Fino alle misure di contenimento del contagio da Covid 19 ed alla sospensione dell’esecuzione degli sfratti (ancora in vigore fino al 31 dicembre 2020) ci sono state dal novembre 2019 alla 27 febbraio 2020 moltissime iniziative di lotta per la casa: picchetti antisfratto e contro i pignoramenti immobiliari, proteste contro il direttore generale dell’Aler Della Torre e l’abbattimento della Torre Tintoretto. Riportiamo qui le notizie che abbiamo pubblicato sulla pagina Facebook dell’Associazione Diritti per tutti continuamente aggiornata in modo tempestivo.
14 novembre 2019 -L ‘Aler vuole sfrattare Donatella e sua figlia dalla Torre Raffaello nel quartiere di San Polo a Brescia. Un muro popolare, con solidali italiani e migranti dell’ Associazione Diritti per tutti blocca il rappresentante dell’Aler e gli agenti del nucleo sfratti. Non si sfratta dalle case popolari! Donatella ha ora un lavoro part time come operatrice sanitaria e sta cercando di ripagare il debito.
21 novembre 2019 – Picchetto di Diritti per tutti a Castrezzato contro il pignoramento ai danni di una coppia italiana che ha avuto la casa all’ asta dopo il fallimento della loro impresa edile per la crisi.
25 novembre 2019 – Picchetto di Diritti per tutti questa mattina a Brescia in via A. Mario per bloccare lo sfratto contro Mariangela e sua figlia minorenne. La donna è in attesa di assegnazione di una casa popolare. Dove abita non riesce più a pagare il canone perché non può lavorare in questo periodo per motivi di salute.
5 dicembre 2019 – Un picchetto di Diritti per tutti ha bloccato questa mattina uno sfratto a Brescia nel quartiere popolare di San Bartolomeo, in difesa di Nadia, una donna italiana che lavora nella mensa di un ospedale. Da alcuni mesi, per alcuni problemi personali e di salute, non riesce a lavorare e a pagare l’affitto. L’esecuzione è stata rinviata al 20 febbraio. Anche stamattina a difendere una donna italiana un picchetto meticcio e pluriculturale, non c’erano i sostenitori del “prima gli italiani” impegnati a creare odio e guerre tra poveri…
12 dicembre 2019 – Questa mattina Diritti per tutti ha bloccato lo sfratto esecutivo contro una famiglia italiana con tre bambini in via del Verrocchio, a Brescia, tra San Polo e San Polino, in attesa che il comune trovi una sistemazione alternativa. Oggi pomeriggio alle 16,30 presidio davanti all’ Aler contro il direttore che vuole creare contrapposizione nelle case popolari tra inquilini italiani e di origini immigrate e scatenare guerre tra poveri.
12 dicembre 2019 – Il preavviso di sfratto dal posto di direttore generale dell’Aler è stato consegnato oggi pomeriggio a Corrado Della Torre da circa 130 persone che hanno partecipato al presidio davanti alla sede dell’ente in Viale Europa a Brescia. Inquilini delle case popolare di diversi quartieri, attivisti e attiviste della lotta per il diritto alla casa hanno ribadito che la campagna di mobilitazione per l’allontanamento del direttore generale proseguirà dopo le feste natalizie con dei picchetti di massa a gennaio che impediranno l’esecuzione di alcuni sfratti a San Polo. Il direttore dell’Aler infatti se ne deve andare non solo perchè è un odiatore social come dimostrano i suoi squallidi post contenenti insulti nei confronti delle sardine, non solo perchè ha simpatie neofasciste dimostrate dalla frequentazione dei raduni di nostalgici della Decima Mas o delle celebrazioni del Duce a Predappio, ma soprattutto perchè fomenta odio nelle case popolari cercando di creare contrapposizione tra inquilini italiani e immigrati. Infine il presidio di oggi ha ribadito l’opposizione all’abbattimento della Torre Tintoretto che dev’essere riaperta e i suoi 195 appartamenti devono essere assegnati come case popolari alle oltre 1000 famiglie aventi diritto in attesa nella graduatoria.
19 dicembre 2019 – Oggi pomeriggio Diritti per tutti ha bloccato due sfratti nel caseggiato popolare di proprietà della Congrega della carità apostolica in via Mazzucchelli a Brescia. Restano in casa una donna con 3 figli, di cui due minori e Fabiola.
16 gennaio 2020 – Due robusti picchetti dell’ Associazione Diritti per tutti hanno bloccato altrettanti sfratti per morosità incolpevole a Brescia in via San Faustino al Carmine e in via Vittorio Emanuele. Coinvolte due famiglie, di origini egiziana e marocchina, con bambini piccoli, nel secondo caso anche con un neonato affetto una grave malattia. Per l’esecuzione la Prefettura aveva autorizzato l’intervento delle forze dell’ ordine; nonostante la presenza di agenti del nucleo sfratti i picchetti hanno ottenuto lunghi rinvii a giugno, in un caso fino a quando sarà possibile il passaggio da casa a casa.
23 gennaio 2020 – Quattro sfratti bloccati, tre a Brescia e uno a Salò: è il bilancio di una intensa giornata di lotta di Diritti per tutti e del Collettivo Gardesano Autonomo. In città due esecuzioni sono state impedite in via San Polo: in un caso era coinvolta una famiglia con tre bambini, uno dei quali in questi giorni si trova in ospedale per degli accertamenti. Il padre aveva perso il lavoro e non aveva più potuto pagare l’affitto; ora ha ritrovato un posto come operaio a tempo indeterminato e sta cercando un nuovo appartamento; ha quindi bisogno solo del tempo necessario per il passaggio da casa a casa. Stessa situazione per l’inquilino del piano superiore. L’altro sfratto a Brescia era in via Bagnadore, nel popolare rione di Campo Féra, che è stato uno degli storici borghi rossi della città: qui è l’Aler che vuole sbattere in strada una famiglia italiana con 6 bambini: per il piccolo appartamento dove vivono dovrebbero pagare quasi 500 euro ma il padre non ha un lavoro regolare e il suo ultimo contratto a tempo determinato, di 8 mesi, non è stato prorogato. La situazione più critica si è verificata a Salò, a causa di una ricca proprietaria arrogante e dell’ufficiale giudiziario, il sig Crapanzano: quest’ultimo ha insistito in tutti i modi perchè alcuni agenti della guardia di finanza, presenti non si sa a quale titolo visto che non erano stati inviati dalla Prefettura, procedessero a sfrattare con la forza una famiglia con due bambini, di quattro e un anno di età, che tra poche settimane si trasferirà in un nuovo alloggio. Fortunatamente il loro buon senso e la presenza del picchetto hanno evitato inutili ulteriori tensioni. Ma lo show del sig Crapanzano non si è limitato a questo: ha ribadito la propria ostilità verso l’attività della Prefettura con i “tavoli sfratti” ritenendola addirittura “incostituzionale” perchè lesiva del diritto della proprietà.
27 gennaio 2020 – Grave azione razzista a Rezzato, nell’hinterland di Brescia. Nazisti distruggono a Rezzato il bar di Madiha, una giovane donna italiana nata in questo paese da genitori marocchini, lasciando scritte con svastiche e insulti. Il giorno successivo, centinaia di persone, quasi mille, si ritrovano davanti al bar per un presidio di solidarietà, antifascista, antirazzista e antisessista, raccogliendo fondi con un aperitivo. L’iniziativa venne lanciata da Diritti per tutti e Magazzino 47 ma aderirono subito diverse realtà associative e politiche di Rezzato. Il presidio ebbe un grande successo con 5000 euro di sottoscrizione da devolvere a Madiha che però li restituirà in accordo con gli organizzatori alle realtà di Rezzato per chi “ha più bisogno di lei”.
30 gennaio 2020 – Oggi picchetto, sabato presidio alla Torre Tintoretto. L’ emergenza sfratti non è finita: lo dimostra la storia di Maria Elena, una mamma rimasta sola con quattro figli, il più grande di 13 anni, che questa mattina avrebbe dovuto lasciare l’ abitazione in cui vive a Brescia in via Benedetto Marcello. La donna, di origine boliviana, è una badante ma l’anziano di cui si prendeva cura è morto pochi mesi fa; così ha perso il lavoro ed ora prende solo un sussidio di disoccupazione, insufficiente per pagare l’affitto e mantenere 4 figli. Maria Elena e i suoi sono però restati in casa perché a difenderli c’era un picchetto di Diritti per tutti. Questa famiglia, come tante altre, ha bisogno di una casa popolare e ce ne sono troppo poche; l’Aler addirittura vuole svendere e far abbattere la Torre Tintoretto con 195 appartamenti disponibili, che sono stati svuotati anche se erano in buono stato. Sabato pomeriggio alle ore 15 saremo davanti a quella Torre per ribadire che quegli alloggi devono essere riassegnati a chi ne ha bisogno e si deve farlo subito perché sono inutilizzati ormai da molti anni.
31 gennaio 2020 – Anche Gladys ha bisogno di una casa popolare e vorrebbe andare alla Torre Tintoretto! Questa donna di origine ghanese, rimasta vedova nel 2016 con tre figli minori, due femmine ed un maschio, questa mattina a Brescia, in via Lamarmora, aveva lo sfratto che è stato bloccato da un picchetto di Diritti per tutti. La famiglia non riesce più a pagare l’affitto perché percepisce solo la pensione reversibile del marito defunto, che era operaio metalmeccanico; ma comprensiva degli assegni famigliari arriva a malapena a 900 euro al mese. Domani a Brescia presidio dalle ore 15 davanti alla Torre Tintoretto in via Robusti 90 (metro San Polo) per chiedere la riapertura e la riassegnazione dei 195 alloggi a canone sociale, contro la sciagurata ipotesi dell’ abbattimento e della privatizzazione di una parte non irrilevante del patrimonio immobiliare pubblico.
1 febbraio 2020 – Presidio davanti alla Torre Tintoretto.Ci opporremo con tutte le nostre forze all’ abbattimento della Torre Tintoretto, alla distruzione di 195 alloggi a canone sociale quando ci sono più di 1200 famiglie in lista di attesa in graduatoria per una casa popolare. L’ abbiamo ribadito oggi insieme al CSA Magazzino47 e al Collettivo Gardesano Autonomo, a tante famiglie sotto sfratto o assegnatarie Aler, a occupanti delle Casette o abitanti dei centri di emergenza abitative. Il momento di lotta di oggi pomeriggio ha rilanciato la mobilitazione per ottenere la rimozione del direttore generale dell’Aler Corrado della Torre che fomenta l’odio contro gli inquilini delle case popolari di origine immigrata e aumenta gli sfratti. Presenti anche alcuni attivisti/e di Sinistra anticapitalista e dello spazio Orso di San Polino. Dai prossimi giorni torneremo davanti alle case sotto sfratto per difendere il diritto alla casa per tutti e per tutte.
6 febbraio 2020 – Due picchetti questa mattina a Brescia e a Erbusco hanno bloccato altrettanti sfratti nonostante l’intervento di polizia e carabinieri. In città in via Zadei una società immobiliare, proprietaria di una cinquantina di appartamenti, voleva lasciare in strada Mohammed anche se il primo marzo avrà l’assegnazione di una casa popolare e ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno confermato che a marzo la famiglia avrà le chiavi dell’alloggio Aler e si è ottenuto il rinvio di un mese. In Franciacorta il proprietario, un impresario edile, voleva eseguire a tutti i costi lo sfratto di una famiglia di operai che lavorano a tempo determinato proprio in un’altra impresa di costruzione strade, senza nemmeno tenere in conto che vi era una donna incinta con termine di gravidanza proprio oggi! La famiglia sta cercando un altro appartamento ma sta faticando a trovarlo perchè il padre è i due figli non hanno il contratto di lavoro a tempo indeterminato. Nonostante la presenza dei carabinieri il picchetto ha ottenuto un rinvio al 19 marzo.
10 febbraio 2020 – Sono stati assolti questa mattina dal tribunale di Brescia (corte presieduta dalla dottoressa Di Lorenzo) i tre imputati processati per l’occupazione dell’ex Hotel di via Corsica, attuata il 2 febbraio 2013 dall’Associazione Diritti per tutti e dal Centro sociale Magazzino 47 e durata fino al rilascio volontario del 6 novembre 2018, quando tutti gli occupanti (una ventina) erano stati trasferiti dall’amministrazione comunale in strutture di accoglienza più adeguate e poi nel complesso dell’ex pensionato Franciscanum. “In questa nuova occupazione troveranno un alloggio i senza tetto che non hanno posto nei dormitori e nelle strutture dell’emergenza freddo – avevano scritto le realtà promotrici dell’occupazione in un comunicato -. Alcune stanze resteranno libere per accogliere famiglie sotto sfratto nell’eventualità che non si riesca a bloccarne l’esecuzione e che non sia loro garantito un passaggio da casa a casa”. L’obiettivo posto dall’occupazione era stato pienamente centrato, dando una effettiva e concreta destinazione sociale a questo stabile che era stato sequestrato alla criminalità organizzata ed arrivato nella disponibilità del Comune proprio per essere utilizzato per finalità sociali, come prescrive la legge anti-mafia La Torre. Decine di persone, italiani e migranti, grazie a quell’occupazione hanno infatti potuto soddisfare il primario bisogno di un alloggio, attraverso una pratica collettiva di autorecupero e messa in sicurezza dell’immobile che era stato trovato in una condizione igienico-sanitaria veramente pessima. Con Salvini ministro dell’interno, a fine estate del 2018, la Lega cittadina aveva iniziato una campagna per chiedere lo sgombero e “ripristinare la legalità” arrivando anche a brindare davanti alla porta dell’immobile chiuso dopo il rilascio: oggi festeggiano le realtà del Movimento di lotta per la casa, non solo per l’assoluzione di chi era stato rinviato a giudizio ma ancora di più perchè tutti gli ex occupanti hanno una dignitosa sistemazione. Restano l’amarezza e la rabbia invece perchè l’ex Hotel da più di un anno è ancora desolatamente vuoto e in stato di abbandono senza avere una funzione sociale, come quella avuta dal 2013 al 2018; una situazione che non potrà da noi essere tollerata ancora a lungo.
13 febbraio 2020 – Ennesimo picchetto di Diritti per tutti questa mattina a Brescia per bloccare lo sfratto in via Parma contro due giovani operai, cugini, che abitano insieme in un appartamento affittato come foresteria. Per alcuni problemi economici, tra cui il licenziamento di uno dei due, erano rimasti indietro di due affitti e hanno avuto lo sfratto. Adesso che hanno una nuova occupazione stanno cercando un nuovo alloggio. Il picchetto ha ottenuto un rinvio di due mesi per il passaggio da casa a casa.
20 febbraio 2020 – Diritti per tutti in azione anche questa mattina in città, in due quartieri popolari e pluriculturali di Brescia. In via Milano un presidio ha verificato che ci fosse il rinvio per la famiglia di Otman, con moglie e figli minori, in attesa che il Comune predisponga una sistemazione abitativa di emergenza. Il padre è stato investito da un auto mentre si recava al lavoro in bicicletta ed è ancora in convalescenza. Al Carmine in via Fenarolo è stato invece ottenuto il rinvio per Celestine e sua madre. La donna lavorava come addetta alle pulizie in un istituto che l’ha licenziata perché ha esternalizzato il servizio e non ha quindi potuto pagare l’affitto. Ora che ha trovato una nuova occupazione è riuscita anche a reperire un alloggio in cui si trasferirà prossimamente. Al Carmine, per verificare che ci fosse il rinvio per tutelare questo nucleo, erano presenti anche il presidente del Consiglio di quartiere Francesco Catalano e il consigliere Samuel.
27 febbraio 2020 – Picchetti ai tempi del Coronavirus: anche in questo periodo Diritti per tutti non abbandona le famiglie bisognose. Nessuno resta solo. A ranghi meno serrati e rispettando le precauzioni contro la diffusione del contagio ma non meno compatti e determinati, questa mattina attivisti/e hanno bloccato lo sfratto di Luis e di sua mamma, nonostante l’arrivo della polizia per l’esecuzione. La madre lavora part-time come addetta alle pulizie e prende 500 euro, tanto quanto ammonta l’affitto. Luis ha lavorato come commesso con contratti di un mese, rinnovati per alcune volte e poi non più prorogati. Il padre ha abbandonato due anni fa la famiglia. Il picchetto ha ottenuto un rinvio al 26 marzo.