MANIFESTAZIONE SABATO 4 MAGGIO ORE 15
LARGO FORMENTONE (piazza Rovetta), BRESCIA
PER I DIRITTI COMUNI UNIVERSALI. Per tutte e tutti sicurezza sociale, casa, lavoro dignitoso, reddito, welfare pubblico.
Documenti, permessi, residenza, cittadinanza, accoglienza degna.
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Accompagnata da un’insistente campagna d’odio che descrive gli immigrati come pericolosi parassiti e che incoraggia nel Paese violenze contro le persone per il colore della pelle o il credo religioso, la legge di Salvini e del governo Lega-5Stelle su “sicurezza e immigrazione” alimenta clandestinità e allarme sociale, discriminazione e sfruttamento. Calpesta il diritto d’asilo. Aggrava di molto i problemi creati dalle leggi precedenti, la Bossi-Fini e la Minniti-Orlando.
La legge Salvini, applicata con zelo anche da Prefettura e Questura di Brescia, rende più difficile avere il permesso di soggiorno. E per gli irregolari incrementa il rischio di finire – senza aver commesso reati e per un periodo più lungo di prima – nei centri di detenzione chiamati ora CPR, gli ex CIE aumentati di numero.
Chi è in Italia da molti anni, per ottenere una cittadinanza non più definitiva ma revocabile, deve pagare e aspettare di più e deve affrontare un esame di lingua italiana che anche molti nativi non supererebbero.
I richiedenti asilo, quando non vengono espulsi o messi per strada (anche le famiglie con bambini), restano in centri di “accoglienza” privi di servizi essenziali come l’assistenza medica, non possono avere la residenza e buona parte dei diritti ad essa legati. Con i tagli all’accoglienza istituzionale vengono anche licenziati molti operatori.
La legge Bossi-Fini, che in questi anni, legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, ha reso irregolari migliaia di persone rimaste senza lavoro (o le ha costrette ad accettare qualsiasi condizione di lavoro per non perdere anche il permesso), non solo è tuttora in vigore dal 2002, di governo in governo. La legge Salvini la estende anche ai profughi con permesso umanitario in scadenza, vincolando anche per loro la possibilità di ottenere un nuovo permesso alla concessione di un contratto da parte di un datore di lavoro.
Intanto, con la complicità dell’Unione Europea il governo in carica, come e più del precedente, per frenare i nuovi arrivi dà soldi e mezzi a trafficanti e miliziani che trattengono e riportano i migranti nei lager in Libia, criminalizza le ONG attive nel soccorso in mare e causa altri annegamenti nel Mediterraneo, già centinaia dall’inizio del 2019.
È ORA DI DIRE BASTA! È necessaria la mobilitazione in prima persona delle donne e degli uomini immigrati. Per i diritti e la dignità, contro la paura. Per la libertà di restare e di scegliere dove andare, in Italia e in Europa. Gli immigrati – richiedenti asilo o no – hanno tutti da affrontare gli stessi problemi di discriminazione, attese, rigetti, espulsioni, hanno tutti da affermare gli stessi diritti a ottenere documenti, casa, assistenza sanitaria, lavoro senza sfruttamento.
È necessaria la solidarietà delle associazioni e dei singoli che in questi mesi anche a Brescia si sono espressi contro il razzismo istituzionale con azioni legali, di piazza, di supporto concreto agli immigrati in difficoltà. Per la giustizia sociale e per le libertà di tutte e tutti minacciate da governanti misantropi, misogini, omofobi. Razzisti.
È necessaria la partecipazione di tutti e tutte coloro che non vogliono farsi prendere in giro da Salvini e da chi ogni giorno dai palazzi istituzionali racconta agli italiani che la causa dell’impoverimento e della precarietà diffusa sono gli immigrati. Da anni in Europa e in Italia i governi, compreso l’attuale, usano la crisi come sistema per espropriare diritti e democrazia all’intera collettività. Con le ricette del neoliberismo precarizzano il lavoro, tagliano salari, reddito e servizi pubblici a chi sta ai piani bassi della scala sociale. Mantengono le loro promesse di benessere solo per le oligarchie capitaliste al potere, che si prendono la ricchezza prodotta ogni giorno da tutte e tutti, italiani e immigrati.
Intanto il razzismo incolpa gli immigrati, alimenta guerre fra poveri e garantisce al padrone braccia da lavoro ricattabili da sfruttare finché servono.
La stessa legge Salvini non ha come bersaglio solo gli immigrati. Colpisce anche i poveri tutti e chi lotta per i diritti, come l’abitare e migliori condizioni di lavoro: punisce con il carcere le persone senza casa che occupano edifici vuoti e i lavoratori in sciopero che fanno blocchi stradali.