Anche dopo l’emanazione della circolare ministeriale che a fine giugno ha sbloccato il rilascio dei permessi di soggiorno per coloro che a causa della cosiddetta doppia espulsione si erano visti respingere la domanda di regolarizzazione presentata con la sanatoria del 2009, le autorità di governo continuano a porre ostacoli e a creare ingiustificati ritardi. In particolare presso gli uffici della Prefettura di Brescia deve ancora iniziare il riesame delle pratiche di emersione. Una situazione di stallo che non corrisponde a quanto sta accadendo sul piano nazionale: nelle altre città le prefetture si sono già messe al lavoro per portare a conclusione le pratiche da rivedere.
Se a Brescia questa situazione dovesse protrarsi i migranti si troveranno costretti a mettere in atto nuove proteste per ottenere ciò che a questo punto è solo ed esclusivamente un diritto riconosciuto dalla legge.
Nel frattempo i cosiddetti padani hanno pensato bene di dare anche in piazza loggia lo spettacolo delle loro farneticazioni contro la “prepotenza” degli immigrati che non si accontentano di essere schiavi assoggettati al ricatto della clandestinità. I professionisti del razzismo istituzionale cercano ancora una volta di attizzare il fuoco della contrapposizione etnica ricorrendo alle solite menzogne e diffamazioni, spiegabili solo con la malafede di chi usa il razzismo per fare carriera politica e acquisire privilegi personali. I leghisti dicono che Brescia esige rispetto. Ma il loro vero problema è un altro: i bresciani di ogni provenienza hanno sempre meno motivi per rispettare loro.
Ascolta dalla conferenza stampa dell’Associazione Diritti per Tutti e del Presidio sopra e sotto la gru, 7 luglio 2011.
Manlio Vicini – Felice Mometti – Makam Ba
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Intanto, nei giorni scorsi l’associazione Naga (di Milano) ha reso pubblica un’ interessante e utile ricerca riguardante la condizione delle vittime dell’altra grossa criticità emersa dalla sanatoria varata dal governo nel 2009: le truffe fatte da organizzazioni criminali e datori di lavoro senza scrupoli. L’indagine mette allo scoperto il giro d’affari, di raggiri e ricatti reso possibile dalla condizione di clandestinità alla quale le leggi vigenti costringono molti immigrati. Ecco qui la ricerca.