritto al Sistema Sanitario Nazionale e di conseguenza non ha un medico di base e ha diritto soltanto alle prestazioni sanitarie urgenti. Il migrante sprovvisto del permesso di soggiorno, nei casi di malattia lieve (qualche linea di febbre, un po’ di tosse) non si rivolge alle strutture sanitarie, mentre nei casi più gravi non ha alternativa al presentarsi al pronto soccorso, il che contrasterebbe con tutti i protocolli adottati per contenere la diffusione del virus. Il sans papier ha timore di presentarsi in un ospedale, perché potrebbe incappare in un controllo che lo condurrebbe all’espulsione o alla reclusione in un Centro di Permanenza per il Rimpatrio. Il “clandestino” è costretto a soluzioni abitative di fortuna, in ambienti spesso degradati e insalubri, condivisi con altre persone.

Insomma, gli “invisibili” sono per molti aspetti soggetti deboli, che se non sono più esposti al contagio del virus, più di altri rischiano di subirne le conseguenze: sanitarie, per la plausibile mancanza di un intervento tempestivo, ma anche sociali, per lo stigma cui rischiano di essere sottoposti a causa di responsabilità e inefficienze non loro ascrivibili.

Dovrebbe quindi essere evidente la necessità di “agganciare” anche queste centinaia di migliaia di persone: per contenere il loro rischio di contrarre il virus, perché possano con tranquillità usufruire dei servizi della sanità pubblica nel caso di sintomatologia sospetta, perché non diventino loro malgrado veicolo di trasmissione del virus. Affinché ciò sia possibile, però, devono essere sottratte oggi, ed è già tardi, alla condizione costretta di “invisibilità”, attribuendo loro pienezza di diritti, quanto meno di quelli che il sistema riconosce come diritti universali, in primis quelli alla salute e a un’esistenza degna.

Se stiamo davvero attraversando un’emergenza sanitaria, se davvero hanno un senso tutte le misure straordinarie fino a oggi adottate e che incidono così in profondità sulle vite di tutte e tutti, allora deve essere sanatoria per tutte le persone migranti che non hanno un permesso di soggiorno, subito!

Per aderire: sanatoriasubito@gmail.com

Promotori:

Legal Team Italia, Campagna LasciateCIEntrare, Progetto Melting Pot Europa, Medicina Democratica

Prime adesioni (in aggiornamento):

Associazione Diritti per tutti – Brescia, Associazione Giuristi Democratici Ambasciata dei Diritti – Ancona; Associazione La Kashab – Cosenza; Antenne Migranti – Bolzano, Associazione Portamico – Ferrara, Borderline Sicilia onlus, Bozen solidale, Osservatorio Migranti Verona, Rete antirazzista catanese, Associazione Open Your Borders – Padova; Mai più Lager – No ai CPR; Associazione Bianca Guidetti Serra; Osservatorio Repressione; Associazione Senza Confine – Roma; Associazione Yaiariha onlus; Cooperativa Caracol, Marghera Venezia; Associazione Caminantes, la casa è un diritto – Treviso; Scioglilingua – Bolzano; Confederazione Cobas Brescia; Cobas Scuola Catania; Rifondazione Comunista Sinistra Europea; Potere al Popolo; Europa Verde; Collettivo Mamadou; APS Nova Koinè – Marigliano (NA); Emmaus Palermo ONLUS; Assemblea 17 dicembre di Verona; ALI – Accoglienza Libera Integrata; Circolo Pink di Verona; Pink Refugees di Verona, gruppo LGBT migrante; Baobab Experience; Associazione Diritti e Frontiere (ADIF);

Collettivo Mamadou; APS Nova Koinè – Marigliano (NA); Emmaus Palermo ONLUS; Assemblea 17 dicembre di Verona; ALI – Accoglienza Libera Integrata; Circolo Pink di Verona; Pink Refugees di Verona, gruppo LGBT migrante; Baobab Experience; Associazione Diritti e Frontiere (ADIF); Comitato antirazzista saluzzese; Associazione Soomaaliya Onlus; Associazioni Voci della Terra; Romagna Migrante; Casa Internazionale delle Donne di Roma; Auser Tuscia; Associazione Arci Todo Cambia; S.E.N.A.P.E. coop. sociale Onlus – Alessandria; SUNIA Catania; CIES onlus; Fondazione Terre des Hommes Italia; Associazione Madiba Sinnai onlus; Associazione volontari per la protezione civile Astra (CT); ANPI di Imperia; Libera La Parola, scuola d’italiano – Trento; Assemblea Antirazzista Trento; Pensare Migrante; Centro Sociale Ex Canapificio e Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta; Istituto Euroarabo di Mazara del Vallo; Insieme per la Pace – Milano; Comitato Abitanti Corvetto (MI); Comitato Dei Disoccupati – Milano; Rete femminista No muri No recinti; Attac Italia; Associazione Immigrati di Pordenone; Rete Solidale Pordenone; Associazione (S)cambiare; Associazione Cultura è Libertà; WILPF Italia (Women’s International League for Peace and Freedom); Marcia Restiamo Umani; ANPI Sezione Erminio Ferretto di Mestre; FuoriMercato; Associazione Il Gioco degli Specchi, Trento; Associazione DiverCity (Milano); Centro per la Pace di Rovereto (TN); Assemblea Antirazzista Antifascista di Vicofaro/Pistoia; Associazione Peppino Impastato di Cinisi; Comunità Emmaus Ferrara odv; Forum Antirazzista Palermo; Cobas scuola Palermo; Cobas Palermo; Associazione Comunità Accogliente – Mercoraglio (AV); Cooperativa Sociale “Formato Famiglia” – Taranto; Assoc. Dimensioni Diverse – Milano; LESS Società Cooperativa Sociale; GIM (Giovani Impegno Missionario); Associazione Segnavento, Roma; Associazione Il Razzismo è una brutta storia; blog “Minori Stranieri non Accompagnati”; Ass. GVV NES Nessuno è Straniero di Torino; Rete catanese #restiamoumani#Incontriamoci; GrIS Piemonte; YaBasta! di Scisciano (NA); Associazione “Scuola di pace ODV”; Associazione Hamef Onlus; Associazione Donatella “Lella” Moltani Onlus; SPS (Scuola di Preparazione Sociale); Lisangà culture in movimento, associazione di volontariato Torino; Valsusa oltre i confini, libera associazione valsusina; Associazione Frantz Fanon di Torino; CESIE; Carovane Migranti; “La Macchia”, Rovereto (TN); Associazione Girasoli Onlus di Mazzarino; Sportello Immigrati Caltanissetta; Associazione Approdi odv; San Berillo Resiste (Catania); IFE Italia; Vicenza Solidale; Equipaggio di Terra di Mediterranea Vicenza; Scuola interculturale di Formazione del Mce (Movimento Cooperazione Educativa); Associazione Trama di Terre onlus Aps – Imola; Gruppo FuoriClasse – Mogliano Veneto; Laboratorio “Andrea Ballarò/Nausicaa” (Palermo); Associazione Diritti a Sud; Associazione Solidaria; Sfruttazero; Associazione “Nuova Ucraina”; Comitato Collaborazione Medica; Coordinamento Antifascista del Casentino;

(Individuali:)

Annalisa Frisina (Università di Padova); Adele Del Guercio (Università di Napoli); prof. Salvatore Palidda (Università di Genova); Maso Notarianni (presidente Arci Milano); Camilla Seibezzi, Venezia; Ludovica Fales – documentarista; Carlo Cappellari, avvocato foro di Padova; Avv. Ameriga Petrucci; Annamaria Rivera, attivista antirazzista e antropologa (Università di Bari); Angelo Baracca, professore a riposo di Fisica, Università di Firenze; Nada Ladraà-Krit, attivista antirazzista; Marco Bersani (Attac Italia); avv. Vincenzo Barone; Angelo Marino, educatore; Agostina Stano Avvocato; Gennaro Avallone (ricercatore d sociologia, Università di Salerno); Valerio Minnella (Radio Alice – Bologna ’77); John Mpaliza; Simona Petey Mautino, docente; Sergio Falcone, poeta; Anna Liguori, Università di Napoli L’Orientale; Giulia Bruschi, cooperante; Mario Gamba, giornalista, Roma; Gianfranco Laccone, agronomo; Eugenia Valtulina, responsabile Biblioteca “Di Vittorio” Cgil Bergamo; Enrica Boffetta, Erreics Onlus; Angelo Pozzan, presidente della Ass. Giuristi Democratici di Venezia; Beatrice Peruffo, docente liceo; Avv. Guido Talarico, foro di Teramo; Marina Galici fotografa, Palermo; Avv. Eva Vigato, Foro di Padova; Stefania Varani, Università di Bologna; Avv. Valentina Angeli; Laura Tiraboschi; Vladimiro Barberio; Agnese Maria Garufi; Alessandra Pinamonte; Laurella Arietti, attivista trans antifascista; Nadia De Paoli, Cerea VR; Marina Ottonello; Maria Gianotti, insegnante; Marta Zago, Marghera (VE); Maria Caterina Longo – Catania; Donatella Tanzariello; Maria Cristina Paoletti – Venezia Mestre; Mario Borino; Dolores Viero; Roberta Ruggieri (Palermo); Stefania Rizzardo; Luigi Calesso – Treviso; Giusi Milazzo; Anna Laura Pachera; Gianluca Cassutto; Tiziana Mangoni; Ezio Rossi; Mohammed Benricho; Paolo Salza; Laura Magnani; Francesca Moccagatta, Firenze; Rita Valle; Giovanna Dalessio; Anna Vignolini; Andrea Spampinato; Floriana Lipparini; Elisa Passini (Modena); Adriana Negri; Teresa Moccagatta; Moreno Biagioni – Firenze; Tiziana Alessandra Pistol; Helga Greggio; Elisabetta Gandini; Marina De Giusti; Diene Fallou; Luciana Negro; Francesca Delfino Ayari; Diletta De Sio; Margherita Ferrante; Marianna Dalla Torre; Gerardo Ragosa; Bianca Elena Grimaldi, Maddaloni; Michela Cappuccio; Anastasia Macini; Beatrice Buzi; Fiorenzo Fasoli; Carlotta Pavone; Giampiero Obiso; Manuela Anselmo; Sonia Antinori; Mari Antonia Crivello, Bagheria (PA); Daniela Zambrano; Enrico Spera; Blanca Montoya; Carlotta Pavone; Piero Scarselli, Firenze; Claudio Lombardi, Firenze; Lorenza Erlicher, Trenrto; Gloria Frittelli; Lorenzo Ambrosio (Torino); Elena Maria Piccinelli (Torino); Marco Giunti; Elisa Cesan; Letizia Adduci; Abigael Girlie Macaraeg; Luca Rasoti; Antonio Bernardini; Danilo Conte; Giuseppe Bruzzone; Valentina Campajola e Ismaila Barry – Cesena; Giovanna Malavolti; Lidia Saija; Maddalena Natalicchio – Trento; Donatella Diamanti; Soheila Javaheri Mohebi; Ludmila Ursu; Massimiliano Lombardi; Luigina Perosa, Pordenone; Lidia Campagnano; Alessandro Bellucci; Isabella Lamorgese; Anna Zinnanti; Fausta Ferruzza; Giorgia Listì; Pasqua De Candia; Claudia Gramiccia; Gianfranco Tomassini; Gianni Tomasi; Giancarlo Malavolti; Ramis Salla; Rossella Brodetti; Chiara Sibona Passini; Giuseppe Grazzini, Firenze; Luciana Salibra; Gina Abbate; Anna Formaiano; Laura Marcheselli – Firenze; Giuliana Bonosi – Firenze; Agnese Cardini; Manuela Giugni; Antonella Bundu; Laura Follesa; Manuela Flamini; Tristano Callegaro; Cristina Neri; Mbaye Gueye, Catania; Rita Maglietta – Roma; Nora Haydee Rodriguez, Vicenza; Pablo Sergio Vanzan; Tonia Trecca; Francesca Pighin; Caterina Rigobello, Vicenza; Massimo Bertoni; Silvia Cristofori, Roma; Silvia Pescivolo; Barbara Duranti; Daniele Barbieri – Imola; Anna Formaiano; Gabriella Ghermandi; Dante Di Roberto (FR); Antonio Beninati; Rosario Mangiameli; Grazia Paletta; Donata Bellante; Roberta Caballini; Valeria Marletta (San Gregorio di Catania); Carmen D’Agostino; Lizeth Dayana Chaparro Garcia; Samir Mnassri; Valeria Sanguini; Roberto Attanasio; Saimir Cela; Patricia Vásquez; Claudia Pellegrini; Elena Sgobaro; Marina Cavallini; John Paul Domingo; Paolo Rosà; Giulia Ceribelli; Anna Cinzia Preto; Francesco Bernabini; Avinio Damiano, Como; Domingo Diglio, Caserta; Raya Cohen, Roma; Gloria Avolio; Daniela Pozzi; Giancarlo Scotoni, Roma; Fatima Fati; Alba Aceto, Cosenza; Francesco Correale; Danilo Cremonte; Paolo Adomi; Nicoletta Pirotta; Marilena Bertini; Angelo Ascani; Melita Rosenholz; Gabriella Leo; Andrea Piccinini; Deborah Baisotti; Danilo Scognamiglio; Marco Anselmi, Torino; Siliano Mollitti; Stefano Santaniello; Renato Franzitta, Palermo; Patrizia Cioccia; Fiammetta Gori; Pietro Arcoria; Mara Prandini; Marta Bezze; Maria Luisa Barcellona; Michele D’Agata; Maria Luisa Grisafi; Ciro Lucaborelli; Giuseppe Mosconi; Elena Rota; Pierpaolo Loi; Antonino Tripoli, Roma; Roberto Tigani; Alessandra Ferrari; Maria d’Ascia; Fausta Piccolo; Ivan Rojas Claros; Simona Montali

30 marzo 2020

NON VOGLIAMO TORNARE ALLA NORMALITA’, PERCHE’ QUELLA NORMALITA’ E’ IL PROBLEMA!

Scriviamo dai territori dilaniati dalla pandemia di #Covid19. Non sta andando tutto bene, per niente: migliaia di morti, decine di migliaia di contagiati ufficiali, chissà quanti reali. Nelle terapie intensive, stracolme, si lotta tra la vita e la morte. Gli ospedali non hanno più posti, si aspetta nei corridoi o dove si può. Si muore a casa, da soli. Il personale sanitario, ridotto all’osso da decenni di tagli, è insufficiente. Quello che c’è si ammala, a volte muore, di certo è allo stremo, costretto a ritmi e condizioni di lavoro inumane. Sfogliando i giornali locali si leggono paginate di necrologi. Ognun*, qui, conosce persone contagiate, ricoverate o che non ce l’hanno fatta, alle quali non può nemmeno dire addio con un funerale.

Scriviamo dal cuore della produzione industriale del Paese, dove le Confindustrie locali si sono opposte fino all’ultimo – e ancora provano a farlo – a un vero fermo totale delle filiere non essenziali. Vista da qui, è ogni ora più lampante la violenza e l’ingiustizia di mettere il denaro davanti alla salute delle persone. Oggi paghiamo scelte recenti, consapevoli e scellerate, ma anche decenni di tagli e privatizzazione

della sanità, di lavoro precario e mal pagato, di mancanza di soldi per chi non arriva a fine mese o non riesce a pagare l’affitto.

Quando l’emergenza sarà rientrata, non vogliamo affatto “tornare alla normalità” di una società che mette i profitti di pochi davanti alla salute e al benessere di molti, che ha permesso anni di distruzione del sistema sanitario, che già si prepara a scaricare su di noi i costi della crisi spaventosa cui andremo incontro.

Quando l’emergenza sarà rientrata il conto lo dovrà pagare chi per anni ha guadagnato e speculato sulla “normalità” che oggi rimpiange.

Quando l’emergenza sarà rientrata dovremo portare il conto a chi ha permesso tutto questo.

CSA Magazzino47, Associazione Diritti per tutti, Kollettivo Studenti In Lotta – #Brescia

Barrio Campagnola – #Bergamo

CSA DORDONI – #Cremona

MovimentoPavia #Pavia

ControTendenza #Piacenza

Collettivo Gardesano Autonomo – Lago di #Garda

Pretendiamo ora:

– Garanzie sulla tutela della salute di tutte e tutti. Finanziamenti straordinari alla sanità pubblica e requisizione immediata di tutte le strutture della sanità privata. Assunzione di nuovo personale e messa in sicurezza reale di chi opera nella sanità, nessun* esclus*.

– Una vera chiusura di tutte le attività produttive (e della

distribuzione) non essenziali e una reale messa in sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici nei servizi essenziali.

– Un reddito di quarantena per tutte e per tutti.

– Una sanatoria per tutti i migranti e le migranti senza permesso di soggiorno. E’ inaccettabile che ci sia chi non ha accesso alle cure perché senza documenti.

– Requisizione di alberghi o strutture abitative per chi una casa dove stare non ce l’ha.

– Indulto immediato e provvedimenti seri per la riduzione del

sovraffollamento delle carceri e la tutela della salute dei detenuti e delle detenute.

– Tutela e finanziamento dei centri antiviolenza e degli spazi sicuri per le donne. Dobbiamo poter vivere in una casa e sentirci libere e sicure.

31 marzo 2020 La solidarietà ed il mutuo soccorso non si fermano: oggi sono stati consegnati pacchi alimentari agli ex occupanti dell’ Associazione Diritti per tutti che ora vivono nell’ ex Franciscanum di Brescia. Grazie per le consegne a Mimmo Nasser. Sempre nel pomeriggio visita di un esponente del Centro culturale islamico di brescia “المركز الثقافي الإسلامي ببريشا” alle Casette occupate di via Gatti per programmare gli aiuti. Grazie anche a Paola Lanfranchi per i pacchi con la spesa donati ad alcune famiglie dell’Associazione in difficoltà.

3 aprile 2020 Un altro carico di viveri alimentari e contributi spesa verso famiglie dell’ Associazione Diritti per tutti in stato di bisogno e delle persone delle Casette occupate e degli ex occupanti ora al Franciscanum. Aiuti coordinati da Paola e con il supporto di escursionisti di APE Brescia. Nessuno resta solo! Solidarietà e mutuo soccorso

8 aprile 2020 Un altro carico di aiuti alimentari è stato consegnato oggi a Brescia a famiglie sotto sfratto e agli ex occupanti dell’ Associazione che ora si trovano in una struttura per l’emergenza abitativa. I viveri sono stati acquistati grazie all’iniziativa di un gruppo di solidali di origine rom, tra cui alcuni che avevano ricevuto il sostegno dell’ Associazione per affermare il loro diritto alla casa: viva la solidarietà dal basso! Viva il mutuo soccorso! Grazie a Dritan per il coordinamento e a Cristiano per la distribuzione.

10 aprile 2020

Solidarietà e mutuo-aiuto: consegnate questa mattina 160 mascherine alle Casette occupate e agli ex occupanti dell’Associazione Diritti per Tutti ora al Franciscanum!

Grazie all’International Cultural Ati Yoga Association!

14 aprile 2020

CHI PUO’ METTA, CHI NE HA BISOGNO PRENDA!

Solidarietà e mutuo-aiuto 🤝

Lascia qualcosa che potrebbe servire a chi passa dopo di te. Prendi ciò che ti serve in questo periodo difficile per tante e tanti.

Nelle ultime settimane, a Brescia, sono molte le reti di solidarietà, istituzionali e non, che si sono attivate. Questo è un ulteriore contributo per chi – per qualsiasi motivo – non fosse raggiunto da questi circuiti.

🛒 Da questa mattina, martedì 14 aprile, abbiamo allestito due primi punti solidali a #Brescia: uno all’incrocio tra via Milano e via Luzzago, l’altro nella piazzetta della Pallata, incrocio c.so Garibaldi – via delle Battagie, quartiere #Carmine.

CSA Magazzino47Associazione Diritti per tutti

15 aprile 2020

L’Associazione Diritti per Tutti, insieme a tante altre associazioni di tutta Italia, sta chiedendo al Governo di fare una sanatoria per dare il permesso di soggiorno agli immigrati che non l’hanno avuto o l’hanno perso – le foto di persone con cartelli per la sanatoria pubblicate anche qui servono a dare più forza a questa richiesta- Il Governo finora NON ha dato nessuna risposta positiva. Quindi adesso NON C’È NESSUNA SANATORIA. Perciò chi ora chiede soldi promettendo la sanatoria e il permesso di soggiorno vuole solo truffare.

📌Lo sportello informativo dell’ Associazione Diritti per tutti per le problematiche riguardanti rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno in questo periodo, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, si svolge esclusivamente via telefono, al numero 3316152012, il martedì e il venerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 9.30 alle 12.

È possibile che in futuro il governo decida davvero di fare la sanatoria? COSA POSSIAMO FARE INSIEME PER OTTENERE TUTTE E TUTTI IL PERMESSO, senza dover aspettare ancora inutilmente, senza dover pagare migliaia di euro o essere sfruttati nel lavoro?

Non appena l’emergenza sanitaria in corso ce lo permetterà, dobbiamo incontrarci in una grande assemblea per informarci, discutere, organizzarci!

17 aprile 2020

La solidarietà e il mutuo-aiuto non si fermano!

L’Associazione Culturale Islamica Muhammadiah di via della Volta, #Brescia, oggi ha donato 20 scatoloni colmi di beni di prima necessità (pasta, riso, scatolame, caffè, zucchero,…) e 400 euro di buoni alimentari per sostenere le famiglie sottosfratto e/o rimaste senza reddito a causa del #COVID19 e i due punti allestiti all’incrocio tra via Milano e via Luzzago e alla Pallata, incrocio tra corso Garibaldi e via Battaglie, da Associazione Diritti per tutti e CSA Magazzino47.

😍Un grande ringraziamento a fratelli e sorelle della Moschea!

CONTRIBUISCI! – In molte e molti ci stanno chiedendo come contribuire in merito ai due luoghi di spesa solidale.

Abbiamo quindi deciso di rendere pubblico questo codice IBAN:

IT17J0501811200000011221728

intestato a

NUOVA ASSOCIAZIONE DEI GARANTI PER GLI SPAZI SOCIALI AUTOGESTITI.

🤝Autorganizziamo la solidarietà in questo momento difficile per tante e tanti!

18 aprile 2020 I volontari e le volontarie dell’ Associazione Diritti per tutti hanno cominciato oggi la distribuzione alle famiglie italiane e migranti, in difficoltà per l’emergenza sanitaria, i buoni spesa e gli scatoloni di generi alimentari donati dal Muhammadiah Islamic Center. Consegnati anche alcuni contributi raccolti grazie al coordinamento dell’ apeina Paola Lanfranchi. Il mutuo soccorso non lascia solo nessuno e nessuna.

23 aprile 2020

LA CASA È UN DIRITTO!

🏠L’emergenza sanitaria da Covid 19 sta colpendo duramente un diritto, quello alla casa, che in Italia era già gravemente compromesso prima della pandemia. La sospensione degli sfratti, prevista per ora al 30 giugno 2020 (e che un emendamento governativo presentato in Parlamento dentro il Dl “Cura Italia” dovrebbe estendere al 1 settembre 2020), è solo una piccola boccata d’ossigeno per migliaia e migliaia di persone già con l’acqua alla gola per la scomparsa o la drastica riduzione del proprio reddito.

In gravissima difficoltà in particolare sono le persone che vivono in affitto, circa 4 milioni in Italia nel mercato privato. A marzo almeno 200mila di queste sono andate verso l’impossibilità di pagare l’affitto. Le risorse mobilitate fino a ora sono troppo poche: meno di 70 milioni di euro tra Fondo nazionale per il sostegno all’affitto e Fondo inquilini morosi incolpevoli, a cui aggiungere i 46 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per quegli inquilini che non potendo far fronte al pagamento hanno subito sfratti esecutivi per morosità incolpevole. Altre iniziative, parcellizzate, sono state messe in campo o solamente annunciate da alcune Regioni e alcuni Comuni.

✍️📩Come Associazione Diritti per Tutti, mettiamo a disposizione un modello di lettera che è possibile scaricare e inviare al proprio proprietario di casa (privato o Aler), alla Prefettura e all’Ufficio Casa del proprio Comune per comunicare l’impossibilità di pagare il canone di locazione a causa dell’emergenza Covid-19, chiedendo di non attivare la procedura di sfratto e/o di recupero crediti. La lettera può diventare anche una base per contrattare una riduzione del canone di locazione per tutta la durata dell’emergenza.

Link per scaricare la lettera

https://drive.google.com/open…

Ribadiamo comunque che non si può affrontare la devastante crisi abitativa del nostro Paese con piccoli interventi una tantum o solamente attraverso il rapporto diretto tra inquilino e proprietario: occorre in tempi brevissimi una risposta coordinata e di facile accesso per le centinaia di migliaia di persone che, già oggi, non sanno se avranno un tetto sulla testa domani.

Le risposte ai problemi sociali collettivi devono essere sociali e collettive. Quello che serve, immediatamente, è un Fondo straordinario per gli affitti, che garantisca il diritto all’abitare di tutte e tutti! Siamo di fronte a una situazione mai vista, un terremoto che rischia seriamente di mettere in mezzo a una strada centinaia di migliaia di persone: servono risposte collettive e di massa, perché la pandemia si sta già trasformando in una pandemia sociale di proporzioni mai viste prima.

🏠LA CASA E’ UN DIRITTO!

🎯FONDO STRAORDINARIO PER GLI AFFITTI SUBITO!

Associazione Diritti per Tutti

24 aprile 2020 La solidarietà e il mutuo-aiuto proseguono! Attivo un nuovo punto solidale a Brescia in piazzetta San Faustino che si aggiunge a quelli della Pallata e di via Luzzago!

30 aprile 2020

COMUNICATO STAMPA: EMERGENZA SANITARIA AL PAMPURI?

In data odierna l’Associazione Diritti per Tutti ha inviato al Prefetto e al Sindaco di Brescia, nonché al Direttore dell’Asilo Notturno San Riccardo Pampuri Fatebenefratelli Onlus la lettera qui allegata, per chiedere chiarimenti ed iniziative efficaci e urgenti riguardo alla preoccupante situazione all’interno del Centro di accoglienza straordinaria (C.A.S.) per profughi richiedenti asilo sito in via Flero numero 5 a Brescia, conosciuto come “Pampuri” (la proprietà che gestisce la struttura è appunto l’Onlus Asilo Notturno San Riccardo Pampuri Fatebenefratelli).

Come scritto nella lettera, a questa Associazione risulta, anche sulla base di notizie pubblicate da fonti giornalistiche, ( https://www.rassegna.it/…/vivere-da-profugo-nelle-citta… ) che nel C.A.S. Pampuri alcuni dei 100-150 richiedenti asilo ospitati siano stati contagiati dal coronavirus, con sintomi anche forti e con esito positivo del tampone.

Pertanto chiediamo anzitutto se il tampone è stato eseguito a tutti gli ospiti e agli operatori della struttura di accoglienza, come a questo punto è indispensabile che avvenga a tutela della salute delle persone e del contenimento del contagio.

In base alle informazioni a nostra disposizione, abbiamo inoltre motivo di domandare se fin dall’inizio della drammatica emergenza sanitaria che sta colpendo così duramente anche la nostra città, le misure di prevenzione della pandemia adottate al Pampuri sono state accurate e rigorose. Chiediamo chiarimenti urgenti in proposito proprio per poter escludere che tra i fattori che hanno favorito l’inizio del contagio al Pampuri e che possono favorirne ora la diffusione sia da annoverare un’applicazione approssimativa e lacunosa delle regole di sicurezza sanitaria.

Peraltro, tale deficit di scrupolosità, se ci fosse, andrebbe a sommarsi ad una grave difficoltà di base nell’attuare in modo efficace misure sanitarie essenziali quali il distanziamento tra le persone in una struttura di accoglienza emergenziale, un C.A.S. di grandi dimensioni con forte densità abitativa e con scarsa disponibilità di servizi adeguati qual è anche il Pampuri.

Per questo chiediamo con grande preoccupazione alla proprietà del Pampuri e alle istituzioni competenti di adottare immediatamente con la massima risolutezza interventi indispensabili come quelli indicati nella nostra lettera, a tutela del bene irrinunciabile della salute degli ospiti, degli operatori e della collettività.

La situazione di rischio al Pampuri, con i casi di contagio da coronavirus e la possibilità che si moltiplichino, non è certo imputabile ai richiedenti asilo che ne sono vittime. È invece conseguenza diretta anche di un sistema di accoglienza che pone i richiedenti asilo nella necessità di stare nei grandi centri emergenziali in condizioni di sovraffollamento, troppo spesso precarie e malsane, per molti mesi o per anni, nell’attesa di un permesso di soggiorno non più provvisorio che, il più delle volte, viene infine negato dalle leggi in vigore e dalle istituzioni competenti. I richiedenti asilo di frequente trascorrono questo tempo di attesa infinita anche svolgendo all’esterno dei centri di accoglienza lavori temporanei e malpagati (in questo periodo la loro forza lavoro è molto richiesta nel comparto agricolo e in quello della logistica), per mettersi in tasca almeno due soldi e nella speranza di accrescere la possibilità di ottenere il permesso.

Un provvedimento urgente di regolarizzazione generalizzata e incondizionata come quello richiesto insieme ai migranti da centinaia di associazione solidali di tutta Italia nell’ambito della campagna Siamo qui – Sanatoria subito è quanto mai necessario anche alla luce della situazione nei C.A.S., proprio perché l’ottenimento di documenti non più temporanei significherebbe per i richiedenti asilo avere un requisito indispensabile per poter intraprendere un percorso di inclusione reale, per avere pieno accesso ai servizi sanitari, per sottrarsi allo sfruttamento lavorativo più estremo e per lasciare i centri di accoglienza straordinaria, questi luoghi che ora sono anche potenziali focolai della pandemia da coronavirus.

Ricordiamo infine le responsabilità gravi, anche se certo non esclusive, della Lega nell’aver causato questa situazione di rischio che riguarda anche gli operatori dell’accoglienza e la collettività. In particolare, con il Decreto Legge 113 del 2018 l’ex ministro dell’Interno Salvini ha determinato, insieme a un’ulteriore drastica riduzione delle possibilità di ottenere il permesso di soggiorno per i richiedenti asilo (eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari), un forte peggioramento, attraverso vincoli di gestione e tagli di spesa, delle condizioni di sovraffollamento, di mancanza di cura e di supporto nei C.A.S..

3 maggio 2020

Condividiamo qui l’articolo pubblicato ieri da Carlo Ruggiero su www.collettiva.it sulla situazione sanitaria nel CAS Pampuri di #Brescia, che evidenzia ancora di più la necessità di interventi urgenti da parte delle istituzioni competenti, a tutela della salute degli ospiti della struttura, dei lavoratori e delle lavoratrici, della collettività tutta.

Ribadiamo quindi le nostre richieste:

1. È indispensabile e urgente che vengano eseguiti i tamponi a tutti gli ospiti e operatori del Pampuri.

2. È indispensabile e urgente che le persone infettate con o senza sintomi vengano assistite e curate adeguatamente in isolamento reale.

3. È indispensabile e urgente che le persone non infettate vengano trasferite altrove, in sistemazioni abitative dignitose, non sovraffollate, nel rispetto del diritto inalienabile alla salute e senza compromettere attività lavorative, formative e di istruzione che queste persone abbiano eventualmente in corso.

4. È indispensabile e urgente anche un provvedimento di regolarizzazione generalizzata e incondizionata per tutte le persone senza permesso e con un permesso in scadenza o comunque solo provvisorio, come i richiedenti asilo, per consentire a queste persone di avere un requisito indispensabile, i documenti, senza il quale, oltre a non avere nemmeno accesso al servizio sanitario, non hanno possibilità di andarsene dai Cas, di mettersi in sicurezza dal contagio, dalla precarietà, dal più estremo sfruttamento lavorativo.

Basta accoglienza emergenziale, Cas, hub, hotspot, cpr.

🎯Permesso, dignità, diritti e salute per tutti e tutte!

Collettiva