Il ministro della Paura Matteo Salvini e i suoi complici a 5stelle chiudono i porti italiani alle navi delle ONG con a bordo le persone soccorse nel Mediterraneo. Il governo, a quanto sembra, ha deciso che solo le navi militari possano di quando in quando portare a terra in Italia una parte dell’umanità in mare sfuggita al controllo della guardia costiera libica. Non le ONG, perché per i ministri pentaleghisti le azioni di solidarietà delle ONG verso i migranti alla deriva sono eccessive, un abuso, una sorta di reato.
Del resto, per lo stesso motivo, anche il governo Gentiloni e l’ex ministro degli Interni Minniti la scorsa estate avevano imposto il noto codice di condotta alle ONG, proprio per limitarne l’operatività nel Mediterraneo.
Salvini e Toninelli dichiarano che così decidendo vogliono responsabilizzare gli altri Paesi europei. Nel concreto puntano a rafforzare ulteriormente la chiusura delle frontiere da parte dell’intera Unione Europea. È per questo che sono disposti a tenere per giorni e giorni sequestrati a mare uomini, donne e bambini. E che chiudono i porti italiani. Naturalmente sempre nel rispetto dei diritti umani e nell’interesse degli stessi migranti.
Con la stessa nobiltà d’animo Minniti e il PD, invece, avevano chiuso le porte, con dietro i migranti. Le porte dei lager in Libia gestiti dalle milizie finanziate dal governo italiano per impedire le partenze. E le porte dei centri di detenzione in Italia. I CPR, come quello messo in cantiere a Montichiari da maggio 2017, rivendicato dal PD provinciale bresciano come esempio concreto di tutela della sicurezza dei cittadini.
Altro che le vacue invettive leghiste, dissero. Una lezione decisamente superflua per Salvini e i suoi, che infatti ora al governo implementeranno il piano CPR di Minniti ed estenderanno a 18 mesi la detenzione amministrativa dei migranti “colpevoli” di non aver ottenuto la concessione del permesso di soggiorno.
Intanto l’Unione Europea, con tutti i suoi Stati membri coinvolti, le frontiere tende a chiuderle da anni. Chiude le frontiere esterne, peraltro estendendole di fatto fino in Africa, a sud della Libia, con l’invio di militari, o fino in Asia, con gli accordi stipulati con la Turchia di Erdogan. E chiude le frontiere interne, anzitutto tra Italia, Francia e Austria.
Dentro questo bel quadretto, va da se’ che l’accoglienza approntata delle istituzioni italiane ed europee sia quello che è: anzitutto un sistema emergenziale di cattura dei migranti che sono riusciti ad arrivare. Una macchina fatta in primis per controllare, subordinare, marginalizzare e spesso respingere, in applicazione del regolamento Dublino e del cosiddetto “approccio hotspot”, varato dal 2015 per dividere tra “veri” e “falsi” profughi, i secondi catalogati come “economici”, quindi da espellere e lasciare in clandestinità.
Fanno di tutto, da tempo, per ostacolare e regolare a loro piacimento la mobilità di chi migra. A costo di violenze e sofferenze oltre frontiera, di stragi lungo le rotte di viaggio, di precarietà estrema per chi ce l’ha fatta ad entrare in Italia e in Europa, di abusi ed esclusioni sempre più gravi. Ogni volta spostano più in là, verso la barbarie, il limite di ciò che dichiarano giusto, ammissibile, necessario.
Il governo pentaleghista accelera in quella stessa direzione. Non inventa ma radicalizza il razzismo istituzionale.
Dicono che il problema degli italiani sono i migranti. Ebbene, grazie a Minniti da un anno gli arrivi sono diminuiti di ben il 70%. Quindi gli italiani dovrebbero vivere meglio: infatti non devono più indebitarsi per pagare le cure mediche, il welfare è ottimo e abbondante, il reddito aumenta e il lavoro non fa più schifo, è ben pagato e non è più precario… Ora poi, con la flat tax per i ricchi e con quell’altra promessa che i 5stelle chiamano senza vergogna “reddito di cittadinanza” andrà da dio…
Gli stessi che dalle stanze del Palazzo alimentano razzismo e xenofobia, che additano gli immigrati come Il Problema – “populisti” o “moderati”, “sovranisti” o “mondialisti” che siano – sono oggi come ieri invariabilmente fedeli ai dogmi del neoliberismo, alle sue ricette e ai suoi effetti: impoverimento, indebitamento, precarizzazione, crescita dell’insicurezza dei diritti sociali fondamentali per la maggioranza e aumento dei privilegi per le oligarchie imprenditoriali e finanziarie al potere.
È proprio una delle più note banche europee, il Credit Suisse, a rilevare in un Rapporto ufficiale del 2017 che lo 0,7% della popolazione mondiale detiene il 45,9% della ricchezza disponibile. Una ricchezza crescente ed enorme, concentrata nelle tasche di pochi, ma prodotta da tutte e tutti, anzitutto dalle classi popolari, composte sia da autoctoni che da immigrati, regolari e irregolari. Anche in Italia.
Quello che vogliamo è riprendercela questa ricchezza. Dal basso puntiamo in alto, tutte e tutti insieme. Altro che la guerra ai più poveri fra i poveri per contendersi miseria e sfruttamento.
Reddito per tutt*. Razzismo per nessun*!
#apriteiporti