11 dicembre – Prima gli italiani? No, prima i poveri, italiani o no. Questa mattina l’Associazione Diritti per tutti, con attivisti italiani e di origine migrante, è intervenuta contro due sfratti nei confronti di cittadini italiani in provincia di Brescia. A Paratico una società immobiliare, con titolari italiani, voleva sbattere in mezzo alla neve Giuseppina con due figli di 24 e 16 anni: separatasi dal marito la donna è rimasta senza reddito perchè non riceve gli alimenti ed il figlio maggiore non riesce a trovare lavoro. Un picchetto composto in buona parte da migranti, occupanti e famiglie sotto sfratto, ha bloccato l’esecuzione che è stata rinviata al 22 febbraio. A Rodengo Saiano invece rinvio per Davide e suo figlio di 10 anni: rimasto vedovo, senza lavoro e con una invalidità è in attesa di una casa popolare. Dov’erano stamattina i sostenitori dello slogan “prima gli italiani”? Forse a distribuire volantini contro immigrati e profughi…
12 dicembre – Un altro sfratto, al quarto accesso dell’ ufficiale giudiziario, contro una famiglia con un bambino disabile di pochi anni è stato bloccato questa mattina dall‘Associazione Diritti per tutti in via Milano 97 a Brescia. Il picchetto ha ottenuto un rinvio al 26 febbraio. La famiglia doveva entrare in una casa popolare, l’assegnazione è stata fermata per problemi burocratici.
13 dicembre – Quarto picchetto della settimana questa mattina a Brescia: in via Oberdan gli attivisti e attiviste di Diritti per tutti hanno bloccato lo sfratto contro James che, rimasto senza lavoro, non riesce più a pagare l’affitto e rischia di finire in strada. L’esecuzione è stata rinviata all’11 gennaio. Il proprietario, col pretesto dell’ assenza di minori, pretendeva lo sgombero anche in assenza di sistemazioni abitative alternative.
14 dicembre – Questa ennesima settimana di lotta per la casa si è chiusa oggi con il quinto picchetto, da lunedì, che ha bloccato uno sfratto ai danni di una famiglia di cittadini senegalesi in via Robusti, nel quartiere bresciano di San Polo, nella schiera di appartamenti di proprietà Aler. Lì, all’ombra della Torre Tintoretto con i suoi 195 alloggi vuoti da anni, vive da anni questa famiglia presente in città fin dai tempi del Residence Prealpino, che a causa della perdita del lavoro non ha potuto pagare l’affitto per molti mesi, fino a quando ha ripreso a versare il canone.